In Sicilia Salvini scappa dalla piazza e si rifugia in teatro
Il
leghista Matteo Salvini doveva tenere un comizio nella piazza centrale
di Acicastello, comune della Riviera dei Ciclopi, a pochi chilometri dal
centro di Catania. Avrebbe dovuto avere accanto il senatore Francesco
Attaguille e il sindaco castellese Filippo Drago. Ma, lo speaker
leghista e i suoi ascari, forse impauriti dall'annunciata manifestazione
"MAI CON SALVINI" e dalla scarsità degli “ascoltatori” raccolti, hanno
deciso di radunarsi all'interno di un noto hotel della scogliera, a due
chilometri dal centro castellese, ben lontano dalla protesta annunciata.
I
manifestanti non hanno naturalmente desistito e si sono concentrati in
piazza Micale, nel cuore di Acicastello, a pochi metri dalla piazza da
dove l'esponente leghista e i pochi
aficionados locali avrebbero
dovuto esibirsi. Il corteo, nonostante fosse autorizzato, è iniziato con
notevole ritardo a causa di un vero e proprio blocco stradale messo in
atto tramite un'asfissiante presenza di polizia e carabinieri che hanno
occupato tutte le traverse del comune castellese. Centinaia di
poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa, con la regia della
Digos, hanno impedito al pacifico corteo di raggiungere piazza del
Castello (nonostante Salvini, scappando, l’avesse lasciata “libera”).
Dopo una "trattativa", il corteo, ha proseguito cercando di raggiungere
l'hotel dove era in corso il raduno para-leghista. Ma, la decisione
della Questura di Catania era chiara: il corteo non doveva raggiungere
nessuna meta.
"Abbiamo scelto – si legge in un comunicato degli organizzatori del "Mai con Salvini"-
di attraversare le strade che Drago, Attaguille e Salvini, volevano
riempire di odio razzista e fascista. Abbiamo scelto di ricordare a
Matteo Salvini, con orgoglio e determinazione, che questa terra lo
schifa e lo ripudia. Siamo orgogliosi, siciliani e siciliane, terroni e
terrone, di vivere in questa terra: una terra di ricchezze, di amore e
di bellezza. Oggi Matteo Salvini, per potere parlare, deve rifugiarsi
allo Sheraton, in un hotel privato. Domani, dovrà avere paura a mettere
piede in tutto il Meridione. I terroni, i terremotati, i colerosi: siamo
questo, e siamo molto altro. Siamo gli studenti e le studentesse, le
donne e gli uomini, che lottano ogni giorno per la difesa della loro
terra, perché questa nostra Sicilia sia libera da chi viene qui a
mangiare e cercare voti, perché i traditori di questa stessa terra vanno
messi al bando e cacciati dalle nostre città. Non ci spaventano, e non
ci hanno spaventato, prevenzione e repressione. Non crediamo valga
neppure la pena spendersi più di tanto su chi, la Questura di Catania,
ha scelto di chiudere un intero paese, blindarlo strada per strada, con
un dispiegamento di forze dell’ordine che poteva solo fare sorridere. La
Lega, per venire in Sicilia, ha bisogno di stare protetta e rintanata,
ha bisogno di scorte su scorte. Quello che Matteo Salvini cerca di
nascondere, è l’odio e la rabbia di chi vive e ha vissuto insulti su
insulti, soprusi su soprusi. In Veneto non si affittano case ai
meridionali? In diretta TV Matteo Salvini incita Etna e Vesuvio a colpi
di “Dai che stavolta ce la fai”? La nostra terra, degna e coraggiosa,
risponde: risponde togliendo le piazza e questo personaggio vomitevole e
ai suoi scagnozzi. Risponde riprendendosi le strade. Risponde
rinchiudendo Matteo Salvini, in una stanza e tra quattro mura, dove solo
chi fa schifo tanto quanto lui può andarlo ad ascoltare".
In prossimità dell’albergo dove si teneva la piccola convention il corteo è stato bloccato da un muro di celerini e, dopo aver alimentato un piccolo falò con un fantoccio rappresentante il capo leghista, è ritornato sui propri passi, sciogliendosi pacificamente nella piazza da dove era partito.
Il
leghista Matteo Salvini doveva tenere un comizio nella piazza centrale
di Acicastello, comune della Riviera dei Ciclopi, a pochi chilometri dal
centro di Catania. Avrebbe dovuto avere accanto il senatore Francesco
Attaguille e il sindaco castellese Filippo Drago. Ma, lo speaker
leghista e i suoi ascari, forse impauriti dall'annunciata manifestazione
"MAI CON SALVINI" e dalla scarsità degli “ascoltatori” raccolti, hanno
deciso di radunarsi all'interno di un noto hotel della scogliera, a due
chilometri dal centro castellese, ben lontano dalla protesta annunciata.
I manifestanti non hanno naturalmente desistito e si sono concentrati in piazza Micale, nel cuore di Acicastello, a pochi metri dalla piazza da dove l'esponente leghista e i pochi
aficionados locali avrebbero dovuto esibirsi. Il corteo, nonostante fosse autorizzato, è iniziato con notevole ritardo a causa di un vero e proprio blocco stradale messo in atto tramite un'asfissiante presenza di polizia e carabinieri che hanno occupato tutte le traverse del comune castellese. Centinaia di poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa, con la regia della Digos, hanno impedito al pacifico corteo di raggiungere piazza del Castello (nonostante Salvini, scappando, l’avesse lasciata “libera”). Dopo una "trattativa", il corteo, ha proseguito cercando di raggiungere l'hotel dove era in corso il raduno para-leghista. Ma, la decisione della Questura di Catania era chiara: il corteo non doveva raggiungere nessuna meta.
"Abbiamo scelto – si legge in un comunicato degli organizzatori del "Mai con Salvini"- di attraversare le strade che Drago, Attaguille e Salvini, volevano riempire di odio razzista e fascista. Abbiamo scelto di ricordare a Matteo Salvini, con orgoglio e determinazione, che questa terra lo schifa e lo ripudia. Siamo orgogliosi, siciliani e siciliane, terroni e terrone, di vivere in questa terra: una terra di ricchezze, di amore e di bellezza. Oggi Matteo Salvini, per potere parlare, deve rifugiarsi allo Sheraton, in un hotel privato. Domani, dovrà avere paura a mettere piede in tutto il Meridione. I terroni, i terremotati, i colerosi: siamo questo, e siamo molto altro. Siamo gli studenti e le studentesse, le donne e gli uomini, che lottano ogni giorno per la difesa della loro terra, perché questa nostra Sicilia sia libera da chi viene qui a mangiare e cercare voti, perché i traditori di questa stessa terra vanno messi al bando e cacciati dalle nostre città. Non ci spaventano, e non ci hanno spaventato, prevenzione e repressione. Non crediamo valga neppure la pena spendersi più di tanto su chi, la Questura di Catania, ha scelto di chiudere un intero paese, blindarlo strada per strada, con un dispiegamento di forze dell’ordine che poteva solo fare sorridere. La Lega, per venire in Sicilia, ha bisogno di stare protetta e rintanata, ha bisogno di scorte su scorte. Quello che Matteo Salvini cerca di nascondere, è l’odio e la rabbia di chi vive e ha vissuto insulti su insulti, soprusi su soprusi. In Veneto non si affittano case ai meridionali? In diretta TV Matteo Salvini incita Etna e Vesuvio a colpi di “Dai che stavolta ce la fai”? La nostra terra, degna e coraggiosa, risponde: risponde togliendo le piazza e questo personaggio vomitevole e ai suoi scagnozzi. Risponde riprendendosi le strade. Risponde rinchiudendo Matteo Salvini, in una stanza e tra quattro mura, dove solo chi fa schifo tanto quanto lui può andarlo ad ascoltare".
In prossimità dell’albergo dove si teneva la piccola convention il corteo è stato bloccato da un muro di celerini e, dopo aver alimentato un piccolo falò con un fantoccio rappresentante il capo leghista, è ritornato sui propri passi, sciogliendosi pacificamente nella piazza da dove era partito.
I manifestanti non hanno naturalmente desistito e si sono concentrati in piazza Micale, nel cuore di Acicastello, a pochi metri dalla piazza da dove l'esponente leghista e i pochi
aficionados locali avrebbero dovuto esibirsi. Il corteo, nonostante fosse autorizzato, è iniziato con notevole ritardo a causa di un vero e proprio blocco stradale messo in atto tramite un'asfissiante presenza di polizia e carabinieri che hanno occupato tutte le traverse del comune castellese. Centinaia di poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa, con la regia della Digos, hanno impedito al pacifico corteo di raggiungere piazza del Castello (nonostante Salvini, scappando, l’avesse lasciata “libera”). Dopo una "trattativa", il corteo, ha proseguito cercando di raggiungere l'hotel dove era in corso il raduno para-leghista. Ma, la decisione della Questura di Catania era chiara: il corteo non doveva raggiungere nessuna meta.
"Abbiamo scelto – si legge in un comunicato degli organizzatori del "Mai con Salvini"- di attraversare le strade che Drago, Attaguille e Salvini, volevano riempire di odio razzista e fascista. Abbiamo scelto di ricordare a Matteo Salvini, con orgoglio e determinazione, che questa terra lo schifa e lo ripudia. Siamo orgogliosi, siciliani e siciliane, terroni e terrone, di vivere in questa terra: una terra di ricchezze, di amore e di bellezza. Oggi Matteo Salvini, per potere parlare, deve rifugiarsi allo Sheraton, in un hotel privato. Domani, dovrà avere paura a mettere piede in tutto il Meridione. I terroni, i terremotati, i colerosi: siamo questo, e siamo molto altro. Siamo gli studenti e le studentesse, le donne e gli uomini, che lottano ogni giorno per la difesa della loro terra, perché questa nostra Sicilia sia libera da chi viene qui a mangiare e cercare voti, perché i traditori di questa stessa terra vanno messi al bando e cacciati dalle nostre città. Non ci spaventano, e non ci hanno spaventato, prevenzione e repressione. Non crediamo valga neppure la pena spendersi più di tanto su chi, la Questura di Catania, ha scelto di chiudere un intero paese, blindarlo strada per strada, con un dispiegamento di forze dell’ordine che poteva solo fare sorridere. La Lega, per venire in Sicilia, ha bisogno di stare protetta e rintanata, ha bisogno di scorte su scorte. Quello che Matteo Salvini cerca di nascondere, è l’odio e la rabbia di chi vive e ha vissuto insulti su insulti, soprusi su soprusi. In Veneto non si affittano case ai meridionali? In diretta TV Matteo Salvini incita Etna e Vesuvio a colpi di “Dai che stavolta ce la fai”? La nostra terra, degna e coraggiosa, risponde: risponde togliendo le piazza e questo personaggio vomitevole e ai suoi scagnozzi. Risponde riprendendosi le strade. Risponde rinchiudendo Matteo Salvini, in una stanza e tra quattro mura, dove solo chi fa schifo tanto quanto lui può andarlo ad ascoltare".
In prossimità dell’albergo dove si teneva la piccola convention il corteo è stato bloccato da un muro di celerini e, dopo aver alimentato un piccolo falò con un fantoccio rappresentante il capo leghista, è ritornato sui propri passi, sciogliendosi pacificamente nella piazza da dove era partito.
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