L'intervista di Swinton a Marx del 1880
Nel 1880 un giornalista americano incontrò l’autore del “Capitale” Ecco l’articolo inedito in Italia
Due chiacchiere col signor Marx e i suoi nipotini
Qual è, gli chiesi a un tratto, la legge ultima dell’esistenza.
“La lotta”, mi rispose
di John Swinton Repubblica 12.3.15
FRA gli uomini più degni di nota del nostro tempo vi è di sicuro Karl
Marx, colui che ha giocato un ruolo imperscrutabile eppure decisivo
nella politica rivoluzionaria degli ultimi quarant’anni. È uomo scevro
da qualsiasi brama di esibizione e di successo, indifferente alla gran
fanfaronata della vita e alla messinscena del potere, privo di premure
ma infaticabile, dotato di una mente possente, in grado di spaziare e di
raggiungere vette sublimi e traboccante di ambiziosi progetti,
strumenti logici e scopi pratici.
Egli è stato ed è tuttora più di chiunque altro in Europa, ivi incluso
lo stesso Giuseppe Mazzini, l’ispiratore dei tanti terremoti che hanno
sconvolto nazioni e fatto crollare dinastie e che minacciano e fanno
inorridire oggi teste coronate e ciarlatani matricolati. Da studente a
Berlino, da critico della filosofia hegeliana, direttore di giornali e
corrispondente di vecchia data del New York Tribune ha avuto modo di dar
prova delle proprie qualità e della propria tempra; fondatore e spirito
guida dell’un tempo temuta Internazionale nonché autore del Capitale, è
stato espulso da mezza Europa, bandito nella quasi totalità dei paesi
del continente per trovare infine, negli ultimi trent’anni, rifugio a
Londra...
Il suo modo di conversare mi ha ricordato
quello di Socrate, tanto era libero, in grado di spaziare, creativo,
incisivo e sincero, con i suoi accenti beffardi, il bagliore delle sue
punte umoristiche e la sua giocosa allegria. Egli si è dilungato sulle
forze politiche e sui movimenti popolari propri dei vari paesi europei:
l’ampia corrente dello spirito russo, i movimenti della mente tedesca,
l’azione francese, l’immobilismo inglese. Ha parlato con fiducia e
ottimismo della Russia, seguendo un registro filosofico della Germania,
in maniera allegra della Francia e rabbuiandosi dell’Inghilterra,
riferendosi in particolare in maniera sprezzante alle «riforme
atomistiche » che impegnano le giornate dei deputati liberali al
parlamento britannico.
Esaminando la realtà europea un paese dopo l’altro e indicandone le
peculiarità, gli sviluppi e le personalità, tanto quelle che agiscono in
superficie quanto quelle che operano al di sotto di essa, egli è
riuscito nell’intento di dimostrare come tutto tenda verso fini che non
potranno che realizzarsi. Mentre parlava sono rimasto spesso sorpreso.
Appariva infatti chiaro come quest’uomo, del quale sappiamo così poco e
sentiamo parlare così di rado, abbia una conoscenza profonda del proprio
tempo e come la sua mano sia all’opera ovunque, dalla Senna alla Neva,
dagli Urali ai Pirenei, intenta a preparare l’avvento di una nuova era...
Al calar della notte, lui e i suoi due generi si separano dalle
rispettive famiglie per trascorrere ancora un’oretta col proprio ospite
americano. La conversazione si è concentrata a quel punto sul mondo,
sull’uomo, sul tempo e sulle idee, mentre i nostri bicchieri
tintinnavano in riva al mare. Il treno non aspetta e la notte è ormai
vicina. Al di sopra del caos e del brusio che caratterizzano la nostra
epoca come ogni epoca, a coronamento delle discussioni avute durante il
giorno e delle scene viste in serata, si era fatta strada nella mia
mente una domanda riguardante la legge ultima dell’esistenza alla quale
desideravo che il saggio che avevo di fronte offrisse una risposta.
Tuffandomi quindi negli abissi del linguaggio e innalzandomi a un tempo
fino alle vette del massimo trasporto, durante una pausa di silenzio
interrogai il rivoluzionario e il filosofo pronunciando le gravi parole
«Cos’è?». La sua mente mi è parsa allora quasi capovolgersi, almeno per
un attimo, mentre osservava il ruggire del mare di fronte a sé e la
folla irrequieta sulla spiaggia. «Cos’è?», avevo chiesto, ed egli ha
risposto, in maniera assorta e grave: «La lotta!»...(Traduzione di Marco Zerbino)
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