Davide Gariglio è il segretario regionale piemontese del
Partito (sedicente) Democratico, ed anche il capogruppo in Consiglio
regionale.
Questo ‘signore’ ha alle spalle una carriera politica tutta legata
alla tradizione democristiana, ed anche in questi giorni non perde occasione per
mostrare tutto il suo schifoso papismo.
La polemica intentata da questo riguarda il così detto ‘bonus scuola’, quell’indecente
provvedimento che regala soldi alle famiglie che iscrivono i propri figli alle
scuole private, che in Piemonte per oltre il novanta per cento sono nelle
viscide mani della pretagli vaticana.
L’assessore alle Politiche scolastiche
- la sedicente democratica, appartenente all’ala socialdemocratica, Gianna
Pentenero - ha deciso di sospendere, fino al 2015, il bando che consegna alle
famiglie papiste un contributo per pagare la retta decisa dalla pretaglia.
Il
Gariglio le risponde, con una notevole faccia di bronzo: “Non possiamo far
ricadere i costi della cattiva gestione della giunta Cota sulle famiglie meno
abbienti”.
Peccato che le famiglie disagiate non pensino nemmeno ad iscrivere
i loro figli alle scuole private: non fosse altro perché non hanno i mezzi per
poter sostenere gli esorbitanti costi di queste.
La replica della Pentenero è
allucinante: invece di attenersi alla Legge fondamentale dello Stato, la
neodemocristiana pensa ad abbassare il reddito sotto al quale si può
tranquillamente infrangere la Legge.
Qualunque amministratore pubblico, al
momento della sua investitura, provvede a prestare giuramento di lealtà alla
Costituzione; per questo motivo, voglio ricordare a questi ‘signori’ che la
Legge fondamentale dello Stato, all’articolo trentatre comma terzo, recita:
“Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione,
senza oneri per lo Stato”.
Pertanto, ogni e qualunque legge vada in senso
contrario a questo precetto deve essere immediatamente abrogato; se le scuole
private non riescono ad andare avanti senza continui finanziamenti da parte del
pubblico, chiudano.
O, in alternativa, chiedano i soldi allo stato della
Città del Vaticano: l’Istituto delle Opere Religiose non ha certamente problemi
di liquidità, e può sicuramente far fronte ad eventuali problemi delle scuole da
loro istituite.
Bosio (Al), 09 settembre 2014
Stefano Ghio - Proletari
Comunisti Alessandria/Genova
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