Si discute degli F35 ma aumentano le spese per gli Eurofighter
- Stefano Porcari
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Mettere a fuoco le spese militari effettive nel nostro paese non è un
affare facile. Soprattutto quando sulle forniture e le tecnologie
agisce una crescente competizione tra le multinazionali europee e quelle
statunitensi. Orientare una commessa sulle prime o le seconde,
significa affari per miliardi di euro e/o di dollari per i rispettivi
complessi militari-industriali. Mentre si discute dei costi degli F-35,
stimati in 12 miliardi di euro, si scopre che il preventivo di spesa per
i caccia “europei” Eurofighter destinati all’Italia, ha superato ogni
record: il documento ufficiale indica in 21,1 miliardi di euro la spesa
per questi aerei. Il costo risulta aumentato di ben 3 miliardi rispetto
alla previsione formulata lo scorso anno, che si fermava a 18,1
miliardi. Nel corso del 2013 soltanto per comprare gli Eurofighter il
ministero Sviluppo Economico ha previsto 1.1 miliardi di euro.
L'Eurofighter Typhoon, in sigla EFA (European Fighter Aircraft), è un velivolo multiruolo con
ruolo primario di caccia da superiorità aerea e intercettore. È stato
progettato e costruito da un consorzio di aziende e Stati europei
costituitosi nel 1983 e comprendente anche l'Italia. Le quote
rispettive erano all’inizio il 33% per la British Aerospace, 33% per la
DaimlerChrysler Aerospace (DASA) tedesca, 21% per Alenia Aeronautica e
13% per la CASA spagnola. Tuttavia al momento della firma dell'ultimo
contratto, le quote furono ridistribuite con 37%, 29%, 20% e 14%
rispettivamente. A febbraio il governo tedesco ha comunicato la volontà
di ridurre gli ordini futuri del caccia europeo EFA da 180 a 143
velivoli. “Dovremmo comprarne ancora di meno”, ha dichiarato Hans-Peter
Bartels, responsabile della Commissione Difesa del Bundestag: “Sarebbe
opportuno limitare la flotta di Eurofighter a 108 mezzi, quanto basta
alle nostre necessità”. Gianluca De Feo sul settimanale L’Espresso
sottolinea che “Oggi il caccia europeo viene offerto sui mercati
internazionali, soprattutto quelli arabi e asiatici, in competizione con
velivoli americani e francesi. Ma ha un limite: è un jet perfetto per
il combattimento aria-aria, manca invece di sistemi avanzati per
l'attacco al suolo”. Le modifiche per rendere l’EFA anche capace di
combattimento aria-terra e attacco al suolo hanno un costo che per ora i
governi europei impegnati nel progetto non intendono assumersi. Il
costo di ogni velivolo è salito, e dai 50 milioni di dollari del 1998 ai
quasi 80 milioni di dollari e oltre (ad esempio, l'Austria, cliente
export, ha pagato i suoi Eurofighter oltre 110 milioni di euro l'uno,
pari a oltre 140 milioni di dollari).
I primi
velivoli di questo tipo sono entrati in servizio, nell'Aeronautica
Militare, presso la base aerea di Grosseto, tra le file del 4º Stormo
caccia, solo il 20 febbraio 2004. Gli Eurofighter italiani sono stati
utilizzati nei bombardamenti contro la Libia nel 2011, insieme ai
Tornado.
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