domenica 18 maggio 2014

pc 18 maggio - NON VOTARE IL FASCISMO DI GRILLO! LA PROTESTA NON E' SENZA CLASSI E SENZA COLORE! SI AL BOICOTTAGGIO ELETTORALE

Il finale della campagna elettorale per le europee è sempre più apertamente all'insegna del fascismo. Con la Lega che vomita contro gli immigrati, con Fratelli d'Italia che sbandiera (non solo virtualmente) lo "spirito della nazione" - ma questi sono i sottoprodotti. Poi stanno Grillo e Berlusconi che si fanno concorrenza su chi dovrebbe fare per primo la "marcia su Roma". 
Ma è soprattutto Grillo che mette in piazza tutta la sua batteria, nell'incitare al sentire più reazionario, al sentire di "pancia". Grillo che dice che lui è "oltre Hitler", e rivendica che "se non ci fosse il Movimento5Stelle ci sarebbero i nazisti", capitalizzando la protesta qualunquista di destra; Grillo che fa appello alla Digos, ai carabinieri: "La Digos è tutta con noi, la Dia è tutta con noi, i Carabinieri pure... la nostra rabbia ha unito 10 milioni di persone, ma non abbiamo sfasciato vetrine e non siamo andati contro la polizia" - e questo, guarda caso, dopo il 12 aprile, dopo gli scarponi sulla pancia delle ragazze, dopo i vigliacchi in divisa che manganellavano chi stava a terrà, dopo gli applausi agli assassini di Aldrovanti...

Quindi sia chiaro, chi ancora - e purtroppo ce ne sono anche tra i giovani, anche tra i lavoratori sfiduciati - pensa di votare Grillo come protesta contro i partiti della maggioranza, del malaffare, contro il PD principale responsabile oggi degli attacchi alle condizioni di vita e di lavoro, sappia che sta votando il populismo fascista, che non è contro le Istituzioni borghesi, ma vuole stare negli alti scranni di queste stesse istituzioni. 
Non c'è una protesta senza classi e senza "colore". La protesta deve essere rossa e proletaria. La protesta è il "boicottaggio elettorale"!

Riportiamo stralci dell'analisi che il giornale 'Proletari comunisti' aveva fatto nelle scorse elezioni politiche su Grillo e il M5S, e che oggi viene pienamente confermata.  


"...il Movimento 5 Stelle che nato essenzialmente per intaccare l'astensionismo e ricondurlo alla ragione di una protesta, indignata sì ma nell'alveo delle istituzioni, si è trasformato invece in un grande contenitore di tutti i delusi dei partiti principali, fino a diventare una sorta di primo partito e di variabile apparentemente impazzita del sistema parlamentare borghese... 
Il Movimento 5 Stelle guidato da Grillo è qualcosa di più grave e profondo col quale bisogna seriamente misurarsi. E non certo per i danni che fa alla borghesia e al ceto politico dominante, che sono danni piccoli, congiunturali e sostanzialmente inconsistenti, ma quanto per i danni che produce alla democrazia, intesa in senso lato, al movimento di opposizione proletario e popolare, alle prospettive di cambiamento reale sociale e politico a cui occorre aspirare e per cui è necessario battersi...

Grillo politicamente e culturalmente è un comico che denuncia, utilizzando le sue armi, fatti e malefatte dei partiti, della finanza, del costume; lo fa con capacità di coinvolgimento, con battute fulminanti, che in generale ottengono un consenso in chi lo ascolta; avveniva così in televisione, avviene tuttora nelle piazze e negli schermi televisivi che apparentemente egli diserta ma che nell'attuale società è una delle tecniche comunicative, già vista all'opera ai tempi della Lega di Bossi, che permettono spesso di essere più presente degli altri e con forma comunicative più efficaci...
La questione “Grillo” cambia col formarsi di questa strana e oscura “setta aziendale” che con abilità e, in una certa misura, pianificazione, costruisce una forma di cupola internauta che utilizza in forme apertamente cripto fasciste lo strumento della rete, della democrazia virtuale, atomizzata e individualizzata, al servizio di una dittatura reale, esclusiva, e la trasforma in macchina elettorale, in nuova forma partito, in cui tutte le masse vengono incluse ma organicamente escluse.
Ma perchè a questa forma corrisponda un contenuto, via via questi contenuti vengono identificati con i discorsi, da sempre reazionari: 'né destra né sinistra', 'né operai né padroni', 'niente partiti niente bandiere' che poi diventa 'niente sindacati', niente organizzazioni delle masse. Così si persegue la costruzione di una irreggimentazione politica, culturale, ideologica fatte di masse spogliate di autonomia di pensiero, di organizzazione, adoranti e plaudenti al “capo” che in un rapporto simbiotico ne cavalca gli istinti più bassi, il linguaggio più crudo, il turpiloquio, per mostrasi uno del popolo, anzi “il popolo”. Questo è fascismo...
Questo meccanismo irrompe in maniera dilagante nella fase finale della campagna elettorale, trasforma quindi il movimento di opinione intorno a Grillo e ne incuba i possibili peggiori esiti.
Grillo è lo sdoganamento dei fascisti all'ombra del “nè destra né sinistra, purchè dicano cose buone”, accarezza il razzismo antimmigrati, il sessismo antifemminista; raccoglie interi pezzi di elettori delusi dal centro destra che non hanno cambiato per niente idea e humus culturale, e raccoglie da sinistra tutti coloro che hanno perso fiducia nel movimento reale, nelle lotte, nella sinistra in genere. Tutta la storia del nostro paese ci dovrebbe ricordare che i delusi della sinistra diventano base di massa del fascismo.
In questo senso, negare la natura reazionaria del movimento di Grillo significa favorirne l'ascesa e rientrare nel campo di quell'idiotismo che sempre ha prodotto il fascismo reale.

Gli eletti di Grillo sono la cosiddetta “gente comune che non ha mai fatto politica”, come se questo fosse un merito. Questo crea una serie di soldatini al servizio del capo nella “migliore delle ipotesi”, altrimenti una genia di persone pronte a vendersi innanzitutto politicamente e culturalmente al primo offerente nel parlamento borghese. Questo è omogeneo alla cancellazione della 'democrazia partecipata' attraverso le forme organizzate della lotta sociale e politica ed è caratteristica dell'omogenizzazione/irreggimentazione di stampo reazionario.
Sul programma del M5S... il punto di vista che si assume è quello della media e piccola impresa, del “risparmiatore”..., che evidentemente hanno contraddizioni rispetto ad un sistema dominato dalla grande finanza e dalla grande impresa e che nella crisi sono stati penalizzati. Tutto questo indirizzato verso un”mercato trasparente che funzioni”, che poi è il mercato capitalista, verso la “non contraddizione tra operai e padroni” che produce un misto di neocorporativismo e ultraliberismo che non può che rientrare prima o poi dentro i nuovi assetti del capitale.
L'ideologia di “tutti ladri” e di “banche usuraie” è una verità banale, da sempre però utilizzata dall'estrema destra che vuole l'abolizione dei partiti e la subordinazione delle banche agli interessi nazionali di Stato, ora anti Europa ora da Europa nazione, che sono pur sempre al servizio del capitale e ingredienti di un regime moderno fascista.
Altri pezzi del programma, quelli che piacciono al “movimento”: no grandi opere, acqua, ecc., nella versione grillina sono la natura di destra, finalmente svelata, di una parte di queste battaglie che rimandano ad un buon funzionamento dello Stato, ad uno Stato che si occupi di 'beni comuni', mentre il capitale si occupa di mercati e profitti.
Il “reddito di cittadinanza” è parola d'ordine oggi presente anche nei circoli dominanti dell'economia mondiale; di per sé non ha un carattere antagonista al sistema in periodo di crisi, e generalmente trova espressione in quell'estensione di ammortizzatori sociali ritenuta utile a contenere la protesta delle masse sempre più senza lavoro per distogliere da essa.
Il punto chiave è comprendere, al di là degli obiettivi dichiarati, la natura reale del movimento Grillo...".

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