venerdì 13 marzo 2015

pc 13 marzo - SUL LIBRO: "SEBBEN CHE SIAMO DONNE" - UNA PRESENTAZIONE BRUTTA... E SPERIAMO SOLO LA PRESENTAZIONE



Mara Cagol

(Da Il Manifesto) - L’altra metà della lotta armata - di Vincenzo Scalia - presentazione del Libro "Sebben che siamo donne" di Paola Staccioli.

Una brutta presentazione che speriamo non prefiguri un libro equivoco (non l'abbiamo ancora letto) che non fa onore alle compagne delle BR e dei gruppi combattenti, la cui scelta della lotta armata viene ridotta ad una "sfida agli uomini sul terreno della pratica rivoluzionaria", una scelta in cui le donne sarebbero portatrici di "tensione individuale e sensibilità sociale" in contrasto con le "logiche da mucchio selvaggio che prevalevano tra la componente maschile" - cose mai dette dalle compagne durante la loro militanza e false, che vogliono solo sminuire la loro scelta ideologica, politica.
opuscolo del MFPR
  
La scelta ritrova dignità di lotta rivoluzionaria solo quando si denuncia la repressione assassina dello Stato.


Infine, vengono banalizzate le differenze, divisioni tra "movimenti e gruppi", lì dove si  trattava e si tratta di profonde questioni strategiche, teoriche, politiche e di prassi, su cui le comuniste e i comunisti rivoluzionari che ritengono tuttora sempre più necessaria la lotta armata come guerra di popolo e la violenza rivoluzionaria come "levatrice" - come diceva Marx - di una nuova società, per passare dalla preistoria alla storia dell'umanità, devono fare un bilancio serio per riprendere le lezioni positive e criticare le lezioni negative, e per cui invece non serviva allora e non serve oggi il discorso "siamo tutti dalla stessa parte della barricata".


*****
Franca Salerno

"Saggi. «Sebben che siamo donne» di Paola Staccioli,.. l'autrice sceglie di raccontare le storie delle attiviste di organizzazioni rivoluzionarie, molte delle quali cadute nella militanza... Una scelta pre­gnante di signi­fi­cati pro­fondi, in quanto emer­gono le loro vicende esi­sten­ziali, che, come sot­to­li­nea l’autrice nelle pagine ini­ziali, scel­gono di sfi­dare gli uomini sul ter­reno della pra­tica rivo­lu­zio­na­ria...
La sog­get­ti­vità fem­mi­nile che le pagine ci resti­tui­scono è per­meata da un intrec­cio tra ten­sione indi­vi­duale e sen­si­bi­lità sociale radi­cal­mente diversa dalle logi­che da muc­chio sel­vag­gio che pre­va­le­vano tra la com­po­nente maschile, risul­tando in un agire impli­ci­ta­mente fem­mi­ni­sta, in quanto non subal­terno a logi­che di genere...
La let­tura domi­nante degli anni set­tanta, che riduce la lotta armata e il movi­mento anta­go­ni­sta ad un attacco cri­mi­nale allo Stato demo­cra­tico da parte di un pugno di fana­tici disa­dat­tati, perde ter­reno man mano che la nar­ra­zione incalza. I poli­ziotti spa­rano a san­gue freddo, anche davanti alle mani alzate in segno di resa. I giu­dici adot­tano stra­te­gie di inde­bo­li­mento e di repres­sione basate su un agire ves­sa­to­rio. Lo Stato non è tanto di diritto, ma gronda di legi­sla­zioni pre­miali, car­ceri spe­ciali, reparti spe­ciali... Le die­tro­lo­gie e le cacce alle stre­ghe su cui si sor­regge la let­tura domi­nante sul «ter­ro­ri­smo», escono for­te­mente inde­bo­lite da que­sto libro.
Infine, all’autrice va rico­no­sciuto un merito che, a sini­stra, non è del tutto scon­tato. Le sto­rie che emer­gono dal libro non riguar­dano mili­tanti di una spe­ci­fica orga­niz­za­zione piut­to­sto che un’altra. L’elemento fem­mi­nile, il carat­tere col­let­tivo delle vicende, si pon­gono come una pos­si­bi­lità di ricom­porre le frat­ture interne ai movi­menti sociali radi­cali...
Que­sto aspetto rap­pre­senta un nodo fon­da­men­tale per il futuro svi­luppo di movi­menti o gruppi che vogliono met­tere in discus­sione l’ordine sociale e poli­tico esi­stente. Una società divisa in classi, nota l’autrice, non potrà mai avere una memo­ria con­di­visa. Una tesi ovvia­mente con­di­vi­si­bile. Il pro­blema, tut­ta­via, si pone, in tutta la sua gra­vità, quando la memo­ria non viene con­di­visa tra chi ha lot­tato dalla stessa parte della bar­ri­cata e ha patito la stessa scon­fitta e i mede­simi soprusi...".

Nessun commento:

Posta un commento