da IL GIORNO
Trezzo sull'Adda (Milano), 12 aprile 2014 - Dopo violenze e aggressioni, torna a prevalere la ragione. E fuori dai cancelli di Trezzo sull’Adda si pensa a come convogliare in modo più costruttivo le forze per portare avanti la protesta che ha l’obiettivo di difendere non solo i lavoratori della Ldd, ma anche tutti quelli impegnati nel campo della logistica alle prese con gli stessi problemi. Tornano sul luogo della battaglia, questa volta senza armi e con uno spirito diverso, gli ex facchini in mobilità dopo il trasferimento del magazzino della Ldd da Vignate a Trezzo sull’Adda. A una settimana esatta dal picchetto finito tra le botte, con lavoratori senza posto da una parte e dipendenti inferociti perché non potevano portare a termine le commesse a causa del blocco dei cancelli dall’altra, si torna a dialogare. Questa volta pensando a nuove e diverse azioni. Perché ora ci sono altri 160 lavoratori che rischiano il posto: sono i dipendenti della Nd, anche loro facchini che sempre nel polo logistico di Trezzo hanno sede ma che entro giugno potrebbero non avere più un lavoro a causa della decisione di Metro, appaltatrice del servizio, di trasferire i magazzini a Pavia.
«Èormai una problema che si argina a fatica e che continua a vedere accesi nuovi focolai — spiega Sebastiano Lamera dello Slai Cobas —. Per questo, in contemporanea allo sciopero organizzato per questa mattina (ieri, ndr) dalle 8 alle 10 per la Nd, si è anche deciso di annunciare la nascita di un coordinamento a livello lombardo così da unire le tante proteste in giro per tutta la regione e chiedere un tavolo a livello istituzionale che cerchi di risolvere il problema. Bloccare i cancelli serve ma fino a un certo punto, per questo stiamo studiando nuove forme di lotta così da contrastare il sistema delle logistiche che, attraverso le cooperative e i cambi appalto, cercano di liberarsi dei lavoratori che per anni hanno sfruttato e che magari hanno anche ottenuto migliori condizioni di lavoro e diritti sindacali». Giovedì prossimo la prima manifestazione unitaria che vedrà arrivare a Trezzo anche tutti quei lavoratori che prestano servizio per cooperative in bilico. E poi altre azioni che saranno studiate di volta in volta. Tutti insieme. Rivolgendosi direttamente a prefetto e istituzioni ai quali i lavoratori chiederanno certezze e maggiore tutela.
chiara.giaquinta@ilgiorno.net
Trezzo sull'Adda (Milano), 12 aprile 2014 - Dopo violenze e aggressioni, torna a prevalere la ragione. E fuori dai cancelli di Trezzo sull’Adda si pensa a come convogliare in modo più costruttivo le forze per portare avanti la protesta che ha l’obiettivo di difendere non solo i lavoratori della Ldd, ma anche tutti quelli impegnati nel campo della logistica alle prese con gli stessi problemi. Tornano sul luogo della battaglia, questa volta senza armi e con uno spirito diverso, gli ex facchini in mobilità dopo il trasferimento del magazzino della Ldd da Vignate a Trezzo sull’Adda. A una settimana esatta dal picchetto finito tra le botte, con lavoratori senza posto da una parte e dipendenti inferociti perché non potevano portare a termine le commesse a causa del blocco dei cancelli dall’altra, si torna a dialogare. Questa volta pensando a nuove e diverse azioni. Perché ora ci sono altri 160 lavoratori che rischiano il posto: sono i dipendenti della Nd, anche loro facchini che sempre nel polo logistico di Trezzo hanno sede ma che entro giugno potrebbero non avere più un lavoro a causa della decisione di Metro, appaltatrice del servizio, di trasferire i magazzini a Pavia.
«Èormai una problema che si argina a fatica e che continua a vedere accesi nuovi focolai — spiega Sebastiano Lamera dello Slai Cobas —. Per questo, in contemporanea allo sciopero organizzato per questa mattina (ieri, ndr) dalle 8 alle 10 per la Nd, si è anche deciso di annunciare la nascita di un coordinamento a livello lombardo così da unire le tante proteste in giro per tutta la regione e chiedere un tavolo a livello istituzionale che cerchi di risolvere il problema. Bloccare i cancelli serve ma fino a un certo punto, per questo stiamo studiando nuove forme di lotta così da contrastare il sistema delle logistiche che, attraverso le cooperative e i cambi appalto, cercano di liberarsi dei lavoratori che per anni hanno sfruttato e che magari hanno anche ottenuto migliori condizioni di lavoro e diritti sindacali». Giovedì prossimo la prima manifestazione unitaria che vedrà arrivare a Trezzo anche tutti quei lavoratori che prestano servizio per cooperative in bilico. E poi altre azioni che saranno studiate di volta in volta. Tutti insieme. Rivolgendosi direttamente a prefetto e istituzioni ai quali i lavoratori chiederanno certezze e maggiore tutela.
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