pc 3 luglio - Mafia capitale da Poletti a Carminati, un’unica banda
Mafia
Capitale, altri politici coinvolti: ci sono anche due big del Pd.
Ieri
la Procura di Roma ha depositato gli atti della conclusione della
terza trance di indagini riguardanti “Mafia Capitale” per 28
persone coinvolte e indagate con accuse che vanno dalla corruzione al
finanziamento illecito ai partiti, dalla truffa aggravata al falso in
bilancio, dallo sperpero di denaro pubblico alla turbativa d’asta.
Nell’elenco
degli imputati del maxiprocesso oltre ai nomi già noti, ora si
aggiungono altri nomi nuovi tra i quali spiccano Vincenzi Marco del
PD ex capogruppo del consiglio regionale del Lazio e Francesco
D’Ausilio del PD ex capogruppo del consiglio comunale.
Altri
nomi di politici del PD che facevano parte della banda dei grandi
affari di Mafia Capitale, un unica banda da Salvatore Buzzi a Massimo
Carminati, fino ad Gianni Alemanno ex sindaco di Roma. Ed altri
ancora noti e meno noti come Riccardo Totti fratello di Francesco
Totti famoso calciatore della Roma o come Luca Odevaine del PD che
ricopriva incarichi sul tavolo dell’immigrazione quando era anche
il consulente di Veltroni allora sindaco di Roma.
Insomma
un unica banda di malfattori, truffatori, corruttori e sopratutto
sfruttatori di povera gente e di denaro pubblico e privato che
portava profitti a tutti i componenti inquisiti della banda. Truffe
gestite da cooperative rosse perché emiliane o perché del PD e da
quelle bianche cioè quelle gestite da Comunione e Liberazione.
Truffe comunque a scapito di fiduciosi pensionati, operai, impiegati
che hanno perso i loro risparmi cercando di investirli in abitazioni
mai costruite.
Un
sistema di clientelismo, favoritismi, mazzette, truffe, affari e
sperperi di denaro pubblico
che
funzionava da anni con la complicità di personaggi importanti come
il ministro Poletti o come viceministri, politici e funzionari della
pubblica amministrazione e prefetti.
Tutti
che ottenevano o favorivano affari d’oro, spesso nel settore degli
immobili con i loro poteri amministrativi e politici, che sono
serviti per accaparrarsi lauti guadagni e profitti senza sporcarsi
direttamente le mani.
Mafia
Capitale riusciva anche negli ultimi mesi a lucrare sui flussi
migratori attraverso le organizzazioni delle cooperative di Buzzi e
Carminati ma sempre con la collaborazione e la copertura delle
istituzioni comunali e regionali sia appartenenti a partiti di destra
che di sinistra.
Mentre
la Procura indaga e i PM allungano sempre più l’elenco degli
inquisiti, in tribunale si svolgono le udienze dei testimoni contro
Carminati e Buzzi, gli organizzatori delle cooperative delle truffe.
E guarda caso fra i testimoni i giudici hanno sentito anche Poletti
il ministro del lavoro del governo Renzi e negriero delle cooperative
rosse emiliane.
Poletti
al giudice ha confermato di aver cenato con Buzzi e di conoscerlo,
dimostrazione che tutti facevano parte della stessa banda.
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