Pisapia prima e SALA oggi, complici della mafia - Renzi a Milano uguale mafia.
Le elezioni a MILANO sono state una lotta fra cosche mafiose attraverso partiti, liste e candidati - chi ha partecipato a queste elezioni compreso le 'liste di sinistra' si sono prestate a questo gioco truccato - coloro che a sinistra hanno votato SALA 'per non far vincere Parisi', chi ha votato forze di destra travestite come i grillini... sono utili idioti al servizio dello stato di cose esistenti.
proletari comunisti -PCmItalia
Expo, 11 arresti a Milano: “Associazione a delinquere per favorire Cosa Nostra”
E’ “chiaro”, scrive il gip di Milano Maria Cristina Mannocci
nell’ordinanza di custodia cautelare, che un “meccanismo quale quello
emerso dalle indagini è stato reso possibile da amministratori di
aziende di non piccole dimensioni, consulenti, notai e commercialisti
che in sostanza ‘non hanno voluto vedere’ quello che accadeva intorno a
loro”. Il giudice parla di “gravi superficialità“, ma
“certamente anche grazie a convenienze”, da parte di “soggetti
appartenenti al mondo dell’imprenditoria e delle libere professioni”. E
per “alcuni” di loro “si profila peraltro un atteggiamento che va oltre
la connivenza”. Il procuratore capo di Milano Francesco Greco
in conferenza stampa l’ha definita una “vicenda inquietante”: “Le
organizzazioni criminali sono riuscite a inserirsi nelle partecipate
pubbliche. L’indagine ha messo alla luce una rete di riciclaggio
all’estero, che puntiamo a svelare completamente attraverso rogatorie
con altri Paesi”. Gli arresti ha aggiunto, dimostrano ancora una
volta “una stretta interconnessione tra organizzazioni criminali mafiose
e criminalità economica”. “Non sono individuate responsabilità penali
in capo a Ente Fiera o a Expo”, ha precisato Boccassini.
Al centro dell’inchiesta c’è il consorzio di cooperative Dominus Scarl
specializzato nell’allestimento di stand, che ha lavorato per la Fiera
di Milano da cui ha ricevuto in subappalto l’incarico di realizzare
alcuni padiglioni per l’Esposizione universale dell’anno scorso. Il
principale indagato è il presidente del consorzio Giuseppe Nastasi e il suo collaboratore Liborio Pace. Ai
due e a Calogero Nastasi (padre di Giuseppe) è contestato di aver
operato con il fine di favorire la famiglia di Cosa Nostra dei Petraperzia (Enna). In manette con l’accusa di riciclaggio anche l’avvocato di Caltanissetta Danilo Tipo,
ex presidente della Camera Penale nissena, difensore nel processo per
la strage di Capaci ed ex consigliere comunale per il centrodestra nel
comune siciliano. A Tipo sono stati sequestrati 300mila euro
a ottobre scorso: mentre era in corso una perquisizione in una
cooperativa, Pace ha consegnato i soldi all’avvocato che a sua volta li
ha messi in buste bianche e li ha nascosti nella sua automobile. Con le
forze dell’ordine si è giustificato dicendo che si trattava di denaro
ottenuto in nero con le sue parcelle.Gli arrestati sono accusati di aver ottenuto dalla Fiera di Milano 20 milioni di euro di appalti in tre anni di fatturato attraverso la società Nolostand spa, società del gruppo Fiera di Milano, che in mattinata è stata commissariata dal Tribunale di Milano “perché alcuni indagati nell’inchiesta hanno contatti con dirigenti e vertici della società”. Il consorzio di cooperative per Expo 2015 ha realizzato gli allestimenti espositivi del Palazzo Congressi, dell’Auditorium, dei padiglioni della Francia e del Qatar e della Guinea, nonché dello stand Birra Poretti. Secondo le indagini le società del consorzio erano intestate a prestanomi di Giuseppe Nastasi, il principale indagato. Le società coinvolte ricorrevano a una sistema di fatture false per creare fondi neri. Il denaro, secondo l’accusa, era poi riciclato in Sicilia. Nel corso delle indagini, è stato ‘intercettato’ anche un camion partito dalla Lombardia e diretto in Sicilia con dentro nascosti 400mila euro in contanti. Il veicolo era guidato dal collaboratore del consorzio Dominus, Liborio Pace. Il commissariamento di Nolostand, ha spiegato Ilda Boccassini, chiesto e ottenuto dalla Procura come misura preventiva “è un messaggio che viene lanciato ai grossi gruppi, alle multinazionali, per dire ‘guardate che con i vostri comportamenti colposi state consentendo infiltrazioni di associazioni mafiose'”.
Nel decreto con cui è stata disposta l’amministrazione giudiziaria della Nolostand spa, si legge che l’utilizzo “di prestanome a capo del consorzio Dominus” ha consentito “agli indagati di aggirare sia i controlli istituzionali svolti dalla Dia e dalla Prefettura, che le procedure di internal audit, controlli e verifiche che, seppur formalmente attivate, non hanno evidenziato anomalie in ragione della mimetizzazione degli indagati all’interno del Consorzio”. Nel decreto si segnala che “i soggetti indagati (…) per reati di associazione di stampo mafioso e riciclaggio, hanno avuto, ed hanno nell’attualità, contatti continuativi con dirigenti ed organi apicali di Nolostand” finalizzati “all’ottenimento o alla proroga di importanti commesse nel settore dell’allestimento di eventi espositivi/fieristici milanesi”.
Nolostand “non fa gare pubbliche”, ha aggiunto Boccassini, “e se vogliamo qua c’è un ente pubblico che non fa gare pubbliche, ma questo è un altro tema in capo alla politica”. I pm hanno spiegato che, tra l’altro, Calogero Nastasi, padre di Giuseppe, arrestato nell’inchiesta e principale indagato, aveva “legittimamente” un ufficio in Fiera Milano. Calogero Nastasi, infatti, era l’amministratore di diritto del consorzio Dominus (ha preso in subappalto lavori dalla controllata del gruppo Fiera Nolostand) riconducibile, invece, di fatto al figlio.
Le indagini della Dda di Milano si sono avvalse anche di rogatorie avviate presso le autorità di Slovenia, Slovacchia e del Liechtenstein per “mettere le mani su conti correnti esteri che fanno riferimento ad alcuni degli 11 arrestati”.
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