Che il suo piano industriale presentato il 6 maggio scorso fosse
fasullo emerge dal resoconto che il sole 24 ore di ieri fa della tavola rotonda
che si è tenuta a Washington, negli Usa, sull’analisi del settore
manifatturiero, alla quale ha partecipato Marchionne e dalla quale vengono
fuori diverse “verità”.
Questi “… professori ed esperti che dibattevano se per il
settore ci fosse davvero una rinascita oppure no.” Arrivano ad una prima
“Conclusione: forse rinascimento no ma inversione di tendenza sì”. E questa
“inversione di tendenza”, vista dagli Stati Uniti, sarebbe dovuta al
“reshoring” e cioè al trasferimento di nuovo negli Usa di fabbriche che erano
in Cina e altri paesi “in via di sviluppo” che adesso si chiamano “emergenti”.
Il rientro di una parte della produzione, come sanno bene gli “esperti” è
dovuto alle dure lotte degli operai per salari più alti, spesso ottenuti, e che
insieme alla perdita di diritti e al conseguente abbassamento dei salari degli
operai nei cosiddetti paesi avanzati degli Usa (e dell’Europa) permette adesso
a una parte di queste aziende di produrre ad un costo competitivo anche nei
paesi ricchi. E si tratta quindi, all’interno della crisi, di un tentativo di
abbassare ancora i costi di produzione tagliando i salari operai, ma di vera
ripresa nemmeno l’ombra..
Il “monitoraggio” del settore manifatturiero è in corso
anche in Europa che ha addirittura elaborato un programma definito “Industrial
compact” che ha l’obiettivo di far salire il peso del manifatturiero nel Pil
europeo dall'attuale 15,2 al 20% entro il 2020.
Per quanto riguarda il settore auto, in particolare, gli
esperti della tavola rotonda e del governo americano dicono che “le sfide
tecnologiche e di mercato … dovrebbero portare presto a un’auto elettrica al
100%...” E qui interviene Marchionne, arrabbiato, che prova a ribaltare questa
affermazione (dato che in tutti questi anni alla Fiat non è stato investito un
soldo nelle nuove tecnologie, rimanendo fuori da questo settore) dicendo che
“il futuro resta dell’ibrido – ha detto Marchionne - con l’auto elettrica non
c’è modo di guadagnare.” E ricomincia a fare lo spaccone. “Anzi guardate, non
comprate la 500 elettrica per cortesia, perché ogni auto venduta mi costa
14mila dollari! Che gli esperti al governo mi dimostrino che l’auto solo
elettrica non fa danno all’ambiente [e qui il fascista padronale ha un certo
gioco facile, perché è chiaro, che se è vero che l’auto elettrica è meno
inquinante delle altre, nel sistema capitalistico la produzione di tutte
le componenti dell’auto sarà comunque sempre inquinante]… aggiungo, per la
normale combustione abbiamo ancora molto da dare in termini di innovazione”. Ma
non è certo la Fiat/Chrysler di Marchionne che darà il contributo necessario in
questo campo.
Fiat 500 elettrica: Marchionne invita a non comprarla
In questa tavola rotonda Marchionne si è trovato in
difficoltà perché si è trovato davanti persone come lui che vanno al sodo e che
si sono chiesti se alla fine il “Salvataggio [della Chrysler fosse stato]
giusto o sbagliato? Secondo Clifford Winston, un economista con la Searle
Freedom, è stato sbagliato perché alla fine vinceranno gli stranieri. Soldi
inutilmente buttati.” A questo punto l’arrogante uomo tutto pieno di sé “…non
si è contenuto. Ha chiarito “che certe cose non si devono neppure pensare, non
sono nelle carte, il settore ce l’ha già fatta e ce la farà”. Poi si è tolto
qualche sassolino dalle scarpe: [diventando particolarmente volgare] “Ho dovuto
mettere le mie parti private sul tavolo” ha detto, con il moderatore, Paul
Ingrassia, di Reuters che reagiva con tipico pudore americano: “Abbiamo capito…
grazie”. Ma Marchionne insisteva, “le mie parti private e quelle di molti
altri… l’unica cosa che avevo era la mia reputazione.” Bella reputazione! E
così per rincarare la dose ha fatto “Poi alcune rivelazioni: la 500 è stata
portata in America perché l’aggiunta di una piccola utilitaria al pacchetto
industriale era una delle condizioni imposte dal governo americano “non ci
cambiava niente, anzi se fosse stato per me la 500 non l’avrei portata, ma se
era necessario per l’accordo non c’era da discutere e l’abbiamo portata”. “È
emerso anche che il governo americano preferiva cedere la Chrysler alla GM per
creare un unico gruppo, ma la GM non l’ha voluta.” E quindi non è stato a causa
della sua reputazione che l’affare è andato in porto!
E alla fine le solite promesse sugli investimenti in Italia:
“gli investimenti a Mirafiori partiranno presto…”
***
Automotive. Il retroscena: gli Usa spingevano per cedere
Chrysler a GM
Marchionne e i piani negli Usa: “Nell’ibrido il futuro
dell’auto”
La conferma: Fca in Borsa entro fine anno
Ci sono stati due binari ieri a Washington alla tavola
rotonda organizzata dalla Brookings Institution sul manifatturiero, il primo
molto teorico, molto soggettivo, con professori ed esperti che dibattevano se
per il settore ci fosse davvero una rinascita oppure no. Conclusione: forse
rinascimento no ma inversione di tendenza sì, con reshoring e nuovi posti di
lavoro, che ha tradotto il dibattito a una questione semantica. Il secondo
binario, dalla trincea lo ha percorso da unico protagonista Sergio Marchionne
che menava fendenti ora agli intellettuali, ora ai sindacalisti, ora alla
concorrenza. Marchionne ha snocciolato dati, numeri e problemi molto concreti
di chi si trova a gestire un’azienda nel giorno per giorno. Al centro del suo
intervento le sfide tecnologiche e di mercato che, secondo alcuni al governo
dovrebbero portare presto a un’auto elettrica al 100%: “il futuro resta
dell’ibrido – ha detto Marchionne - con l’auto elettrica non c’è modo di
guadagnare. Anzi guardate, non comprate la 500 elettrica per cortesia, perché
ogni auto venduta mi costa 14mila dollari! Che gli esperti al governo mi
dimostrino che l’auto solo elettrica non fa danno all’ambiente… aggiungo, per
la normale combustione abbiamo ancora molto da dare in termini di innovazione”.
L’incontro di ieri è stato voluto da Steve Rattner,
banchiere a New York, ex guru dell’auto per conto di Obama che ha salvato il
settore, ma cerano anche Larry Summers, consigliere economico chiave del
Presidente all’epoca del salvataggio dell’auto e vari altri esperti e
protagonisti di quel pezzo di storia economica che oggi vede come unico ancora
attivo proprio Sergio Marchionne. Salvataggio giusto o sbagliato? Secondo
Clifford Winston, un economista con la Searle Freedom, è stato sbagliato perché
alla fine vinceranno gli stranieri. Soldi inutilmente buttati. Marchionne non
si è contenuto. Ha chiarito “che certe cose non si devono neppure pensare, non
sono nelle carte, il settore ce l’ha già fatta e ce la farà”. Poi si è tolto
qualche sassolino dalle scarpe: “Ho dovuto mettere le mie parti private sul
tavolo” ha detto, con il moderatore, Paul Ingrassia, di Reuters che reagiva con
tipico pudore americano: “Abbiamo capito… grazie”. Ma Marchionne insisteva, “le
mie parti private e quelle di molti altri… l’unica cosa che avevo era la mia
reputazione. Poi alcune rivelazioni: la 500 è stata portata in America perché
l’aggiunta di una piccola utilitaria al pacchetto industriale era una delle
condizioni imposte dal governo americano “non ci cambiava niente, anzi se fosse
stato per me la 500 non l’avrei portata, ma se era necessario per l’accordo non
c’era da discutere e l’abbiamo portata”. È emerso anche che il governo
americano preferiva cedere la Chrysler alla GM per creare un unico gruppo, ma
la GM non l’ha voluta. È anche emerso che le condizioni finanziarie concesse
alla GM erano meglio di quelle concesse alla Chrysler: “Avevamo una spada di
Damocle sopra la testa, mi continuavano a chiedere, a che punto siamo? Tutto
bene tutto bene dicevo…Se avessero imposto condizioni altrettanto severe alla
GM oggi forse sarebbero in condizioni migliori”. Marchionne ha toccato il tema
difficile sul piano finanziario dei richiami. Costi enormi che potranno essere
evitati “solo grazie alla creazione di un nucleo di periti super specializzati
che potrà giocare d’anticipo… noi lo stiamo facendo”. Infine due conferme, gli
investimenti a Mirafiori partiranno presto e “lo sbarco in borsa ci sarà entro
la fine dell’anno”.
Il sole 24 ore
22 maggio ’14
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