mercoledì 18 febbraio 2015

pc 18 febbraio - Intervento del MFPR al congresso dell donne turche di "Donna Nuova" 7-8 febbraio Francoforte - l'interessante documento congressuale YENI KADIN è leggibile in italiano presso il blog femminismorivoluzionario

Come Movimento femminista proletario rivoluzionario Italia vogliamo ringraziarvi per l’invito a questo congresso in cui portiamo con gioia il saluto delle donne lavoratrici, precarie, disoccupate, giovani che nel nostro paese lottano, organizzate con noi.


In questo sistema capitalistico i governi, sia in Europa che nel mondo, scagliano attacchi sempre più reazionari verso le masse popolari che si accentuano soprattutto nella crisi; per la maggioranza delle donne i peggioramenti alle condizioni di vita e di lavoro si legano sempre ad un aumento dell’oppressione, nei posti di lavoro, nella vita in generale, in famiglia, con incremento della violenza sessuale fino ai femminicidi.
Ma vediamo come nel mondo, seppur in diverse forme, le masse popolari si ribellano, tante donne, compagne, proletarie lottano, sfidando con coraggio e determinazione la pesante repressione degli Stati, dalle donne di Gaza/Palestina che resistono ai feroci attacchi dello Stato nazisionista di Israele alle donne in lotta nelle cittadelle imperialiste verso cui la repressione poliziesca di Stato assume anche odiosi aspetti sessisti e maschilisti.
Ma dalle donne combattenti Curde a Rojava e Kobane alle donne combattenti nella guerra popolare in India abbiamo oggi un esempio luminoso della doppia/tripla lotta che le donne mettono in campo ribellandosi ad un sistema che fa della doppia/tripla oppressione delle donne una sua base.
Nel nostro paese il fronte di lotta principale del Movimento femminista proletario rivoluzionario sono la condizione di vita e di lavoro delle donne proletarie. Diverse lotte abbiamo fatto e guidato negli anni, tutte inserite nel quadro dell’attacco complessivo che governi sempre più reazionari, padroni e Stato sferrano contro le donne, in quello che noi chiamiamo moderno fascismo e moderno medioevo che avanzano.
Le lotte con le lavoratrici (l’Italia è uno dei paesi europei con un tasso di occupazione femminile tra i più bassi (46,6%)), le inchieste tra le operaie in alcune grandi fabbriche come la Fiat, le iniziative contro la violenza sessuale e i femminicidi in costante aumento, vera e propria guerra di bassa intensità contro le donne, le mobilitazioni contro l’attacco al diritto di aborto, e le campagne ideologiche sulla “sacra famiglia” delle Istituzioni fiancheggiate attivamente dalla Chiesa cattolica, sono alcune delle battaglie che ci vede maggiormente impegnate.
Tutte queste lotte hanno portato, tappa dopo tappa, alla costruzione dello Sciopero delle donne, il 25 novembre 2013, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, un vero e proprio evento storico nel nostro paese.
Uno sciopero di avanguardia, non solo sindacale, perché partendo dalle condizioni delle lavoratrici, dall'attacco ai loro diritti e dalla questione dei femminicidi e della violenza sessuale, faccia moderna dell’imperialismo, si è allargato a tutti gli aspetti di oppressione della maggioranza delle donne, dall’ambito sociale, a quello ideologico, familiare, sessuale; mettendo al centro l’intreccio della questione di classe con la questione di genere.
Uno sciopero che ha visto l'adesione di piu’ di 20.000 donne, tra operaie, lavoratrici, precarie, disoccupate, migranti, studentesse e che abbiamo definito una scintilla che ha illuminato il sentiero di lotta delle donne, delle proletarie che non hanno nulla da perdere in questo sistema capitalistico se non le doppie catene dell’oppressione e che devono essere protagoniste nella lotta rivoluzionaria per rovesciare questo sistema.
Uno sciopero che è stata anche una battaglia pratica e teorica verso le realtà sindacali o femministe borghesi e piccolo borghesi filo-istituzionali con la loro linea di boicottare o deviare lo sciopero su una via riformista e in una logica della delega delle donne al governo.
Traendo un bilancio dall'esperienza, nel nuovo anno di lotta riteniamo necessario lavorare perchè la linea/concezione/lotta rivoluzionaria che si è concretizzata nello Sciopero delle donne, si estenda e si consolidi. Importante in questa fase è la battaglia teorica al servizio della pratica, su questo abbiamo fatto anche degli opuscoli, di cui ne abbiamo portato qui alcuni.
In queste lotte, battaglie, le compagne del Mfpr e in particolare le donne proletarie mentre sono in prima fila nell’organizzazione di esse trasformano il loro modo di pensare, agire e anche di vivere avanzando nell’assumere un ruolo di direzione in tutti i campi, nel movimento sindacale, nel movimento delle donne e nella lotta generale per la trasformazione rivoluzionaria del nostro paese… una parola d’ordine dice “scatenare la ribellione delle donne come forza poderosa della rivoluzione”
In questo senso le parole che compongono la nostra sigla hanno ognuna un significato specifico. Diciamo femminismo perché facciamo nostra tutta la ribellione delle donne che lottano e vengono attaccate, represse, criminalizzate dal sistema borghese, per valorizzare il protagonismo spontaneo delle donne, il loro ruolo e radicalità nella lotta contro doppio sfruttamento e oppressione; diciamo femminismo proletario come espressione della maggioranza delle donne che sono le proletarie, lavoratrici, precarie…, che si contrappone in maniera irriducibile e lotta contro il femminismo borghese e piccolo borghese che nella sostanza vuole “abbellire” il dominio della borghesia accontentandosi di qualche privilegio o riforma ma sempre per le donne della propria classe; diciamo femminismo proletario rivoluzionario perché dall’insieme di tutti i vari aspetti di oppressione, violenza contro le donne emerge tutta la violenza “sistemica” di questa società che deve essere rovesciata, e perchè le donne siano il cuore impetuoso di una rivoluzione che vada in fondo, una rivoluzione nella rivoluzione che trasformi il cielo e la terra.

Nelle lotte che portiamo avanti siamo saldamente legate con le donne che lottano nei paesi oppressi. Guardare a tali esperienze non può che arricchirci e rafforzarci nella solidarietà internazionale, come voi stesse avete scritto nell’invito per questo congresso.
In questo senso abbiamo fatto delle iniziative di solidarietà concreta verso le donne Curde come andare all’ambasciata Turca a Roma con un grande striscione il 25 novembre 2014, sfidando la polizia, e da anni abbiamo posto un “ ponte” con le tante donne che lottano nella guerra popolare in India, vero e proprio cuore pulsante della rivoluzione nella rivoluzione in questa guerra di popolo.
L’Mfpr per rafforzare questo ponte parteciperà alla delegazione internazionale che si recherà in India contro l'operazione Green Hunt, genocida del popolo indiano ad opera del governo fascista Modi.

Il cammino di noi donne proletarie contro lo sfruttamento e l’oppressione di questo sistema non è certamente facile ma è sicuramente entusiasmante perché l’obiettivo è luminoso: “tutta la nostra vita deve cambiare!”

Movimento femminista proletario rivoluzionario Italia

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