Amianto: 11 indagati a Bari per morte
di 7 lavoratori Ansaldo
BARI
– I decessi di sette ex operai dello stabilimento 'Ansaldo Caldaiè di
Gioia del Colle (Bari), avvenuti tra il 1994 e il 2013, sono stati
causati dalla presenza di polveri di amianto sui luoghi di lavoro. E’ la
conclusione a cui è giunta la Procura di Bari che ha fatto notificare
ad 11 indagati, tutti ex legali rappresentanti dell’azienda ed ex
responsabili dello stabilimento pugliese, l'avviso di conclusione delle
indagini preliminari per i reati di omicidio colposo e disastro colposo.
L'azienda è specializzata nella produzione di generatori di vapore ed è un centro di ricerca combustione. Secondo le indagini, affidate alla sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri e coordinate dal procuratore aggiunto Anna Maria Tosto, nello stabilimento sono state violate per decenni norme su gestione di polveri e materiali contenenti amianto, che venivano lavorati.
Gli operai, dipendenti dello stabilimento fin dagli anni Settanta, sono deceduti per mesotelioma pleurico e adenocarcinoma. Gli accertamenti si sono avvalsi di consulenze ingegneristiche e di medicina del lavoro. L’esito di queste consulenze tecniche, ora agli atti del fascicolo, dai prossimi giorni a disposizione delle parti, dimostra – secondo la pubblica accusa – l'esistenza del nesso di causalità fra l'esposizione all’amianto e l’insorgenza delle patologie.
In alcuni casi alcuni operai, poi deceduti, avevano denunciato l’azienda per aver contratto malattie respiratorie e tumori. Questi procedimenti, avviati per lesioni colpose, sono stati archiviati perchè i reati erano caduti in prescrizione.
Dopo i decessi degli ex lavoratori Ansaldo le famiglie, rappresentate dall’avvocato Maria Emanuela Sborgia, hanno sporto denuncia dando impulso al nuovo procedimento, conclusosi oggi con le accuse di omicidio colposo e disastro colposo.
L'azienda è specializzata nella produzione di generatori di vapore ed è un centro di ricerca combustione. Secondo le indagini, affidate alla sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri e coordinate dal procuratore aggiunto Anna Maria Tosto, nello stabilimento sono state violate per decenni norme su gestione di polveri e materiali contenenti amianto, che venivano lavorati.
Gli operai, dipendenti dello stabilimento fin dagli anni Settanta, sono deceduti per mesotelioma pleurico e adenocarcinoma. Gli accertamenti si sono avvalsi di consulenze ingegneristiche e di medicina del lavoro. L’esito di queste consulenze tecniche, ora agli atti del fascicolo, dai prossimi giorni a disposizione delle parti, dimostra – secondo la pubblica accusa – l'esistenza del nesso di causalità fra l'esposizione all’amianto e l’insorgenza delle patologie.
In alcuni casi alcuni operai, poi deceduti, avevano denunciato l’azienda per aver contratto malattie respiratorie e tumori. Questi procedimenti, avviati per lesioni colpose, sono stati archiviati perchè i reati erano caduti in prescrizione.
Dopo i decessi degli ex lavoratori Ansaldo le famiglie, rappresentate dall’avvocato Maria Emanuela Sborgia, hanno sporto denuncia dando impulso al nuovo procedimento, conclusosi oggi con le accuse di omicidio colposo e disastro colposo.
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