Pattugliatori italiani alla Tunisia per fare la guerra ai migranti
Antonio Mazzeo
I pattugliatori, realizzati dal Cantiere
Navale “Vittoria” di Adria (Veneto), sono destinati alla Guardia
Nazionale e alla Marina militare tunisina. Secondo quanto dichiarato
dall’amministratore delegato dell’azienda produttrice, Luigi Duò, dal
luglio 2013 sono già stati consegnati al paese nordafricano cinque unità
modello
P350TN e tre pattugliatori P270TN. Altri due P270 giungeranno in
Tunisia a ottobre, mentre nel febbraio 2015 si completerà la consegna
delle restanti unità. I pattugliatori operano dal porto di Tunisi, La
Goulette.
I P270 e P350 sono unità navali
specializzate in compiti di sorveglianza marittima, pattugliamento
delle coste e oceanico, “intercettazione e combattimento a fuoco”. La
motovedetta P270TN è lunga 27 metri, larga 7,20 e ha un dislocamento di
90 tonnellate; il sistema di propulsione assicura una velocità massima
di 35 nodi e un range di 500 miglia marittime. L’unità ha in dotazione
un radar “Simrad” in banda X da 25 kW e uno solid-state “Spery Marine”
da 100 kW; un apparato elettro-ottico; un sistema a copertura mondiale
per il soccorso e la sicurezza in mare (GMDSS) per distanze fino a 20/30
miglia dalla costa. Gli apparati sono stati realizzati dalla società
AlmavivA. L’equipaggio autorizzato è di 14 membri, mentre il costo di
ogni singolo pattugliatore P270TN è di 8 milioni di euro circa.
I sei P350TN destinati alla Marina militare sono una variante più aggiornata dei due pattugliatori consegnati tempo fa alla Guardia
costiera libica. Il dislocamento è di 140 tonnellate, la lunghezza di
35 metri e la larghezza di 7,20; il sistema di propulsione consente un
range di 600 miglia e una velocità massima di 38 nodi. I sistemi di
telecomunicazione e gli apparati sono gli stessi utilizzati per il
P270TN, mentre i membri di equipaggio sono 16. Le unità sono consegnate
dal Cantiere “Vittoria” prive di armamento, ma vengono poi equipaggiate
in Tunisia con cannoni da 20-30 mm. Il costo stimato della versione P350 è di 16,5 milioni a imbarcazione.
Nell’ambito dell’accordo bilaterale con la Tunisia, nel maggio 2011, l’Italia ha fornito
alla Guardia Nazionale del paese nordafricano quattro motovedette
Classe 700 “Carabinieri”, prodotte a Gaeta dai Cantieri Navali del
Golfo, di 18 tonnellate di dislocamento. Altre due imbarcazioni Classe
500, 13 sistemi radar di pattugliamento e 38 motori marini sono stati
consegnati alla Tunisia tra il 2009 e il 2011. Nello stesso periodo,
l’Italia ha infine sostenuto finanziariamente la manutenzione di sette
pattugliatori da 17 metri e di 8 motovedette classe “Squalo”/P58. Come
ricorda la ricercatrice Martina Tazzioli di Storie Migranti, nell’aprile
2013, tramite l’allora ministra dell’Interno Cancellieri, l’Italia
consegnò alla Tunisia anche alcuni fuoristrada da impiegare per
contrastare e bloccare le partenze dei migranti.
“L’Italia intende sostenere il processo
di transizione democratica intrapreso dalla Tunisia, sancita dalla
Dichiarazione di Partenariato strategico del maggio 2012”, ha dichiarato
il sottosegretario agli Affari Esteri Benedetto Della Vedova, nel corso
della sua recente visita a Tunisi per affrontare i temi
dell’immigrazione e della cooperazione economica. “Per l’Italia, la
Tunisia è un partner strategico”, ha aggiunto Della Vedova. “Siamo il
secondo partner commerciale della Tunisia e uno dei principali
investitori nel Paese negli ultimi anni. La nascita di un modello
tunisino, può rappresentare una sfida seria e credibile anche rispetto a
quei gruppi violenti che nel mondo islamico, strumentalizzando la
religione, vorrebbero riportare l’orologio della storia indietro di
secoli”.
Il 12 giugno 2014, era stata la ministra
Roberta Pinotti a raggiungere Tunisi per un vertice con il Primo
ministro Mehdi Jomaa e il ministro della Difesa Ghazi Jribi.
“Il consolidamento dei rapporti di cooperazione bilaterale tra Italia e
Tunisia e il rafforzamento del controllo dei flussi migratori e della
stabilità e della sicurezza nel Mediterraneo sono stati i temi al centro
dell’incontro”, riporta il comunicato emesso dal Ministero della Difesa
italiano. “L’incontro è servito anche a sensibilizzare la controparte
circa l’urgenza di sottoscrivere un MoU Difesa rinnovato (la cui
negoziazione è già stata avviata all’inizio dell’anno) che andrà a
sostituire la Convenzione del 1991 non più adatta alle rinnovate ed
incrementate forme di cooperazione. Sono state pianificate infine una
serie di iniziative di formazione e previste esercitazioni congiunte in
diversi ambiti”.
Le forze armate tunisine stanno
perseguendo un articolato programma di potenziamento dei propri
arsenali. A fine agosto, nel corso di una cerimonia alla base navale di
La Goulette, il corpo diplomatico statunitense ha consegnato alla Marina
militare tunisina due pattugliatori di 13.5 metri, a cui si
aggiungeranno entro il febbraio 2015 altre sette motovedette di 7,6
metri. “Le due unità veloci, del costo di più di 2 milioni di dollari,
fanno parte di un nuovo programma di assistenza alla Marina tunisina per
rafforzare la sicurezza marittima contro il terrorismo che colpisce la
regione mediterranea”, ha dichiarato l’ambasciatore Usa, Jake Walles.
“Le imbarcazioni consentiranno alla Tunisia di controllare meglio la sua
zona economica esclusiva e il flusso del traffico marittimo tra il Nord
Africa e l’Europa. Il Comando delle forze armate Usa per il continente
africano US AFRICOM, sta inoltre sviluppando una serie di mezzi per
assistere le forze armate tunisine, compresa la condivisione delle
informazioni, l’espansione delle attività di addestramento e la
fornitura di equipaggiamento avanzato”.
Un paio di mesi fa, il Pentagono ha
annunciato la consegna a titolo gratuito di una decina di tonnellate di
“equipaggiamento difensivo”, tra cui caschi protettivi e giubbotti
antiproiettile, alle unità speciali anti-terrorismo delle forze armate e
di polizia tunisine. Washington ha poi autorizzato l’invio di sistemi
militari per 60 milioni di dollari per “aiutare la Tunisia a combattere i
militanti islamici che stanno minacciando la nascente democrazia nel
paese”. A conclusione di un incontro con il Primo ministro Jomaa, il
Comandante di US AFRICOM, generale David Rodriguez, ha specificato che
gli aiuti comprendono “attrezzature per l’individuazione di materiale
esplosivo, nuove imbarcazioni e addestramento”.
Il Dipartimento di Stato ha approvato
inoltre la vendita alla Tunisia di dodici elicotteri da combattimento
Sikorsky UH-60M “Black Hawk”, più apparecchiature e supporto
tecnico-logistico, per un valore complessivo di 700 milioni di dollari. I
velivoli saranno armati con razzi a guida laser, missili “Hellfire” e
cannoni da 7.62 mm. “Il trasferimento di questi elicotteri rafforzerà la
capacità delle forze armate tunisine a contrastare le minacce
regionali, consentendo migliori capacità di pattugliamento delle
frontiere e rapidità di reazione e intervento alle unità aeree e
terrestri nelle operazioni anti-terrorismo”, ha spiegato il portavoce
del governo Usa. L’aeronautica militare tunisina ha pure ordinato due
aerei da trasporto C-130J-30 “Super Hercules”, di produzione Lockheed
Martin. Ad oggi, nessuno Stato africano è in possesso di questo velivolo
da guerra.
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