La vittoria del No al referendum ha ringalluzzito Grillo che
ne sta approfittando anche per distrarre tutti dai problemi del suo partito,
che si deve districare tra i falsificatori di firme di Palermo e le liti
interne per le poltrone in vista delle prossime elezioni…
Ma Grillo e il suo partito non si distraggono affatto quando
si tratta di rassicurare i “mercati”, cioè i padroni che gestiscono miliardi da
investire per trarre il maggiore profitto, e questo lo ha fatto prima durante e
dopo il referendum! Ha detto, infatti, che anche in caso di vittoria del no non
ci sarebbe stato da preoccuparsi… e questo lo sappiamo bene! E lo sanno bene
anche i padroni e la finanza che non hanno nulla da temere dal M5S!
Tanto li rassicura che ha anche preparato una proposta di
riforma bancaria! E sappiamo che quella delle banche è un’ossessione in
particolare di Grillo in quanto correntista di una certa entità!
La “proposta” come possiamo leggere in un articolo
pubblicato con tanto di “interesse” dal Sole 24
Ore del 26 novembre prevede una “«Banca pubblica italiana» (Bpi) capace di emettere obbligazioni e finanziarsi in Bce e nell’eurosistema e di gestire i fondi di garanzia, dalla Sabatini al Fondo Pmi.” Nella sostanza non cambierebbe quasi niente rispetto a come le cose stanno adesso: la banca dovrebbe chiedere i soldi in prestito alla Banca centrale europea e addirittura all’odiato “eurosistema”! La “novità” consisterebbe nella gestione di “fondi di garanzia”. Garanzia per chi? Ma per le piccole e medie imprese! Il Fondo Pmi (Piccole Medie Imprese) e la “Sabatini”, per l’appunto, che è il nome di una legge che prevede agevolazioni finanziarie per l’acquisto di macchinari, ecc.,
Ore del 26 novembre prevede una “«Banca pubblica italiana» (Bpi) capace di emettere obbligazioni e finanziarsi in Bce e nell’eurosistema e di gestire i fondi di garanzia, dalla Sabatini al Fondo Pmi.” Nella sostanza non cambierebbe quasi niente rispetto a come le cose stanno adesso: la banca dovrebbe chiedere i soldi in prestito alla Banca centrale europea e addirittura all’odiato “eurosistema”! La “novità” consisterebbe nella gestione di “fondi di garanzia”. Garanzia per chi? Ma per le piccole e medie imprese! Il Fondo Pmi (Piccole Medie Imprese) e la “Sabatini”, per l’appunto, che è il nome di una legge che prevede agevolazioni finanziarie per l’acquisto di macchinari, ecc.,
Ma questo lo fa già il governo, come lo hanno fatto tutti i
governi del passato, attraverso le tante leggi sulle agevolazioni, la Cassa
Depositi e Prestiti, il “nuovissimo” Fondo Atlante, ecc. ecc.
Infatti, il giornale prosegue, la proposta sarebbe: “Articolata
in due strutture: una con licenza bancaria che finanzia medie, piccole e
microimprese per iniziative di interesse pubblico, dall’ambiente alla ricerca;
l’altra che investe, gestendo strumenti agevolati per conto di terzi, insieme a
Cassa depositi e prestiti.”
E per mettere su questa bella proposta Grillo e il M5S hanno
studiato, e Di Maio ha pure fatto il giro dell’intera Europa: «Ho già fatto
visita e parlato con i vertici dell’Ico spagnola, della Bpi francese e della
tedesca Kfw», spiega al Sole 24 Ore il vicepresidente della Camera, Luigi Di
Maio. «Ci piace in particolare il modello francese, perché con i suoi 48
sportelli sul territorio riesce a instaurare un rapporto diretto con i
cittadini».
Siamo al “futuristico” ritorno alle vecchie Casse di
Risparmio che venivano gestite dalla Democrazia Cristiana! “Presenti” sul
territorio per raccogliere risparmi e voti! Ma questo comunque potrebbero farlo
se andassero al governo? E infatti ci pensano… sentiamo Di Maio: «Tutte le
altre banche mi hanno fatto presente le periodiche iniezioni di capitale che
arrivano dallo Stato. Se andassimo al governo, faremmo un decreto per ridurre
certi sprechi e incanalare le risorse nella dotazione della nostra banca
pubblica in favore del credito all’economia reale. Ci metteremmo i soldi che
taglieremo ai politici, quelli che il Pd non vuole toccare».
A parte l’eterna cretinata degli “sprechi” come la dicono i
grillini, siamo ancora alle “iniezioni di capitali che arrivano dallo Stato”
per parlare ancora di grandi “novità”! come quella del salvataggio della
CariChieti, una delle tante banche in fallimento, «Basterebbero 100 milioni di
aumento di capitale. Ma l’ideale sarebbe avere come holding un ente pubblico
con licenza bancaria totale». Quindi soldi dello Stato, esattamente come è
adesso!
E per concludere c’è la “fantasia” di un altro deputato
cinquestelle, Villarosa, che secondo quanto dice l’articolo, cita la banca
pubblica francese: «Nel 2015 ha mosso 21,7 miliardi, di cui 12 di finanziamenti
alle piccole e micro imprese, (quando si dice la fissazione! ndr) chiudendo con
un utile di 300 milioni. In tre anni la Bpi potrebbe arrivare a 20 miliardi
medi annuali di business…”
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