La crisi dell’economia mondiale costringe i capitalisti e i
loro lacchè a rifare i conti, ad analizzare, e sperimentarle tutte pur di
ricominciare a fare profitti e cercare di scongiurare il pericolo della “stagnazione
secolare”. In questo caso (oltre a fare ricorso alla guerra permanente) l’ennesimo
“centro studi” ha pensato alle donne, cioè alla forza lavoro delle donne, come
possibile ulteriore “risorsa” per cercare di salvare l’imperialismo con i suoi
profitti e tutte le sue indicibili schifezze…
La cifra riportata è davvero gigantesca, è l’equivalente di
dieci anni di prodotto interno lordo di un paese come l’Italia!
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12 mila miliardi in 10 anni di Pil se solo le donne
lavorassero
Che sia una questione economica, non c’è più dubbio ormai da
anni. Ora resta da capire a quanto ammonti il contributo che le donne possono
dare all’economia mondiale con il loro lavoro. A livello globale solo una donna
su due lavora in modo retribuito, conto il 75% degli uomini. Se la percentuale
di donne al lavoro salisse ai livelli dell’occupazione maschile il Pil mondiale
avrebbe un balzo di 12 mila miliardi di dollari. Il dato è ripresa dal report
di Ubs “Women as a force for economic change”, che analizza la miriade di dati
diffusi, educazione, carriera. Ma aumentare l’occupazione femminile è un’azione
a costo zero? Tutt’altro. Perché per arrivare all’obiettivo servono investimenti
da 2 mila miliardi (pari all’1,7% del Pil globale), ma soprattutto, sottolinea
Ubs, serve un cambiamento culturale sostanziale. I numeri resteranno, quindi,
ancora una volta, un semplice esercizio intellettuale.
Il Sole 24 Ore
9 novembre 2016
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