martedì 6 dicembre 2016

pc 6 dicembre - GRILLO E IL MOVIMENTO 5 STELLE: PROPOSTE DI RIFORMA... PER SALVARE LE BANCHE E I PADRONI

La vittoria del No al referendum ha ringalluzzito Grillo che ne sta approfittando anche per distrarre tutti dai problemi del suo partito, che si deve districare tra i falsificatori di firme di Palermo e le liti interne per le poltrone in vista delle prossime elezioni…
Ma Grillo e il suo partito non si distraggono affatto quando si tratta di rassicurare i “mercati”, cioè i padroni che gestiscono miliardi da investire per trarre il maggiore profitto, e questo lo ha fatto prima durante e dopo il referendum! Ha detto, infatti, che anche in caso di vittoria del no non ci sarebbe stato da preoccuparsi… e questo lo sappiamo bene! E lo sanno bene anche i padroni e la finanza che non hanno nulla da temere dal M5S!
Tanto li rassicura che ha anche preparato una proposta di riforma bancaria! E sappiamo che quella delle banche è un’ossessione in particolare di Grillo in quanto correntista di una certa entità!
La “proposta” come possiamo leggere in un articolo pubblicato con tanto di “interesse” dal Sole 24
Ore del 26 novembre prevede una “«Banca pubblica italiana» (Bpi) capace di emettere obbligazioni e finanziarsi in Bce e nell’eurosistema e di gestire i fondi di garanzia, dalla Sabatini al Fondo Pmi.” Nella sostanza non cambierebbe quasi niente rispetto a come le cose stanno adesso: la banca dovrebbe chiedere i soldi in prestito alla Banca centrale europea e addirittura all’odiato “eurosistema”! La “novità” consisterebbe nella gestione di “fondi di garanzia”. Garanzia per chi? Ma per le piccole e medie imprese! Il Fondo Pmi (Piccole Medie Imprese) e la “Sabatini”, per l’appunto, che è il nome di una legge che prevede agevolazioni finanziarie per l’acquisto di macchinari, ecc.,
Ma questo lo fa già il governo, come lo hanno fatto tutti i governi del passato, attraverso le tante leggi sulle agevolazioni, la Cassa Depositi e Prestiti, il “nuovissimo” Fondo Atlante, ecc. ecc.
Infatti, il giornale prosegue, la proposta sarebbe: “Articolata in due strutture: una con licenza bancaria che finanzia medie, piccole e microimprese per iniziative di interesse pubblico, dall’ambiente alla ricerca; l’altra che investe, gestendo strumenti agevolati per conto di terzi, insieme a Cassa depositi e prestiti.”

E per mettere su questa bella proposta Grillo e il M5S hanno studiato, e Di Maio ha pure fatto il giro dell’intera Europa: «Ho già fatto visita e parlato con i vertici dell’Ico spagnola, della Bpi francese e della tedesca Kfw», spiega al Sole 24 Ore il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. «Ci piace in particolare il modello francese, perché con i suoi 48 sportelli sul territorio riesce a instaurare un rapporto diretto con i cittadini».
Siamo al “futuristico” ritorno alle vecchie Casse di Risparmio che venivano gestite dalla Democrazia Cristiana! “Presenti” sul territorio per raccogliere risparmi e voti! Ma questo comunque potrebbero farlo se andassero al governo? E infatti ci pensano… sentiamo Di Maio: «Tutte le altre banche mi hanno fatto presente le periodiche iniezioni di capitale che arrivano dallo Stato. Se andassimo al governo, faremmo un decreto per ridurre certi sprechi e incanalare le risorse nella dotazione della nostra banca pubblica in favore del credito all’economia reale. Ci metteremmo i soldi che taglieremo ai politici, quelli che il Pd non vuole toccare».
A parte l’eterna cretinata degli “sprechi” come la dicono i grillini, siamo ancora alle “iniezioni di capitali che arrivano dallo Stato” per parlare ancora di grandi “novità”! come quella del salvataggio della CariChieti, una delle tante banche in fallimento, «Basterebbero 100 milioni di aumento di capitale. Ma l’ideale sarebbe avere come holding un ente pubblico con licenza bancaria totale». Quindi soldi dello Stato, esattamente come è adesso!

E per concludere c’è la “fantasia” di un altro deputato cinquestelle, Villarosa, che secondo quanto dice l’articolo, cita la banca pubblica francese: «Nel 2015 ha mosso 21,7 miliardi, di cui 12 di finanziamenti alle piccole e micro imprese, (quando si dice la fissazione! ndr) chiudendo con un utile di 300 milioni. In tre anni la Bpi potrebbe arrivare a 20 miliardi medi annuali di business…”

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