Nell’incontro che si è tenuto il 31
agosto 2014 in Sicilia, all’interno dell’attivo politico
nazionale di Proletari Comunisti – PCm Italia, le compagne del
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario hanno fatto un
bilancio collettivo ripercorrendo l’anno di lotta, che ha visto in
particolare il raggiungimento di un obiettivo nuovo e per nulla
facile, nè scontato, lo Sciopero delle Donne, con la partecipazione
di tantissime donne, operaie, precarie, le lavoratrici del settore
scuola, le studentesse che hanno partecipato con numeri significativi
cosi da rendere questo sciopero storico anche nei dati oltre che nei
contenuti.
E ora il tempo di consolidare
quanto messo in campo perchè “Nella
odierna società imperialista, le donne sia nel campo delle lotte sia
nell’impegno personale e delle idee hanno una marcia in più,
mostrano ogni giorno che sono sempre di più una forza poderosa che
tutti devono contribuire a scatenare, in particolare nelle
organizzazioni di classe e nelle organizzazioni rivoluzionarie. Il
partito comunista di tipo nuovo maoista in questo è il principale
strumento e bersaglio.” (dal libretto
'Pillole Comuniste').
La marcia in più vale per tutte
le donne che si ribellano alla doppia oppressione di questo sistema
imperialista e capitalista, in un intreccio tra classe e genere che è
alla base della ribellione della maggioranza delle donne, come forza
poderosa che tutti devono contribuire a scatenare, perchè ricchezza
per la lotta rivoluzionaria. Un intreccio che invece viene negato da
realtà del movimento rivoluzionario che vedono solo o l’uno o
l’altro aspetto.
Proletari Comunisti - PCm Italia,
di cui l’MFPR è organismo generato, pone la questione dello
scatenare la forza poderosa delle donne come discriminante:
“Il movimento delle donne è
quello decisivo per la rivoluzione in ogni paese, ma è anche
indispensabile per costruire il partito comunista di tipo nuovo e il
sindacato di classe” (da Pillole
comuniste)
Non ci può essere rivoluzione e
cambiamento in questa società senza questo movimento delle donne,
così come è decisiva la lotta e la coscienza teorica e pratica
della doppia rivoluzione delle donne per la costruzione del partito
rivoluzionario di tipo nuovo e del sindacato di classe, in cui il
protagonismo delle donne è un tratto distintivo e centrale.
In questo senso esperienze esemplari
nell'anno “politico” 2013/2014 sono state lo Sciopero delle Donne
e l’8 marzo con l'appello del Mfpr a tutto il movimento delle donne
a riprendersi e rialzarsi un'8 marzo rosso e proletario.
Queste parole d’ordine, i contenuti,
le iniziative pratiche di lotta portate avanti nei mesi scorsi sono
state in sintonia con la realtà, con i bi-sogni, i sentimenti delle
maggioranza delle donne verso un vero cambiamento della condizione di
vita, in particolare le operaie, le lavoratrici, le precarie, le
disoccupate, casalinghe, le ragazze.
Importante è stata l’eco
internazionale che hanno avuto queste esperienze di lotta, collocate
e collegate dal Mfpr alle lotte che in tanti paesi le donne portano
avanti, e all'interno di queste, alle esperienze più avanzate delle
donne rivoluzionarie e comuniste nelle guerre popolari. Per questo
l'eco del lavoro, della battaglia di principio e pratica del Mfpr è
arrivata fino in India dove tantissime donne sono parte integrante e
dirigente della guerra popolare, e, nel ruolo all'interno di essa,
portano già una trasformazione non solo sul fronte pratico, ma anche
ideologico.
L'Mfpr è impegnata ora a portare
più avanti questo patrimonio strategico di concezione, linea-prassi
intorno alle questioni della necessità non solo in Italia, ma in
ogni paese e movimento delle donne, del “movimento femminista
proletario rivoluzionario”, dello “scatenare la furia delle donne
come forza poderosa della rivoluzione” e della “rivoluzione nella
rivoluzione”.
In un ragionamento collettivo in cui
abbiamo considerato anche limiti e questioni da sviluppare, un
aspetto da tenere ben presente è che le esperienze non si possono
meramente ripetere.
Nel nuovo anno di lotta che sta
iniziando è necessario lavorare perchè la linea-concezione
rivoluzionaria che si è concretizzata nello Sciopero delle Donne, si
affermi estesamente e si diffonda, contro le tendenze che soffocano,
sottovalutano o ostacolano lo “sciopero delle donne” doppia
lotta, come intreccio di lotta di classe e di genere, o ne vogliono
spuntare le punte di critica/trasformazione anche all'interno del
movimento proletario e dei movimenti di opposizione.
Così sulla questione della violenza
sulle donne, dei femminicidi, stupri, una violenza strutturale
sistemica che continuerà inevitabilmente a riprodursi in questa
società che ne è la causa, non possono bastare le tante e giuste
denunce, ma occorre intraprendere necessariamente la strada della
lotta rivoluzionaria contro il sistema sociale che la genera,
chiamando le donne a respingere tutte quelle posizioni che le
vogliono portare a sperare in un cambiamento (impossibile)
dall’interno di questo sistema borghese.
In questo senso nei prossimi mesi
dobbiamo essere ancora più impegnate in una battaglia sul fronte
teorico per far avanzare la pratica.
In questa battaglia gli opuscoli
come “La scintilla dello Sciopero delle Donne”, “S/catenate –
donne lavoro e non lavoro – una lotta di classe e di genere”,
“Uccisioni delle donne, oggi” e altri da noi fatti negli anni,
sono strumenti, “armi” per elevare, non solo quantitativamente ma
anche qualitativamente, la mobilitazione delle donne; ed essi servono
non solo alle donne ma all’intera classe proletaria, al movimento
rivoluzionario.
Ma proprio per questo far
conoscere, diffondere questi testi non richiede solo un nostro
maggiore impegno, ma è anch'essa un'azione di combattimento per
farne strumenti di lotta. Organizzeremo iniziative di diffusione,
presentazione degli opuscoli – come se fossero iniziative di lotta
– a partire dalle fabbriche e posti di lavoro protagonisti dello
sciopero delle donne e nelle città in cui siamo presenti o possiamo
arrivare; coinvolgendo tutte le energie che vogliono darci un aiuto
in questo.
Legare, inoltre, la pratica alla
formazione teorica, con l’organizzazione di gruppi di studio aperti
su testi quali la “Concezione materialistica della storia” di
Marx ed Engels e “L’origine della famiglia, della proprietà
privata e dello Stato” di Engels, riprendendo anche l'opuscolo del
1° seminario del Mfpr di Agrigento che pose a base questi testi per
combattere l'idealismo del femminismo borghese e piccolo borghese e
affermare la concezione materialistico-dialettica della storia che
spiega il perchè dell'indicazione “movimento femminista proletario
rivoluzionario”, è un’altra arma per consolidare e portare
avanti il percorso di lotta e di avanzamento oggi necessario.
per il Movimento femminista
proletario rivoluzionario
Cettina - Palermo
agosto 2014
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