Insieme ad un intervento di un compagno operaio, sulla base della lettura della relazione del Prof. Di Marco "Imperialismo/guerra/contro le illusioni pacifiste" - la cui registrazione è stata pubblicata su questo blog il 19 maggio
SUNTO:
"Con lo sviluppo delle oligarchie finanziarie internazionali si constata un inasprimento della lotta per le colonie.
Oltre al dominio sulle colonia, il capitale finanziario assoggetta anche i paesi politicamente indipendenti, persino paesi semi industrializzati. Interi Stati cosiddetti indipendenti subiscono il dominio del capitale finanziario dei paesi imperialisti, finendo in condizioni simili alle colonie.
I monopoli imperialisti sono solidi se posseggono le sorgenti di materie prime; per questo occorre loro il dominio incontrastato su interi territori potenzialmente ricchi di risorse. L'imperialismo domina gli Stati poveri stringendoli nella morsa del ricatto economico, e in tal modo si riserva ogni diritto sulle ricchezze di questi immensi territori.
Per questo l'imperialismo è definibile il predone del mondo. Il pugno dei grandi finanzieri internazionali depreda di ogni ricchezza la grande maggioranza dei popoli della terra e lascia nella miseria e nella morte per fame".
INTERVENTO:
La storia del capitalismo si può dividere in due parti: quella della libera concorrenza fino al 1870 e
quella verso il monopolio. Con il monopolio (ferrovie, elettricità…) il sistema ha bisogno di finanziamenti di tale entità che deve
aumentare il sistema creditizio e le banche cambiano fisionomia. I grandi monopolisti dipendono dalle banche, in pratica nelle banche avviene lo stesso fenomeno
osservato nell’industria: industriale più grande mangia il più piccolo. Quindi le grosse banche
dominano l’industria; il capitalismo si trasforma in capitalismo finanziario, con la fusione e simbiosi
tra banche e industria. 3 caratteri dell’imperialismo: monopolio che nasce dalla libera concorrenza cambiamento della funzione delle banche fusione di banche e industrie=formazione oligarchia finanziaria.
Subentra l’esportazione di capitali.
In questa fase sembra che il denaro crei denaro. Ma questa è una mistificazione in quanto tutto nasce
dal lavoro vivo, dal plusvalore prodotto dagli operai. L'esportazione di capitali nei paesi in via di transizione al capitalismo e l’arma che permette di tenere
in mano questi paesi e imporre le condizioni dei paesi imperialisti.
Questo accelera lo sviluppo capitalistico dei paesi arretrati mentre accelera la corruzione parassitaria
dei paesi avanzati. I grandi complessi capitalisti (4-5 nel mondo) si impadroniscono del mercato interno e del mercato
mondiale, così si formano sfere di influenza, grandi cartelli (patti) per eliminare la concorrenza.
L’imperialismo è "questione di stomaco", necessità della politica coloniale da parte delle grandi
potenze.
Ma questo crea equilibri instabili, per cui i periodi di "pace" preparano le guerre e le guerre creano
nuovi equilibri.
Per Lenin il cuore del problema è che non è possibile uno sviluppo pacifico, l’unica possibilità è acuire
la contraddizione tra socializzazione della produzione e carattere privato dell’appropriazione.
Quindi la rivoluzione socialista è l’unica soluzione possibile.
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