Circa 300 mila donne e 22 mila uomini peruviani sterilizzati con la forza
In
Perù durante il governo del presidente Alberto Fujimori, condannato a
25 anni di carcere per crimini di lesa umanità, furono sterilizzati con
la forza almeno 300 mila donne e 22 mila uomini. Vittime e
organizzazioni sociali mettono in dubbio l’imparzialità della giustizia
durante i 18 anni di questo caso.
Da
un anno, le indagini sulla sterilizzazione che si incominciò a
praticare tra il 1988 ed il 2001 sono archiviate, in questo modo si
esclude la responsabilità di Fujimori e dei suoi Ministri della Sanità
di allora. I casi non sono stati portati in giudizio al di là
dell’imputazione per delitti minori.
Secondo
il Centro della Donna Peruviana Flora Tristán, “per le donne la
giustizia è una utopia”, dei 300 mila casi di sterilizzazione, solo in
un caso è stata riconosciuta la responsabilità penale dello stato. Il
processo ha richiesto al governo di indennizzare la famiglia di María
Mamérita che morì a causa di una generalizzata infezione dopo un
intervento forzato di sterilizzazione, che faceva parte del programma governativo di Salute Riproduttiva e Pianificazione Familiare.
Senza
il loro consenso e molte volte ingannate, le chirurgie erano praticate
alle donne dei paesi più poveri e delle zone rurali del Perù, la maggior
parte di queste erano indigene quechua e aimara. Anche donne incinta
furono obbligate a subire il procedimento dato che i funzionari del
ministero della sanità dovevano effettuare un determinato numero di
sterilizzazioni.
Il Comitato per
l’Eliminazione della Discriminazione contro la Donna (Dedaw), raccomanda
allo stato di identificare tutte le donne che hanno subito l’intervento
con la forza, l’indagine giudiziaria e la riparazione integrale delle
vittime.
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