Occuparono il consiglio comunale, a processo 30 attivisti No Tav
A circa tre mesi dal “fattaccio”, arriva la
denuncia per 30 attivisti “No tav” che il 14 aprile scorso occuparono il
consiglio comunale di Novi Ligure provocandone la sospensione. Gli organizzatori
dell'occupazione rischiano fino a 5 anni di carcere
Il consiglio comunale era convocato per discutere e votare le osservazioni alla modifica del tracciato del Terzo Valico che ha portato all'eliminazione del famoso “shunt”, cioè 7 chilometri di linea in territorio di Novi Ligure.
La discussione fu l'occasione per il movimento no-tav di protestare: dopo aver cercato con megafoni di impedire la discussione, qualche decina di attivisti armati di bandiere e megafoni entrarono tra i banchi dei consiglieri costringendo la presidente del consiglio comunale, Martina Sciutto, a sospendere la seduta. Neppure l'intervento delle forze dell'ordine, che procedettero all'identificazione dei manifestanti, riuscì a farli allontanare dalla sala consigliere. Il consiglio fu così sospeso e rinviato alla settimana successiva.
Impedire il regolare svolgimento di un consiglio comunale rientra nei casi previsti dall'articolo 340 del codice penale, “Interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità”, reato per cui si procede d'ufficio senza la necessità di azioni dalla parte lesa. Quindi, sebbene il comune di Novi Ligure non abbia proceduto a sporgere querela, è arrivata la denuncia per i 30 attivisti che dovranno difendersi in tribunale. Il reato prevede la reclusione fino ad un anno per i manifestanti, mentre “I capi, promotori od organizzatori sono puniti con la reclusione da uno a cinque anni”.
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