dall'ultimo numero del giornale proletari comunisti a sua volta tratto dall'opuscolo
di studio su 'PRINCIPI DEL LENINISMO' di Stalin
di studio su 'PRINCIPI DEL LENINISMO' di Stalin
IL PARTITO CHE CI SERVE
“...il
proletariato è l’unica classe che può costruire un partito
comunista e su cui il partito comunista si può basare...”
estratti
dall’opuscolo : “Note di studio su ‘Principi del Leninismo’
di Stalin”
..quali le le ragioni del fallimento dei partiti
revisionisti e opportunisti dell'estrema sinistra che sono stati una
riedizione in piccolo dei partiti della II internazionale...
Questi partiti considerano le forme parlamentari di
lotta come principali, vivono praticamente per le elezioni, “non
sono strumenti adatti per la lotta rivoluzionaria del proletariato –
e questo neanche lo vogliono – non sono partiti di lotta del
proletariato”. E questo carattere è stato ed è alla base
dell'estraneità alle lotte proletarie in genere e anche del fatto
che siano maturate nelle masse in lotta l'idea che i partiti in
genere, anche di estrema sinistra, siano inutili, estranei alla loro
lotte e quindi non in grado di rappresentarle.
“Non
sono partiti che guidano gli operai alla conquista del potere ma un
apparato elettorale”.
.... la costituzione del partito deve essere fatta,,
“con un metodo nuovo, rivoluzionario”, “con la rieducazione
degli operai” nello spirito della lotta rivoluzionaria per il
potere”...., con la collocazione di questa costituzione nella
visione internazionale, con una visione internazionale, con legami
internazionali per permettere ad esso di cogliere l'importanza della
“alleanza con il proletariato dei paesi vicino, creazione di saldi
legami con i movimenti di liberazione”, ecc...
E' evidente, quindi, che la costituzione del partito
nuovo deve essere scevra, libera da tutte queste influenze del
revisionismo, radicalmente alternativa nel metodo e nella prassi e
deve avere davanti a sé un solo problema, quello di convincere le
masse in lotta senza partito che questo partito nuovo è realmente
nuovo, è possibile ed è necessario.
Questo è stato ed è il fondamento ideologico e
programmatico che ha guidato la Direzione del nostro partito, da
Agit/Prop ad oggi, al di là dei risultati effettivi conseguiti, ed
esso è la base identitaria indispensabile del PCm.
Cosa è e deve diventare, quindi, il nostro partito? “Un
nuovo partito , un partito combattivo, rivoluzionario,
sufficientemente audace da condurre i proletari alla lotta per il
potere, sufficientemente esperto da sapersi orientare nelle
condizioni complesse di una situazione rivoluzionaria (potenziale e
in sviluppo) e sufficientemente agile da superare gli scogli di ogni
genere di cui è irta la strada che conduce alla meta. Senza tale
partito non si potrebbe nemmeno pensare a rovesciare l'imperialismo,
a conquistare la dittatura del proletariato”.
...’il partito deve assorbire tutti i migliori
elementi della classe operaia, la loro esperienza, il loro spirito
rivoluzionario, la loro infinita dedizione alla causa del
proletariato”...
...
E' evidente che in questa fase storica e in paesi come il nostro
questi elementi non esistono, bisogna quindi comprendere che è il
partito il depositario di questi fattori che tra le avanguardie
esistono in maniera disorganica, parziale, potenziali e che il
partito deve saper rivolgersi a questi, assorbirli per restituire in
forma organica e permettere via via che queste avanguardie diventino
quelle che corrispondono al partito...
In generale i migliori elementi della classe operaia
sono quelli che fanno la lotta che attualmente è quasi
esclusivamente lotta sindacale. La loro esperienza reale è di questo
tipo di lotta, a cui fanno eccezione un numero ristretto di
avanguardie operaie degli anni '70 che ancora sono in campo. Quindi,
è dentro la loro esperienza sindacale che vanno distinti elementi
qualitativi da elementi banali, il loro spirito rivoluzionario; ma
essi in generale non hanno come obiettivo la rivoluzione tranne
rarissime eccezioni. Lo spirito rivoluzionario vive nello spirito di
lotta, nel non limitarsi a forme di lotte legali, tradizionali, nella
combattività, nel coraggio, contrapposizione, questo è potenziale
spirito rivoluzionario....
Quindi, il partito nella fase della costituzione deve
ragionare come se esso fosse formato dagli “elementi migliori” e
deve saper discernere, organizzare, assorbire quelli che sono gli
elementi migliori nella realtà...
Noi dobbiamo fare lotta ideologica attiva, lotta tra le
due linee, Tesi, scuole quadri per trasformarlo in partito che “deve
essere alla testa della classe operaia, deve vedere più lontano
della classe operaia, deve guidare il proletariato a non essere a
rimorchio del movimento spontaneo”. Questo è il partito
rivoluzionario, altrimenti prevalgono partiti, organizzazioni,
gruppi, militanti che predicano il codismo. E chi sono i codisti?
Dice il testo: “Agenti della politica borghese che condannano il
proletariato al ruolo di strumento nelle mani della borghesia”.
Il partito che noi dobbiamo costruire deve essere in
grado di “distogliere la classe operaia dalla strada del
tradunionismo e trasformarla in una forza politica indipendente”...
Nell'esperienza pratica del movimento comunista di
ispirazione maoista, degli anni '70 in particolare, alcune
organizzazioni mlm hanno coltivato questa distinzione fino a
rappresentarne una rottura, per cui operai d'avanguardia
nell'organizzazione sono facilmente diventati militanti sradicati dal
contesto che li aveva prodotti.
In questa fase però non è così che si presenta la
realtà. Le avanguardie operaie restano fin troppo parte della classe
rappresentando i limiti ideologici e politici, di coscienza generale,
identificandosi più come avanguardie sindacali che come parte di un
partito politico in formazione.
Su alcune questioni però bisogna forzare la mano
all'andamento corrente, cioè in particolare bisogna maturare e fare
emergere una capacità di direzione e un credito morale e politico
che non può che scaturire dalla capacità di guardare più lontano,
di saper analizzare la realtà e dall'intransigenza della lotta per
la difesa degli interessi operai.
Questo può far sì che il nucleo di partito iniziale,
pur essendo impegnato in compiti principalmente teorico
propagandistici, pur dovendo spesso limitare la sua attività di
direzione ad embrionali lotte sindacali, deve godere però nei suoi
militanti di un credito morale e politico, non solo in ristretti
circoli ma verso le fabbriche e i proletari in lotta in cui
effettivamente opera. ...
Questo è una premessa assoluta per creare quei salti di
qualità nell'adesione al partito quando le condizioni maturano,
spesso, non bisogna avere timore di dirlo, per spinte spontanee che
si incontrano con la presenza militante dell'avanguardia partito.
Più difficile è nella fase iniziale che maturi quel
processo che nel testo è definito “il nostro partito che è
percepito come il loro partito”.In generale spesso ci si trova di
fronte nella realtà del nostro paese, negli ultimi anni post '70, di
fronte a due percorsi paralleli in cui i comunisti lavorano per la
costituzione del partito della classe operaia e gli operai privi
della presenza e guida del partito pensino ad un loro partito.
Questo è un problema più difficile e fa parte di
quelle – definite nel testo - “condizioni complesse” per
realizzare l'incontro tra avanguardie comuniste già organizzate per
il partito e percorso della classe operaia verso il suo partito. “La
chiave come sempre è la teoria, la linea, ma l'anello centrale è
proprio la presenza di alcuni operai nel nucleo costitutivo del
partito che possano essere quell'anello di congiunzione che rompe la
spirale spontanea tra un partito a volte anche “perfetto” in
teoria e concezione e operai che non riconoscono e che comunque non
possono riuscire a costituire un loro reale partito senza che questo
incontro si realizzi.
Infine, bisogna puntare molto sulla figura stessa dei
militanti del partito in formazione che siano capaci per la loro
dedizione, tenacia e spirito di combattimento di creare quello che il
testo chiama “legami morali inafferrabili”.
Bisogna essere molto determinati nel costruire i quadri
del partito in formazione provvisti di questa potenzialità e
capacità, combattendo ogni forma di codismo e di autoreferenzialità.
...nessuna organizzazione, anche di più basso livello,
può abbracciare l'intera classe operaia in regime capitalista.
Questo è importante per combattere il menscevismo e il populismo,
travestiti da operaismo, che nella fase iniziale della formazione del
partito rappresentano una tendenza davvero pericolosa e dannosa.
Per capirci, questo significa che anche il partito
iniziale, in formazione, svolge funzione di capo politico della
classe operaia, purchè abbia piena coscienza dei limiti oggettivi e
soggettivi entro cui si esercita questa funzione.
Il cuore della costituzione del partito è
l'organizzazione del partito. Questo, avviene in condizioni
difficili, passa da fasi in cui si è all'offensiva, vale a dire si
può procedere celermente con molta spinta, a fasi in cui si è in
ritirata, cioè bisogna tenere duro e non temere di perdere forze.
Il secondo elemento è il concetto di partito come somma
delle sue organizzazioni...
Somma di organizzazioni non vuol dire coordinamento di
esse, che un'organizzazione si aggiunge ad un'altra, ma sistema unico
in grado di disciplinare l'organizzazione secondo livelli che
anch'essi hanno necessità di essere ben definiti...
Quindi esistono una serie di organizzazioni, a cui il
partito partecipa o crea, del proletariato e del movimento
rivoluzionario in genere che convivono con l'azione principale in
direzione della costituzione del partito...
L'altra distinzione importante è quella che distingue
le organizzazioni di massa propriamente dette, la cui principale è
il sindacato perchè abbraccia la maggioranza della classe operaia e
del proletariato, con quelle create appositamente dal partito per
svolgere funzione di orientamento, direzione, conquista, che nel
linguaggio attuale nel nostro movimento si definiscono “organismi
generati”, proprio per distinguerle dalle organizzazioni
propriamente dette...
sia le une che le altre, sono assolutamente necessarie e
senza di esse è impossibile portare le posizioni di classe e
temprare le forze organizzate ai compiti della lotta di classe e in
prospettiva ai compiti della rivoluzione. Il nostro partito nel
movimento comunista maoista è l'unico che nella fase di
costituzione, in particolare nei paesi imperialisti, sin dall'inizio
ha avuto e tracciato una linea corretta su questo, al di là,
evidentemente, dei risultati concreti che questo ha potuto avere nei
diversi campi.
E' fondamentale, oggi, nella fase pianificata della
costruzione del partito, che fa tesoro delle lezioni negative
accumulate, mantenere saldamente questa teoria e questa concezione
che incarna e personifica quella posta da Lenin del partito come
forma suprema...
Naturalmente, il problema è che il partito deve essere
realmente capace di dirigere queste organizzazioni. Che significa
“realmente”? Che devono appartenere al partito la maggioranza dei
quadri di queste organizzazioni, il partito deve avere esperienza nel
campo in cui dirige, deve essere capace di elaborare la linea
generale di questi organismi – perchè solo il partito può avere
questa capacità, non l'organismo in sé...
Una volta che il partito afferra correttamente questo
dato e anello, bisogna guardare agli organismi generati e di massa
come parte essenziale del lavoro di partito, perchè solo così si
capisce che vanno ampiamente utilizzati come scuole di formazione
verso il partito e vanno conquistati via via gli attivisti migliori
di essi al partito. E' questa dialettica che permette poi di
“trasformare le diverse organizzazioni in organismi ausiliari e in
cinghie di trasmissione che legano il partito alla classe e alle
masse a cui si riferisce”.
Nella nostra esperienza questo è un fattore decisivo,
come è naturale verso gli operai e le lotte proletarie, e come è
invece necessario e indispensabile verso le donne e i giovani...
(in queste organizzazioni) bisogna affrontare e vincere
“la teoria opportunista dell'indipendenza e della neutralità”...
Bisogna affermare con nettezza che serve il partito
perchè la linea generale e l'obiettivo è la conquista del potere
proletario. Separare quindi il partito dall'obiettivo per cui serve è
costruire partiti che pur dichiarandosi formalmente comunisti in
realtà non lo sono.
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