No Tav, Perino sotto processo per vilipendio delle Forze Armate
E'
accusato di aver paragonato i militari in Val Susa a "truppe di occupazione
nazifascista". Ma lui nega: "Non l'ho mai detto, sono stato equivocato"
E' iniziato questa mattina un nuovo processo contro Alberto Perino, leader del movimento No Tav, per il reato di vilipendio delle Forze armate. L'accusa si riferisce a una frase che gli era stata attribuita su un quotidiano, in cui Perino avrebbe detto che in Valsusa c'erano "truppe di occupazione nazifascista". I fatti si riferiscono al luglio 2011, poco dopo lo sgombero del maxipresidio No Tav alla Maddalena di Chiomonte, nei pressi del cantiere Tav. "Di sicuro non ho mai detto quella frase - ha detto oggi Perino rispondendo in aula alle domande della pm Manuela Pedrotta - perché non lo penso. Ho riferito quello che dicevano gli anziani e cioè che nemmeno ai tempi dell'occupazione nazifascista si erano visti controlli di quel genere, che è diverso". Per procedere contro Perino, il procuratore aveva chiesto e ottenuto l'autorizzazione dal Ministero della Difesa.
"Nonostante sia proprietario di un terreno e io abbia chiesto il permesso per accedervi, nessuno mi ha mai permesso di andarci" ha dichiarato Perino, interrogato dal pm Emanuela Pedrotta. "Il 10 luglio - ha spiegato - un gruppo di persone era andato in Clarea. Un altro gruppo, tra cui me, era andato al cancello della centrale. Abbiamo chiesto di poter accedere ai nostri terreni (che sono inglobati nell'area del cantiere, ndr) ci hanno risposto di no. Non ci hanno mai dato il pass, nonostante li avessimo chiesti al Comune". "E' un'ingiustizia questa?" Ha domandato il pm. "Io lo considero un sopruso - ha risposto Perino - non esiste una zona rossa intorno al cantiere ma solo ordinanze che di tanto in tanto hanno vietato il passaggio. Ma se io guado il fiume posso andare sul mio terreno. Ci ho provato, ma c'erano i poliziotti che non mi hanno lasciato passare".
Il processo riprenderà il 30 aprile.
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