Presente la madre di Federica che ha voluto mostrare, con coraggio, il volto massacrato della figlia.
La fiaccolata, benchè silenziosa, è stata, in una tranquilla serata d'estate, un grido di denuncia, di incitamento verso la città a non chiudere occhi e orecchi.
A Taranto è la prima volta che a fronte di un femminicidio si svolge una manifestazione, questo rende la fiaccolata doppiamente significativa - e speriamo che apra la strada ad una mobilitazione che continui da parte prima di tutto delle donne, contro uccisioni, violenze sessuali che anche in questa città stanno diventando tante.
Era presente con lo striscione "Per Federica e Andrea dal dolore alla lotta delle donne" una delegazione del Mfpr che da sempre si batte contro la concezione fascista maschilista patriarcale che sta alla base dei femminicidi, frutto di questo sistema sociale capitalista e della condizione generale delle donne, fatta di discriminazione, attacco alle condizioni di vita e di lavoro, di oppressione, di cui proprio Taranto è una realtà emblematica.
L'Mfpr con il volantino ha fatto, quindi, appello alla lotta delle donne, perchè le parole non possono bastare, ma occorre la ribellione e l'organizzazione delle donne, perchè sia
un segnale forte contro tutti gli "uomini che odiano le donne", i governi, lo Stato, la polizia che "odiano le donne".
Trasformiamo
il dolore per Federica e Andrea nella lotta delle donne
Gli
assassinii delle donne vanno fermati non certo da leggi, da questo
Stato, da forze dell'ordine o giudici che non hanno mai impedito
mezzo omicidio, nè dato giustizia, ma dalla lotta delle donne che
faccia paura agli "uomini che odiano le donne"; ed
eliminando ciò che produce questa strage quotidiana: questo sistema
sociale che alimenta humus maschilisti, frustrazioni, e
imbarbarimento umano. Le
uccisioni non si potranno fermare se non lottiamo contro l'insieme
della condizione delle donne.
Le
uccisioni, come quella di Federica, le violenze come reazione degli
uomini alle donne che vogliono rompere i precedenti legami, la
precedente vita sono delitti fascisti, perchè mossi da una
concezione fascista, di odio, di reazione ad ogni decisione autonoma
delle donne di decidere della propria vita, ad ogni spinta di
ribellione. Come fascista è spesso il clima generato di complicità
diffusa pre e post uccisioni, in cui gli uomini vengono considerati
perbene. E le Istituzioni tacciano o sono complici, in nome di una
difesa della “famiglia”, che spesso è una “tomba” per le
donne.
L'uccisione
di Federica e Andrea è stata un tragico esempio di tutto questo:
-
Il funerale del pluriomicida, Luigi Alfarano, viene fatto in una
delle più importanti, storiche e centrali chiese della città, quasi
in pompa magna.
-
La funzione religiosa è qualcosa di osceno. Il parroco, Don Tonino
Nisi, fa una omelia, neanche per “giustificare” le atroci
uccisioni, ma per riabilitare l'assassino come marito e padre
amorevole:
-
L'ANT – il cui presidente era, tra l'altro, la madre dell'assassino
– non spende parole per Federica e Andrea, mentre fa un manifesto
funebre in cui è scritto“I
volontari del ANT di Palagiano (TA)si
uniscono
al dolore che ha colpito la famiglia Alfarano”.
Il
femminicidio scompare... non sono state due persone distrutte ma la
“famiglia” che era di “Alfarano”.
-
La madre dell'assassino a questo punto aggiunge anche la sua “chicca”
macabra, e annuncia che donerà al ANT – di cui è lei
presidente... - la villa in cui Luigi Alfarano ha portato e ucciso il
bambino, dopo aver ammazzato Federica, per curare i bambini malati di
tumore,
“certa che Luigi sarà felice di vedere giocare i bambini amati dai
propri cari”.
-
Ci
sono, infine, gli applausi al feretro dell'assassino,
sollecitati dal prete, da parte dei partecipanti, molti portati dal
ANT.
A
Taranto è avvenuto una sorta di “funerale alla Casamonica”,
in cui le varie figure della società piegano la testa a salutare un
pluriomicida, o gli sembra normale che questo avvenga.
Un
altro assassino pluriomicida non avrebbe avuto quel funerale o non
sarebbe entrato neanche in Chiesa, ma un assassino di donne, sì.
Poi
Chiesa e Ant hanno fatto dei piccolissimi passi indietro, ma solo per
“mettersi la coscienza a posto”
E'
inutile chiedere “giustizia” a questo sistema, se questo clima ha
“casa” normale negli uffici di polizia e carabinieri (dove il 90%
delle denunce per stalking o per violenze non produce nulla – anche
il marito assassino di Federica era stato condannato per violenze
sessuali, ma continuava ad avere una pistola), se ha “casa” anche
nelle aule giudiziarie, se il parlamento, il Governo, invece di
difendere, aggravano la condizione di discriminazione, di
subordinazione delle donne.
Contro
ci vuole la lotta prima di tutto delle donne. Ci vuole la rivoluzione
per trasformare la terra e il cielo.
Per
questo oggi facciamo appello alle donne a unirsi, a mobilitarsi non
solo oggi, ma domani, e ancora domani, per trasformare il dolore in
lotta. Lo dobbiamo a Federica e Andrea come a tutte le donne uccise.
Lavoratrici
del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
c/o
Slai cobas via Rintone, 22 TA – 3475301704 -mfrp.naz@gmail.com
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