sabato 21 febbraio 2015

pc 21 febbraio - Studentessa palestinese condannata dal tribunale militare sionista per una manifestazione

Il tribunale militare dell'occupazione sionista di Ofer ha condannato una studentessa dell'università di Bir Zeit, Lina Khattab, a sei mesi di reclusione, una multa di 6000 shekel e tre anni di libertà vigilata per aver partecipato ad una manifestazione di protesta davanti alla prigione di Ofer, chiedendo la liberazione dei prigionieri palestinesi.
Lina Khattab, 18 anni, ballerina, fu arrestata il 13 dicembre 2014 con l'accusa di aver lanciato pietre e di aver partecipato a una manifestazione illegale (nel 47 ° anniversario della fondazione del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina).

Nei due mesi di detenzione (le è stata rifiutata la cauzione), prima nella prigione di Ofer, poi nel carcere di HaSharon,  Lina Khattab è stata sottoposta a torture, interrogatori e condizioni detentive durissime. A sua madre Lina ha detto di essere stata oggetto di "percosse estreme" da parte dei soldati israeliani e tuttavia, nonostante la tortura, ha spiegato che si era rifiutata di piangere, facendo arrabbiare i soldati che l'hanno aggredita.
L'unica prova usata contro di lei in tribunale sono state infatti le testimonianze dei tre poliziotti israeliani che l'hanno arrestata. 

Alla fine del 2014 il governo israeliano ha varato una legge che prevede fino a 20 anni di carcere per chi - e sono soprattutto i bambini e gli adolescenti - lancia pietre contro i veicoli militari israeliani come atto simbolico di resistenza all'occupazione israeliana e indipendentemente dal fatto che ci siano stati effettivamente danni a persone o cose.

Oltre a Lina Khattab, più di 20 donne e bambine palestinesi sono attualmente rinchiuse nel carcere di HaSharon. Solo pochi giorni fà, è stata rilasciata la 14enne Malak al-Khatib, condannata a due mesi di prigione, una multa di $ 1.500, e tre anni di libertà vigilata per presunto lancio di sassi e il possesso di un coltello. 
Oltre il 20% della popolazione palestinese è sottoposta a detenzione e tortura nelle carceri dello stato sionista; più di 160 sono minorenni con età compresa fra i 12 e i 17 anni.
Adalah, il Centro Legale per i Diritti della Minoranza Araba in Israele, ha dettagliato la tortura sistematica di Israele nei confronti dei bambini palestinesi detenuti: insulti, umiliazioni, percosse, minacce di morte e tortura anche ai famigliari, incappucciamento della testa, elettroshock, isolamento, violenza sessuale anche nei confronti delle loro madri e sorelle. Ai bambini vengono inoltre negati il cibo, l'acqua e l'accesso ai servizi igienici per decine di ore, a meno che non confessano le accuse contro di loro.

La multinazionale britannica della sicurezza privata G4S assicura la protezione delle carceri israeliane e si rende così complice delle innumerevoli torture perpetrate all’interno delle mura oltre che della pulizia etnica in Palestina, della guerra scatenata da Israele per cancellare un intero popolo, colpendo soprattutto le donne e i bambini.

Ma le donne e i bambini palestinesi stanno dimostrando ancora una volta che non sono solo vittime: Lina Khattab è diventata il simbolo della resistenza del popolo palestinese e una sorta di "intifada elettronica", una campagna internazionale per la sua liberazione è stata lanciata anche sui social network 
L'MFPR esprime la massima solidarietà a Lina e a tutte le donne palestinesi, che con coraggio e determinazione resistono all'occupazione dello stato nazi-sionista di Israele.

Siamo con le donne palestinesi perchè Israele paghi caro il loro sangue e lacrime per i figli e familiari uccisi!

Siamo con la resistenza delle donne palestinesi e siamo convinte che, con la loro forza, trasformeranno quel sangue e quelle lacrime in “armi” contro la barbara oppressione e i massacri di Israele, nella lotta fino alla libertà della Palestina.

Ma siamo in Italia e la nostra lotta deve andare oltre un comunicato di solidarietà. Per questo lottiamo contro lo stato e il governo italiano, che insieme all’imperialismo USA ed europeo sono complici dell’oppressione coloniale israeliana, fornendo ad Israele le armi delle industrie belliche italiane per massacrare il popolo palestinese e prendendo da Israele i “consiglieri economici” per massacrare quello italiano a colpi di jobs act (Yoram Gutgeld, consigliere economico del Governo Renzi, già ufficiale superiore dell’esercito israeliano)

Siamo in Italia e siamo contro le cosiddette "quote rosa" del nostro parlamento, che non spendono una parola sul sangue delle donne palestinesi e sulla condizione di miseria e di oppressione che vivono le proletarie italiane in questa società capitalistica, ma guardano all’IS (che la stessa borghesia mondiale ha creato e finanziato) con interesse strumentale a una nuova guerra imperialista!


MFPR

Di seguito il comunicato di solidarietà del FPLP, da Palestina Rossa
 
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina denuncia i tribunali militari sionisti come strumento di persecuzione e usati come arma contro il popolo palestinese e contro i suoi legittimi diritti di difendersi e resistere all'occupazione come sancito dal Diritto Internazionale.
Il Fronte ha affermato che l'arresto di Lina Khattab, così come la continua politica di rapire e imprigionare, di perpetrare abusi e torture anche sui bambini, tra cui il figlio Malak al-Khatib rilasciato solo pochi giorni fa, la detenzione di migliaia di uomini e donne palestinesi in condizioni difficili dimostrano la natura fascista e criminale dello Stato di occupazione.
Il Fronte esalta la determinazione della studentessa Lina Khattab, che nonostante gli abusi e gli interrogatori subiti nelle prigioni dell'occupante ha rifiutato ogni tentativo di costrizione a confessare, diventando un modello di rifiuto dell'ingiustizia e delle corti razziste dell'occupazione ribadendo invece la giustezza della nostra causa.
Il Fronte osserva che la resistenza incarnata da Lina rivela anche l'incapacità dell'occupazione - nonostante tutti i suoi attacchi – di ridurre in ginocchio il popolo palestinese e di minare la loro sua ferma volontà.

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