giovedì 8 dicembre 2016

pc 8 dicembre - FORMAZIONE OPERAIA - PUBBLICHIAMO UN COMMENTO

A chiusura della Formazione Operaia su "L'imperialismo" di Lenin, pubblichiamo un commento/contributo di un compagno, che affronta la questione delle contraddizioni inter-imperialistiche attuali e la colpevole "cecità" di alcuni "rivoluzionari" nostrani.

Circa la sintesi del nono capitolo de "L'Imperialismo. Fase suprema del capitalismo" di Lenin apparsa sul blog, viene in mente come questo capitolo in particolare dia gli strumenti per smascherare le posizioni di classe della piccola borghesia e dei riformisti (e socialimperialisti) travestite da posizioni rivoluzionarie.
Da un lato ciò é importante per combattere posizioni e tendenze pericolose all'interno del MCI, dall'altro per sottoporre a critica e orientare la classe operaia e il proletariato in generale che é influenzato dalle idee della classe dominante quindi dallo sciovinismo ad esempio, ecc.

Negli ultimi 5 anni vi sono stati degli sviluppi circa gli assetti mondiali geopolitici ovvero circa gli
"equilibri" tra potenze e fronti imperialisti contrapposti nella spartizione del mondo.
Le principali faglie si sono aperte in Ucraina, provocando la crisi sfociata in guerra ben nota che potenzialmente potrebbe estendersi ad altri paesi dell'area quali la Polonia, le Repubbliche baltiche, la Moldova e anche i paesi scandinavi.
L'altra faglia é rappresentata dal Medio Oriente, in cui le contraddizioni inter-imperialistiche sono più intrecciate e coinvolgono più potenze imperialiste (non solo USA e Russia, anche Francia, Regno Unito e Italia) ma anche le storiche potenze regionali come Turchia, Arabia Saudita, Israele da un lato e Iran dall'altro.
Il Medio Oriente é stato sempre un fronte caldo ma nonostante ciò repentinamente un paese "stabile" come la Siria é piombato nel caos insieme al meno stabile Irak (sotto aggressione imperialista da praticamente 20 anni), ancor più in Ucraina era inimmaginabile che scoppiasse una guerra civile.
Invece questi fatti confermano quando detto da Lenin circa la continua modifica dei rapporti di forza tra le potenze imperialiste e i conseguenti attriti.
Cio' conferma molto semplicemente che non ci sono vie di mezzo tra "socialismo o barbarie (imperialismo)".

Tutto cio' che si colloca nell'area grigia del "meno peggio" deve fare accendere un campanello di allarme tra le avanguardie e i militanti.
Ad esempio utilizzando la critica di Lenin alle teoria dell'ultra imperialismo e doveroso combattere su tutti i campi chi in maniera aperta o velata sostiene di fatto in maniera criminale l'imperialismo russo, questi elementi, siano essi individui o gruppi organizzati, devono essere combattuti senza pietà dal movimento operaio e rivoluzionario ponendosi al fianco del proletariato sfruttato russo e di tutti i popoli oppressi dall'imperialismo russo.
Abbiamo già parlato in altri scritti circa il ruolo della Cina imperialista in Africa e il suo montante interventismo verso il Medio Oriente. Anche qui, ancora di più, i rivoluzionari devono sostenere il proletariato cinese e il popolo cinese schiacciati ogni giorno dal fascismo travestito da socialismo (e pur in forme aberranti come il cosiddetto "socialismo di mercato"), un imperialismo in ascesa colluso con quello russo nella contesa mondiale combattuta contro la potenza egemone americana.
Chi parteggia per il regime cinese "socialista" che incarcera gli operai e i rivoluzionari maoisti, che riscrive la storia e cancella con metodi goebbelsiani l'apice dell'esperienza rivoluzionaria del proletariato cinese e mondiale, la gloriosa Grande Rivoluzione Cultura Proletaria, non può e non deve non essere oggetto di forte critica, in particolare nel 50esimo anniversario della GRCP.

Le due principali "faglie" rischiano che il fronteggiamento per interposta persona scoppi in guerra diretta tra i poli imperialisti ovvero sfoci in una terza guerra mondiale. Ma a parte queste due aree caldissime vi sono altre aree calde nel pianeta in particolare in Africa ma anche al confine tra India e Pakistan, nel mar del Giappone e nel mar cinese in cui giocano alcuni imperialisti come Cina, Giappone e Usa oltre che alcuni regimi quali Corea del Nord, Taiwan, Corea del Nord e Filippine.
In questo contesto internazionale esplosivo c'é chi a "sinistra" ha tirato un sospiro di sollievo per l'elezione di Trump e le sue dichiarate intenzioni di distensione con l'imperialismo russo e il governo siriano e il defilarsi dall'Europa in generale e quindi di ritirare gli aiuti economici al governo nazista di Kiev e disimpegnarsi dal "fronte" est europeo sotto egida NATO.
Non entriamo qui nel merito delle conseguenze interne negli USA dell'esito del voto riguardo le quali un rivoluzionario conseguente dovrebbe, come hanno fatto dal primo minuto i compagni e buona parte delle masse americane, dare battaglia al nuovo governo più che essere sollevato. Ma riguardo gli effetti sulla politica internazionale ed estera, non si può esultare a "sinistra" della collusione tra imperialismi per due motivi:
come ricordato da Lenin, la collusione prepara la nuova guerra. Inoltre un comunista che conosce le leggi del capitalismo e dell'imperialismo sa che questo sistema é in "guerra perenne su più fronti"; cioé si basa su contraddizioni insanabili che si traducono in sfruttamento e guerre. La risoluzione di tutte queste contraddizioni é riposta nella Rivoluzione cioé nella Guerra giusta contro la guerra che la borghesia combatte ogni giorno contro la maggioranza della popolazione mondiale.
Quindi la guerra in sé deve essere vista dai rivoluzionari come un'opportunità per accelerare (soprattutto in tempi di guerra) la propria organizzazione e legame con le masse con le armi per terminare la guerra di aggressione con la guerra rivoluzionaria, per farla finita con le sofferenze per il popolo una volta e per tutte.
Chi esulta per la continua agonia "pacifica" di questo sistema é un servo dell'imperialismo, come lo sono tutti i pacifisti e i riformisti o per meglio dire social-imperialisti, socialisti a parole ma sostenitori dell'imperialismo in ultima analisi.

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