"... un cen­ti­naio di donne che da quasi 70 giorni va in scena, giorno e notte, sul tetto del Padi­glione Alfieri del Poli­cli­nico di Milano sta­mat­tina (lunedì 8/9) si sono date appun­ta­mento sulla rampa della cli­nica Man­gia­galli, quella dove a Milano nascono i bam­bini, e da lì, insieme ai dele­gati Usb che con­di­vi­dono con loro que­sta lotta, sono par­tite in un cor­teo che, infi­lan­dosi per le viuzze del cen­tro, ha rag­giunto Palazzo Marino, sede del Comune.
Usan­doli come aste per le ban­diere, hanno tra­spor­tato dei tubi inno­centi che, davanti alla Scala, hanno com­po­sto la strut­tura pen­sata e costruita per sim­bo­leg­giare la sof­fe­renza della pre­ca­rietà. E’ il cimi­tero del lavoro: appog­giata a un lam­pione, una grande croce alta più di 4 metri e larga 3 rac­conta, con diversi car­telli, le varie anime, lega­liz­zate o meno, in cui si declina la pre­ca­rietà. Quell’assenza di diritti e garan­zie che ha per­messo che que­ste donne venis­sero lasciate a casa dopo aver lavo­rato per anni — anche venti — presso il Poli­cli­nico di Milano in qua­lità di ope­ra­trici socio sanitarie.
Nono­stante la con­ti­nuità del rap­porto, non sono mai figu­rate come dipen­denti dell’azienda ospe­da­liera ma hanno sem­pre lavo­rato con con­tratti di som­mi­ni­stra­zione, rin­no­vati mese per mese, facenti capo alle coo­pe­ra­tive che si sono sus­se­guite negli anni... Per avere spie­ga­zioni e ria­vere indie­tro il loro impiego sono salite sul tetto por­tando avanti un pre­si­dio per­ma­nente en plein air in un’estate in cui il timore del caldo ha ceduto il passo all’inconveniente dei tem­po­rali. E se gli oltre 2 mesi tra­scorsi tra i camini non sono bastati per meri­tare un cenno da parte delle isti­tu­zioni regio­nali, respon­sa­bili del com­parto sanità, da oggi una suc­cur­sale del tetto si trova davanti alla casa dei Mila­nesi. Con una tenda e un gazebo inten­dono restare lì nel qua­dri­la­tero della moda fino a che non avranno rispo­ste, sfi­dando l’ordine di sgom­bero e l’indifferenza dei pas­santi...
Le madri nella Crisi comun­que non si danno per vinte e insi­stono con le loro riven­di­ca­zioni... Una di loro, Maria, a metà ago­sto è stata rico­ve­rata 5 giorni per forti ver­ti­gini. Pos­si­bile effetto dello stress, le hanno spie­gato all’ospedale. Si è rimessa in sesto ed è tor­nata sul tetto. Ieri era in piazza, decisa a tra­scor­rerci la notte. E quelle a venire.
Sotto al gazebo, molte donne hanno por­tato anche i figli che con loro hanno già tra­scorso tanti giorni sul tetto. All’inizio poteva anche essere diver­tente salire così in alto e vedere la Madon­nina tanto vicino. Vanno a scuola di tena­cia, quei ragaz­zini. Una lezione di dignità tenuta da chi si divide tra la casa e il pre­si­dio e soprav­vive con 520 euro al mese, l’assegno men­sile del fondo di soli­da­rietà del con­tratto nazio­nale di som­mi­ni­stra­zione. Solo fino a Natale, poi ci sarà da tirare un buco in più alla cinghia".

Analisi della realtà di lavoro e non lavoro delle donne
inchiesta tra le operaie metalmeccaniche
 prassi di lotta delle donne - esperienze di lotte

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