Dalle stanze del potere escono ogni giorno fiumi di parole che trasmettono un messaggio rassicurante: “Siete in buone mani, potete guardare con fiducia al futuro”.
Ma ogni volta che piove siamo in ansia perché nulla è stato fatto per frenare il dissesto idrogeologico, ogni volta che la terra trema sappiamo con certezza che molte persone non avranno più una casa e i rapporti sociali di intere comunità saranno distrutti.
Ad ogni viaggio in autostrada bisogna fare gli scongiuri per non finire schiacciati da un cavalcavia che crolla o da un tratto di strada che sprofonda.
Ogni mattina, quando portiamo i nostri figli a scuola, siamo più preoccupati del soffitto che rischia
di crollargli sulla testa , che della loro verifica di matematica.
Assistiamo ogni giorno al crescere dei tempi di attesa per una visita specialistica e non abbiamo alternative.
Dobbiamo fare i conti, dopo una vita di lavoro, con pensioni che non permettono d’invecchiare serenamente, senza l’opportunità di poterci prendere cura dei nostri figli, e di nuovi progetti, e se siamo costretti e fare i conti con una disabilità, siamo lasciati soli.
Ai giovani il futuro è negato, condannati alla precarietà e nell’incertezza di tirare a campare secondo canoni imposti che legittimano sfruttamento e lavoro nero, e se conquistano un lavoro dignitoso, rischiano di perderlo con poche speranze di ritrovarne uno.
Viviamo un presente fatto di annunci, incertezze e sperpero di denaro pubblico, e non ci sentiamo di certo in buone mani. Tutto ciò ci farebbe rabbrividire se non fosse che da tempo, abbiamo deciso di impegnarci per cambiarlo, per costruire un futuro diverso.
In Val di Susa ogni giorno osserviamo un cantiere del Tav a pochi passi dalle nostre case, e vediamo l’enorme sproporzione d’investimenti in quel primo buco inutile a fronte dei veri bisogni del nostro Paese e di tutti noi che ci viviamo. E sappiamo che a questo primo cantiere vogliono aggiungerne altri, più devastanti e più costosi.
La politica non risponde, per volontà e incapacità, a nessuna delle richieste reali che vengono da questo presente: casa, reddito, dignità dovrebbero essere fari portanti di chi siede al governo di un Paese nato dalla Resistenza, ma vediamo invece che sono altri i punti cardine che guidano chi governa e chi ci ha governati: profitto, favori alle lobby, inconfessabili interessi personali.
Nella nostra valle manca molto, ma non mancano certo le vie di comunicazione: un’autostrada, due statali e una ferrovia ci collegano con la Francia e costituiscono una rete moderna di trasporto passeggeri e merci; eppure ancora oggi, con un progetto vecchio di anni, ci viene raccontata la balla della necessità di una nuova ferrovia per le merci, quella che non riescono a rappresentare correttamente nemmeno nei grafici fantasmagorici che producono, semplicemente perché non ci sono previsioni credibili e non potranno esserci.
Questo mondo ha bisogno d’altro, lo vediamo tutti i giorni.
Eppure sembra più importante buttare miliardi di euro in un’opera inutile e difenderla con l’esercito che dare risposte a chi si trova senza lavoro o senza casa, o a chi ha perso tutto per una calamità naturale le cui conseguenze sono ingigantite dal degrado di un territorio abbandonato a sé stesso o già ampiamente saccheggiato e devastato. Sembra più importante che dare accoglienza a chi è in fuga da guerre e fame create dagli stessi paesi che chiudono le proprie frontiere.
Ci opponiamo con tutta la forza che abbiamo in corpo, e nel cuore, a questa ingiustizia, e lo facciamo per noi, per i nostri figli, ma anche per tutti quelli per cui non ci sono mai risposte concrete, perché ogni euro speso per il Tav (e per altre grandi opere inutili e dannose) è un euro rubato a qualcosa di utile per tutti noi.
E lo facciamo insieme a tutte le altre lotte contro le Grandi Opere Inutili e Imposte in Italia, in Europa e oltre: No TAP, No Terzo Valico, No Tunnel TAV Firenze, No Muos a Niscemi, No MOSE e No Grandi Navi a Venezia, Notre-Dame-des-Landes in Bretagna, HS2 in Gran Bretagna, KS21 in Germania, Standing Rock negli USA, e molti altri.
Mentre ci condannano alle malattie generate dagli scavi e dalla progettazione creativa a cui assistiamo in Valle di Susa, non ci rassegniamo, lottiamo e giriamo l’Italia e l’Europa conoscendo tante piccole e grandi comunità che si oppongono come noi, o altre che vorrebbero farlo solo che non ne hanno la forza sufficiente.
Crediamo sia giunto il momento di rimetterci nuovamente in marcia per la nostra Valle e non solo, ancora una volta, e per tutte le volte che ce ne sarà bisogno; perché non accettiamo più che i nostri soldi vengano utilizzati per condannarci a morte con opere inutili, devastanti ed inquinanti piuttosto che per mettere in sicurezza i territori, per la ricostruzione, per le bonifiche, per la difesa della salute, per la scuola, per le pensioni, per il futuro dei nostri giovani.
Da oltre 25 anni resistiamo, e ci stiamo attrezzando per farlo per tutto il tempo che servirà, perché c’eravamo, ci siamo e ci saremo!
Le nostre ragioni di ieri sono le stesse di oggi, e oggi sono ancora più forti.
Vogliamo dirlo e farlo vedere tutti e tutte insieme, sabato 6 maggio 2007, per una grande manifestazione popolare da Bussoleno a San Didero, in Valle di Susa, la valle che resiste e non si arrende, né ora né mai!
Ma ogni volta che piove siamo in ansia perché nulla è stato fatto per frenare il dissesto idrogeologico, ogni volta che la terra trema sappiamo con certezza che molte persone non avranno più una casa e i rapporti sociali di intere comunità saranno distrutti.
Ad ogni viaggio in autostrada bisogna fare gli scongiuri per non finire schiacciati da un cavalcavia che crolla o da un tratto di strada che sprofonda.
Ogni mattina, quando portiamo i nostri figli a scuola, siamo più preoccupati del soffitto che rischia
di crollargli sulla testa , che della loro verifica di matematica.
Assistiamo ogni giorno al crescere dei tempi di attesa per una visita specialistica e non abbiamo alternative.
Dobbiamo fare i conti, dopo una vita di lavoro, con pensioni che non permettono d’invecchiare serenamente, senza l’opportunità di poterci prendere cura dei nostri figli, e di nuovi progetti, e se siamo costretti e fare i conti con una disabilità, siamo lasciati soli.
Ai giovani il futuro è negato, condannati alla precarietà e nell’incertezza di tirare a campare secondo canoni imposti che legittimano sfruttamento e lavoro nero, e se conquistano un lavoro dignitoso, rischiano di perderlo con poche speranze di ritrovarne uno.
Viviamo un presente fatto di annunci, incertezze e sperpero di denaro pubblico, e non ci sentiamo di certo in buone mani. Tutto ciò ci farebbe rabbrividire se non fosse che da tempo, abbiamo deciso di impegnarci per cambiarlo, per costruire un futuro diverso.
In Val di Susa ogni giorno osserviamo un cantiere del Tav a pochi passi dalle nostre case, e vediamo l’enorme sproporzione d’investimenti in quel primo buco inutile a fronte dei veri bisogni del nostro Paese e di tutti noi che ci viviamo. E sappiamo che a questo primo cantiere vogliono aggiungerne altri, più devastanti e più costosi.
La politica non risponde, per volontà e incapacità, a nessuna delle richieste reali che vengono da questo presente: casa, reddito, dignità dovrebbero essere fari portanti di chi siede al governo di un Paese nato dalla Resistenza, ma vediamo invece che sono altri i punti cardine che guidano chi governa e chi ci ha governati: profitto, favori alle lobby, inconfessabili interessi personali.
Nella nostra valle manca molto, ma non mancano certo le vie di comunicazione: un’autostrada, due statali e una ferrovia ci collegano con la Francia e costituiscono una rete moderna di trasporto passeggeri e merci; eppure ancora oggi, con un progetto vecchio di anni, ci viene raccontata la balla della necessità di una nuova ferrovia per le merci, quella che non riescono a rappresentare correttamente nemmeno nei grafici fantasmagorici che producono, semplicemente perché non ci sono previsioni credibili e non potranno esserci.
Questo mondo ha bisogno d’altro, lo vediamo tutti i giorni.
Eppure sembra più importante buttare miliardi di euro in un’opera inutile e difenderla con l’esercito che dare risposte a chi si trova senza lavoro o senza casa, o a chi ha perso tutto per una calamità naturale le cui conseguenze sono ingigantite dal degrado di un territorio abbandonato a sé stesso o già ampiamente saccheggiato e devastato. Sembra più importante che dare accoglienza a chi è in fuga da guerre e fame create dagli stessi paesi che chiudono le proprie frontiere.
Ci opponiamo con tutta la forza che abbiamo in corpo, e nel cuore, a questa ingiustizia, e lo facciamo per noi, per i nostri figli, ma anche per tutti quelli per cui non ci sono mai risposte concrete, perché ogni euro speso per il Tav (e per altre grandi opere inutili e dannose) è un euro rubato a qualcosa di utile per tutti noi.
E lo facciamo insieme a tutte le altre lotte contro le Grandi Opere Inutili e Imposte in Italia, in Europa e oltre: No TAP, No Terzo Valico, No Tunnel TAV Firenze, No Muos a Niscemi, No MOSE e No Grandi Navi a Venezia, Notre-Dame-des-Landes in Bretagna, HS2 in Gran Bretagna, KS21 in Germania, Standing Rock negli USA, e molti altri.
Mentre ci condannano alle malattie generate dagli scavi e dalla progettazione creativa a cui assistiamo in Valle di Susa, non ci rassegniamo, lottiamo e giriamo l’Italia e l’Europa conoscendo tante piccole e grandi comunità che si oppongono come noi, o altre che vorrebbero farlo solo che non ne hanno la forza sufficiente.
Crediamo sia giunto il momento di rimetterci nuovamente in marcia per la nostra Valle e non solo, ancora una volta, e per tutte le volte che ce ne sarà bisogno; perché non accettiamo più che i nostri soldi vengano utilizzati per condannarci a morte con opere inutili, devastanti ed inquinanti piuttosto che per mettere in sicurezza i territori, per la ricostruzione, per le bonifiche, per la difesa della salute, per la scuola, per le pensioni, per il futuro dei nostri giovani.
Da oltre 25 anni resistiamo, e ci stiamo attrezzando per farlo per tutto il tempo che servirà, perché c’eravamo, ci siamo e ci saremo!
Le nostre ragioni di ieri sono le stesse di oggi, e oggi sono ancora più forti.
Vogliamo dirlo e farlo vedere tutti e tutte insieme, sabato 6 maggio 2007, per una grande manifestazione popolare da Bussoleno a San Didero, in Valle di Susa, la valle che resiste e non si arrende, né ora né mai!
Il Movimento NO TAV
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