La
crisi dello Stato reazionario marocchino si accentua sempre più. Di fronte all’applicazione
della politica antipopolare e antinazionale, ancora aggi si sviluppano delle
resistenze popolari importanti ma anche una repressione estrema.
Così
le masse popolari in Marocco non restano con le mani in mano di fronte a delle
scelte politiche reazionarie che hanno lo scopo di asservirle sempre di più: al
contrario! In tutti i settori della società, si sviluppano delle lotte e delle
resistenze per fronteggiare questa politica. Per citare solo qualche esempio,
menzioniamo lo sciopero eroico dei minatori di JBELAWAM e l’occupazione della
miniera: queste azioni sono state ripetute per 19 giorni e hanno permesso di
uscire vincitori da questo braccio
di ferro e di imporre le loro rivendicazioni giuste e legittime. Ricordiamo anche i lavoratori del settore dell’acciaio che hanno condotto e conducono ancora degli scioperi per migliorare le loro condizioni di lavoro e fare valere i loro diritti. A questo si aggiunge lo sciopero degli insegnanti che è durato diversi mesi e che si è anche concluso con la vittoria degli scioperanti.
di ferro e di imporre le loro rivendicazioni giuste e legittime. Ricordiamo anche i lavoratori del settore dell’acciaio che hanno condotto e conducono ancora degli scioperi per migliorare le loro condizioni di lavoro e fare valere i loro diritti. A questo si aggiunge lo sciopero degli insegnanti che è durato diversi mesi e che si è anche concluso con la vittoria degli scioperanti.
In
tante piccole città del paese, le popolazioni si sollevano allo stesso modo
regolarmente per rivendicare l’applicazione dei loro più elementari diritti (diritto
alla salute e all’istruzione, lotta contro il carovita tra gli altri). E proprio
nelle regioni più lontane del Marocco, si tengono regolarmente delle riunioni,
delle manifestazioni e delle occupazioni dopo molti mesi per imporre il
rispetto fondamentale del diritto dell’accesso all’acqua, alla terra, all’istruzione,
alla sanità e permettere anche che queste regioni escano dalla
marginalizzazione politica, economica e sociale nella quale lo Stato le vuole
relegare.
Di
fronte a tutte queste forme di resistenza popolare, la politica degli anni di
piombo raddoppia e scatena tutta la violenza dell’apparato repressivo, in cui
ogni giorno, dei manifestanti sono repressi, arrestati, torturati, assassinati.
Tutte le forme di contestazione sono subito represse anche se si esprimono con
dei metodi pacifici: l’ultimo esempio è stato la manifestazione del 20
febbraio, a Casablanca, il 15 maggio scorso, fortemente repressa dagli sbirri
del regime.
È
dentro questo quadro che si inscrivono anche gli ultimi arresti condotti nel
settore studentesco nelle città di Marrakech e di Meknès. A Marrakech, 13
studenti sono stati messi agli arresti in seguito ad una manifestazione durante
la quale questi manifestanti reclamavano semplicemente il pagamento delle loro
borse, in ritardo da diversi mesi. La sola risposta fornita dal regime all’espressione
di questa giusta rivendicazione è stata dunque lo scatenamento senza nome della
violenza delle forze repressive e l’arresto di questi giovani compagni. Questi studenti
incarcerati sono: Myriam AAMANI, Lahcen ELAMRANI, Nabil ELKAFIFI, M’Barek
LTALIBIA, Mounaatifi CHADI, Mohamed BOUKHLIKI, Mohamed EL HARAOUI, Fouad
ATOUNI, Badr AZAHRAOUI, Abdel Mounim ELISMAÏLI, Abdel Mounim MAJI, Hassan RAJI
e Hamid HAMZA.
Rispetto
alla situazione a Meknès, al momento su un numero di 9 arresti, solo 5 dei 9
studenti arrestanti sono stati identificati: Hamza HAMDI, Rédouane ALAMI, Ikram
BOURHIM, Mohamed KASSIMI et Yassin REHAL.
Infine
non dimentichiamo di menzionare il caso dei prigionieri politici Mohamed JANATI
e Mohamed KARKACHI, in sciopero della fame dopo più di 35 giorni per l’applicazione
dei loro diritti elementari di prigionieri (diritto di visita, alla cura, allo
studio).
Di
fronte a questa situazione di lotta e di resistenza del popolo e dei
prigionieri politici in Marocco, pesa una congiura del silenzio mediatica ed è
nostro dovere fare conoscere il combattimento di questi uomini e di questi
militanti il più largamente possibile al fine di sviluppare tutte le forme
possibili di solidarietà e di sostegno internazionale nei loro confronti.
VIVA
LA LOTTA DEL POPOLO MAROCCHINO!
VIVA
LA LOTTA DEGLI STUDENTI PER LA DIFESA DEL DIRITTO AD UN’ISTRUZIONE PUBBLICA
GRATUITA E DI QUALITA’!
LIBERTA’
IMMEDIATA E SENZA CONDIZIONI DI TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI IN MAROCCO!
NO
ALLA CRIMINALIZZAZIONE DELLE LOTTE E DEI MILITANTI!
NO
ALLA MILITARIZZAZIONE DELLE UNIVERSITA’ IN LOTTA!
ABBASSO
LO STATO REAZIONARIO MAROCCHINO E TUTTI I SUOI ACCOLITI!
Parigi,
26 Maggio 2016
Comitato
d’Azione e di sostegno alle lotte del popolo marocchino
Le prime sottoscrizioni:
Il
Collettivo Rosso e Internazionalista per la difesa dei prigionieri politici
rivoluzionari. Comitato Tunisino di Solidarietà per la Liberazione di Georges
Ibrahim Abdallah, Comitato di Difesa Popolare alle Lotte del Popolo Tunisino. UPOTUDAK
(Comitato Internazionale di Solidarietà con I Prigionieri Politici).
Piattaforma dei Prigionieri Politici del Kurdistan e della Turchia. Blog Odio
de Clase. Partito Comunista maoista-Italia. Soccorso Rosso Proletario. Maoist
Road. Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India.
Partito Comunista maoista- Francia.
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