NO ALL'INTERVENTO MILITARE IN LIBIA!
Da
qualche giorno i media nazionali stanno amplificando il cosiddetto “pericolo
ISIS” in Libia facendo eco alla propaganda del gruppo islamista che proclama di
“essere alle porte di Roma”.
Ma
è davvero così?
La
Libia post-Gheddafi è un paese caotico dove milizie islamiste, capi tribali e
il governo “legittimo” si contendono il potere in una guerra civile in cui vige
la regola del tutti contro tutti. Anche i gruppi islamisti si combattono tra di
loro. Quindi è necessario approfondire la questione e sfatare alcuni miti:
- l’ISIS non ha il controllo della Libia come vorrebbero fare credere i media, anzi con i pochi uomini che ha è impegnato a lottare contro le fazioni libiche rivali.
- l’ISIS non ha la capacità militare di colpire la Sicilia con i missili scud in proprio possesso che hanno una gittata di 280 km ben al di sotto di quella necessaria per raggiungere le nostre coste, non ha aviazione, non ha imbarcazioni adeguate per raggiungere il nostro paese.
Quindi
perché il ministro Gentiloni dice con arroganza che “siamo pronti a
combattere”? Per cosa?
Con
la scusa della “lotta al terrorismo” questo governo con i suoi
improbabili ministri Gentiloni e Pinotti vorrebbe trascinarci in una guerra
imperialista e neocoloniale in Libia, per gli interessi dell'ENI, del petrolio,
dei mercanti d'armi ..
l'Italia andrebbe in Libia a parteggiare nella guerra tra bande in corso creata
dall'intervento precedente delle potenze occidentali, Italia compresa, contro
Gheddafi. Questo governo, questo parlamento, non hanno nessun diritto di
trascinarci in guerra in spregio dell'art.11 della Costituzione. L’ipocrisia
del governo italiano dovrebbe essere abbastanza chiara se si considera il fatto
che la soluzione per indebolire queste organizzazioni sarebbe altra come
spiegano alcuni analisti, ovvero interrompere immediatamente il commercio
d’armi verso quelle parti del mondo e rompere qualsiasi rapporto commerciale e
diplomatico con i paesi dell’area che finanziano questi gruppi (in particolare
Arabia Saudita e Qatar) in realtà questo governo e tutti i governi al soldo dei
padroni in particolare di chi produce armi come l’italianissima Beretta non
farà mai questo passo; al contrario un intervento militare va incontro agli
interessi di questi industriali che lucrano sulla vita dei popoli del mondo.
Inoltre come dimostrano i bombardamenti della coalizione internazionale contro
l’ISIS in Siria e Iraq, con mezzi ben superiori da quanto previsto dal governo
italiano, essi non sono per niente efficaci. Gli unici risultati li ha ottenuti
il popolo curdo che si è armato e sta riuscendo a respingere le forze
neo-medievali e fasciste dell’ISIS. Non possono essere gli eserciti occidentali
invasori la soluzione del problema al contrario essi alimentano e danno linfa
vitale al fondamentalismo islamico che ha una giustificazione per una lotta
contro i “crociati” come già è stato definito il nostro governo dalla sezione
libica dell’ISIS. Inoltre il popolo libico si ricorda ancora la criminale
colonizzazione italiana, un’eventuale invasione del nostro paese avrà come
effetto quello di favorire il proselitismo delle formazioni islamiste, ISIS compreso,
rafforzandole. Sul “fronte interno” il governo non fa altro che tagliare la
spesa sociale che grava sempre di più sui cittadini, i lavoratori e le masse
popolari!
Siamo
in crisi, la gente non ha lavoro, ne soldi e loro ci trascinano in guerra mentre
una massa di migranti sfugge da miseria, fame e guerre e approdano, se riescono
a non morire annegati, sulle nostre coste e il governo va ad alimentare la
spirale di queste guerre che ne alimenterà l'immane flusso.
Non un soldo, non un soldato per la loro sporca guerra!
Lavoro non guerra!
Diritto alla vita, salute non morte sotto le bombe!
Soldi per vivere e non per spese militari e armamenti!
Circolo
proletari comunisti Palermo
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