18 marzo 1978: Fausto e Iaio
Sabato 18
marzo 1978, ore 21.10,Milano, via Mancinelli, tre killer sparano e uccidono
Fausto Tinelli e LorenzoIannucci, entrambi di 19 anni e attivi all'interno del
centro sociale Leoncavallo.
Fausto e
Iaio sono due compagni noti nel quartiere Casoretto peressere attivi nel centro
sociale ed in quel particolare periodo perchè sistanno occupando, assieme ad
altri, di redigere il cosiddetto "librobianco sullo spaccio",
un'inchiesta che cerca di dare una fotografiacompleta dello spaccio soprattutto
di eroina e cocaina ed i suoi collegamenticon i neofascisti.
I due
giovani si stanno recando a casa Tinelli, come ognisabato sera: all'altezza
dell'Anderson School di via Mancinelli ci sono tre personeinfagottate in trench
bianchi. Una testimone racconterà: «Tre ragazzi sono in piedi sul
marciapiede, a 5-6 metri da me. Contemporaneamente un altrogiovane è
leggermente piegato e si comprime lo stomaco con entrambe le mani.Odo tre colpi
attutiti che lì per lì sembrano petardi. I tre giovani sulmarciapiede scappano
velocemente mentre quello che è piegato su se stesso cadea terra. Mi avvicino
al giovane caduto... Noto che il giovane conl'impermeabile ha un sacchetto che
sembra di cellophane bianco in mano».
Dalla
testimonianza si deduce che gli assassini sono professionisti:agiscono
rapidamente e addirittura raccolgonoi bossoli nel sacchetto di plastica.
L'indomani
la versione della questura sarà quantomenoinverosimile: si parla di "una
faida tra gruppi della nuova sinistra, oinerente al traffico di stupefacenti».
Nei giorni
successivi al delitto arrivano numeroserivendicazione a nome di molti
gruppuscoli dell'estrema destra milanese, ma lapiù verosimile è quella che
porta la firma dei Nar.
Ad oggi i
nomi degli esecutori edei mandanti dell'omicidio restano ignoti, ma le
testimonianze di alcunipentiti, e le molte inchieste ad opera delle famiglie e
dei compagni di Faustoe Iaio hanno dimostrato il coinvolgimento dell'ala
milanese dei Nar, inparticolare di Massimo Carminati, Claudio Bracci e Mario Corsi.
Questo
omicidio politico, avvenutoappena due giorni dopo il sequestro Moro, apre di
fatto un nuovo fronte duro espietato della repressione dello Stato, che inizia
ad utilizzare la manovalanzadei gruppi organizzati di estrema destra.
Nei giorni
successivi all'omicidio,più di centomila persone scenderanno in piazza in tutta
Italia e numerosissimisaranno gli attacchi alle sedi dei neofascisti.
L'inchiesta
aperta in seguito alla vicenda porterà nel 1999 aduna archiviazione per
insufficienza di prove a carico di tutti gli indagati.
Alcuni mesi
fa, in un'intervista a Radio 24, la mamma di Fausto ha accusato esplicitamente
i servizi segreti diessere i mandanti dell'omicidio dei due ragazzi, uccisi
perché abitavano in viaMontenevoso, a pochi metri da quello che verrà scoperto
essere il covo delleBR, e nello stesso palazzo da cui i servizi segreti, che
avevano occupato unappartamento all'ultimo piano, gestivano le indagini: "Nessuno
mi ha mai interrogata.Fausto e Iaio sono come un segreto di Stato... un
depistaggio. Hanno scelto miofiglio perché abitava in via Monte Nevoso dove era
in corso un'operazionecoperta dei servizi, qualcosa che non doveva emergere."
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