mercoledì 18 febbraio 2015

pc 18 febbraio - Renzi, pagliaccio! Contestato a Torino. Dopo le genuflessioni a Mirafiori dove afferma: "Sono gasatissimo dai progetti di Marchionne", partono le contestazioni al Politecnico

Ma si deve fare di più, a partire da un vero sciopero generale che lo faccia cadere!


Matteo Renzi al Politecnico si è fatto attendere. È arrivato con un po’ di ritardo, anche alla luce delle contestazioni che lo aspettavano, ragione per la quale al premier non è stato affatto possibile fare il suo ingresso su un tappeto rosso srotolato lungo la porta principale di corso Duca degli Abruzzi. Il presidente del Consiglio ha partecipato all’Inaugurazione dell’anno accademico del celebrato Politecnico. Davanti all’ateneo una nutrita presenza di contestatori: innanzitutto studenti, ma anche sindacalisti e operai.

 Il presidio ha atteso l’arrivo del premier davanti al Politecnico, sotto gli occhi vigili di un corposo schieramento di forze dell’ordine, dopodiché si è trasformato in corteo ed è andato a bloccare l’incrocio tra corso Einaudi e corso Duca degli Abruzzi, poi quello fra corso Stati Uniti e la via dell’Università. Un presidio è rimasto stabile davanti all’ingresso del Politecnico, luogo nel quale è tornato il corteo, prima di sciogliersi.
All’interno dell’ateneo, nell’aula magna, Renzi ha riproposto le sue formulette sui saperi, sempre i primi ad esser decantati dalla politica ma anche i primi ad esser colpiti da tagli e svalutazioni. Emblematiche le parole del premier sul sistema Università: «Negare che vi siano diverse qualità nell’università è ridicolo. Ci sono università di serie A e B nei fatti e rifiutare la logica del merito e la valutazione dentro l’università e pensare che tutte possano essere uguali è antidemocratico, non solo antimeritocratico». Nel tempio universitario dell’eccellenza, il Politecnico, la legge della meritocrazia secondo il premier.
La contestazione è arrivata anche in aula, appena Renzi ha terminato il suo discorso. Un rappresentante degli studenti ha disapprovato il premier con un mano in cappello: «Contro questo capolavoro di retorica mi prendo la responsabilità di consegnarle questo cappello da giullare». I cappelli da giullare sono destinati ad andar sulla testa dei buffoni. Ognuno interpreti come ritiene. Lo studente è stato subito allontanato dalla sicurezza.
Un cappello da giullare per il buffone al governo

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