Rinnovo contratto metalmeccanici, dopo la bocciatura del direttivo Fiom a Genova arriva Landini
Genova. E’ un vero e proprio caso politico quello scoppiato
all’interno del sindacato dei metalmeccanici della Cgil, dopo che il direttivo
della Fiom di Genova ha bocciato praticamente all’unanimità (66 voti favorevoli,
solo un contrario e un astenuto) l’ipotesi di accordo per il rinnovo del
contratto nazionale delle tute blu che le segreterie nazionali di Fiom,Fim e
Uilm avevano firmato il 25 novembre. Su quell’accordo a Genova dalla prossima
settimana si terranno assemblee in tutte le fabbriche poi ci sarà il voto dal 19
al 21 dicembre. Le principali assemblee saranno quella del 14
all’Ilva di Cornigliano, del 15 nella sede di Leonardo (ex Selex), il 16 in Ansaldo Energia e a Fincantieri.
E per tentare di spiegare ai lavoratori genovesi, in particolare agli iscritti alla Fiom che da settimane manifestano malumori, i punti qualificanti dell’accordo, arriverà a Genova il segretario nazionale Maurizio Landini che parteciperà all’assemblea unitaria del 16 dicembre in Ansaldo.
La tensione è alta e i dirigenti Fiom preferiscono non rilasciare dichiarazioni ma è chiaro che il segnale arrivato da Genova (l’unico direttivo che ha fatto la stessa scelta di rottura è quello di Trieste) è un sonoro schiaffo per il leader sindacale in una città per lui comunque non facilissima soprattutto dopo che poco meno di un anno fa, nel pieno dell’occupazione dell’Ilva da parte della sola Fiom nelle ormai famose ‘tre giornate dell’Ilva’ Landini tenne un profilo considerato da molti decisamente basso e non venne a Genova a sostenere la protesta. Ma cosa prevede e cosa non piace alla Fiom genovese di questo contratto? In pratica il contratto delle tute blu, che secondo Federmeccanica e Confindustria dovrebbe diventare un modello per le altre categorie, introduce un nuovo modello contrattuale che prevede che da un lato gli aumenti salariali vengano erogati ex post, nel mese di giugno, in base all’inflazione relativa all’anno precedente. Il resto anziché arrivare ‘cash’, arriverebbe tramite benefit welfare, come l’estensione della sanità integrativa al 100%, buoni benzina, buoni spesa e via dicendo che come spiegato dalla nota del direttivo della Fiom genovese “è sostitutivo degli aumenti salariali e non agisce sugli istituti contrattuali (contributi inps, inail, tfr etc.)”. Un sistema che “costituisce un precedente pericoloso che penalizza soprattutto i giovani ed ipoteca il futuro della contrattazione”.
all’Ilva di Cornigliano, del 15 nella sede di Leonardo (ex Selex), il 16 in Ansaldo Energia e a Fincantieri.
E per tentare di spiegare ai lavoratori genovesi, in particolare agli iscritti alla Fiom che da settimane manifestano malumori, i punti qualificanti dell’accordo, arriverà a Genova il segretario nazionale Maurizio Landini che parteciperà all’assemblea unitaria del 16 dicembre in Ansaldo.
La tensione è alta e i dirigenti Fiom preferiscono non rilasciare dichiarazioni ma è chiaro che il segnale arrivato da Genova (l’unico direttivo che ha fatto la stessa scelta di rottura è quello di Trieste) è un sonoro schiaffo per il leader sindacale in una città per lui comunque non facilissima soprattutto dopo che poco meno di un anno fa, nel pieno dell’occupazione dell’Ilva da parte della sola Fiom nelle ormai famose ‘tre giornate dell’Ilva’ Landini tenne un profilo considerato da molti decisamente basso e non venne a Genova a sostenere la protesta. Ma cosa prevede e cosa non piace alla Fiom genovese di questo contratto? In pratica il contratto delle tute blu, che secondo Federmeccanica e Confindustria dovrebbe diventare un modello per le altre categorie, introduce un nuovo modello contrattuale che prevede che da un lato gli aumenti salariali vengano erogati ex post, nel mese di giugno, in base all’inflazione relativa all’anno precedente. Il resto anziché arrivare ‘cash’, arriverebbe tramite benefit welfare, come l’estensione della sanità integrativa al 100%, buoni benzina, buoni spesa e via dicendo che come spiegato dalla nota del direttivo della Fiom genovese “è sostitutivo degli aumenti salariali e non agisce sugli istituti contrattuali (contributi inps, inail, tfr etc.)”. Un sistema che “costituisce un precedente pericoloso che penalizza soprattutto i giovani ed ipoteca il futuro della contrattazione”.
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