martedì 10 marzo 2015

pc 10 marzo - La Fincantieri Palermo si scatena contro gli operai in lotta - Comunicato dello Slai Cobas per il sindacato di classe

Massima solidarietà agli operai della Fincantieri colpiti dalla repressione

Lo Slai Cobas per il sindacato di classe esprime la massima solidarietà agli operai del Cantiere Navale di Palermo, quasi tutti della Fiom, colpiti dalla repressione aziendale avallata dal Tribunale di Palermo.

La querela della Fincantieri contro questi lavoratori per “danneggiamenti”, “violenza privata” e “manifestazione non autorizzata”, come riportano i giornali di oggi, è a dir poco grottesca visto che le lotte di quei giorni del 2011 erano più che giustificate dalla necessità di salvaguardare il posto di lavoro messo in serio pericolo da una direzione aziendale che di fatto sta smantellando le strutture
produttive e ha mandato in malora i bacini di carenaggio, e che negli anni non solo ha ridotto drasticamente il numero degli operai attivi attraverso uno stillicidio di “mancate assunzioni” e l’utilizzo selvaggio dei lavoratori delle ditte esterne che notoriamente sono i più sfruttati e i più ricattabili, ma anche attraverso lunghissimi anni di cassa integrazione che hanno fatto risparmiare all’azienda centinaia di milioni pagati dalla collettività, mentre le casse dell’azienda si gonfiavano di milioni di utili e le tasche dei dirigenti di sostanziosi stipendi pubblici!
Le accuse agli operai sono ancora più grottesche dato che inoltre in tutti questi ultimi anni diversi dirigenti della Fincantieri sono stati dichiarati colpevoli e responsabili della morte  di tanti operai deceduti a causa dell’amianto respirato sul posto di lavoro. Sono i responsabili di questo stato di cose
che devono essere portati sul banco degli imputati e non gli operai che lottano per i loro diritti.

Slai cobas per il sindacato di classe
Via G. del Duca, 4 Palermo
338.7708110

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Da Repubblica

Scontri a Fincantieri a Palermo, a giudizio 40 operai.

"Non si capisce perché 38 su 40 imputati sono iscritti alla Fiom". I fatti contestati risalgono allo sciopero del 18 luglio 2011. Imputati rischiano fino a 5 anni di carcere.

Siamo  alla vigilia della prima udienza presso la seconda sezione penale del tribunale di Palermo del processo che vede imputati 40 operai della Fincantieri di Palermo per lo sciopero del 18 luglio 2011.
L'accusa è di danneggiamenti alle strutture del cantiere, violenza privata e protesta non autorizzata e il rischio è fino a cinque anni di carcere.

La giornata del 18 luglio faceva parte dei 10 giorni di scioperi e manifestazioni e che videro coinvolti oltre 500 operai del cantiere più l'indotto e i disoccupati. Il clima era piuttosto teso: il piano industriale presentato dall'ad di Fincantieri prevedeva lo smantellamento di 3 cantieri e il ridimensionamento di quello di Palermo. Il rischio di perdere il lavoro era concreto. "Fa riflettere il fatto che in questo caso la fonte d'accusa non sia rappresentata da denunce della Digos ma da dichiarazioni dei vigilantes di Fincantieri", ha sottolineato Fabio Lanfranca, legale dei 38 iscritti Fiom imputati nel processo, durante la conferenza stampa convocata nella sede della Cgil.
"Fu una lotta di tutti i lavoratori e nessuno nega che si trattò di un momento piuttosto duro - ha aggiunto Lanfranca - ma la denuncia da parte dell'azienda dei suoi lavoratori è un atto estremo e fa riflettere il fatto che 38 su 40 imputati siano iscritti alla Fiom. C'è qualcosa dietro? Lo capiremo meglio nel corso del dibattimento". Lanfranca ha annunciato di aver condotto delle indagini difensive e di aver presentato una lista testimoniale, con oltre 20 persone, "che presenta un quadro totalmente diverso da quello presentato dall'azienda".

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