Padroni e governo
conoscono solo il linguaggio della lotta dura e la loro azione è la
testimonianza principale di questa verità. La lotta sindacale è una
delle forme della guerra di classe, si può condurre e vincere se se
ne conoscono le leggi e i lavoratori siano guidati e organizzati per
usarle.
Di fronte all'ondata di
iniziative rispetto ai licenziamenti, Almaviva e il governo, con il
suo braccio preferito nelle vertenze sindacali, la Bellanova,
sembrava che ci stessero ripensando, o almeno riducendo il loro piano
secondo una proposta di intesa.
Ma sarà come sarà, dopo
il fatidico 4 dicembre in cui tutti i padroni hanno sostenuto il Sì,
quello che aleggia nelle loro fila sembra uno spirito di vendetta. Ma
anche la considerazione che questo governo e la Bellanova non servono
a niente o non servono più.
Tutte le vertenze
sindacali passeranno attraverso questa esperienza nei prossimi
giorni.
Per tornare ad Almaviva,
il 18 dicembre sembra ora che partiranno davvero i 2511 (1666 a Roma,
845 a Napoli) licenziamenti con la chiusura delle sedi di Roma e
Napoli.
Almaviva vuole sì gli
ammortizzatori sociali, ma vuole soprattutto i tagli salariali
“attraverso la perdita di un livello professionale (chi è al 4°
passerebbe al 3°), l'azzeramento degli scatti, ecc.
La Bellanova dichiara che
il governo ha mantenuto gli impegni stanziando 30 milioni di euro destinati al settore dei call center, ma ai padroni non bastano.
Ad Almaviva questo governo e i sindacati ad esso legati non bastano
più.
Certo, il 12 dicembre c'è
ancora un incontro. Noi pensiamo che governo e sindacati, di fronte
alla faccia feroce di Almaviva, proporranno ulteriori cedimenti su
tutto.
L'incognita qui non è ciò
che faranno padroni, governo e sindacati, ma cosa sono in grado a
questo punto di fare, autonomamente, i lavoratori di Roma e Napoli,
stressati dalle trattative e indeboliti come compattezza e livelli di
organizzazione.
Alla trattativa ad
oltranza, di cui parla la Bellanova, lo Slai cobas per il sindacato
di classe invita a rispondere con lo sciopero ad oltranza e l'uso di
tutte le forme di lotta necessarie per resistere e fermare gli
effetti più disastrosi del piano.
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