Risposta
di chiarimento a quei lavoratori che vacillano per un voto al
centro-sinistra per 24-25 febbraio.
Per
gli operai che hanno la memoria corta
La
perdita di identità comunista e operista ormai è stata da anni
abbandonata dal Prc, dalla SEL e dal Pdci. La cosa più grave è
nell’oggettiva e progressiva vicinanza a politiche sempre più
affini a quelle di marca liberista del PD.
Altro
che venirci a raccontare la favoletta di riuscire a condizionare le
scelte del centro sinistra!
Le
sole volte che fanno credere di stare vicino alle questioni operaie è
quando candidano il “protagonista” di turno, il cui profilo viene
ingigantito ad arte mediaticamente, facendo di lui un “eroe” per
via di qualche licenziamento o tragedia personalmente vissuta.
Emblematici
al proposito i casi dell’operaio della Thyssenkrupp o dell’peraio
Barrozzino, licenziato dalla Sata di Melfi.
Mentre
nei confronti di chi non vuol cedere ai loro desiderata ricattatori,
nei luoghi di lavoro, arrivano a minacciare, espellere dal sindacato
e, se necessario, in collaborazione con l’azienda, a far
licenziare, quei lavoratori che rappresentano la punta più avanzata
della classe operaia. Vedi quanto accaduto alla Piaggio,
principalmente.
Questi
signori hanno creato un sindacalismo e partitismo di regime, formando
funzionari di mestiere.
Le
uniche lotte che hanno prodotto un innalzamento della coscienza e
realizzato dei miglioramenti economici e normativi dei lavoratori
sono state quelle nate spontaneamente. Ricordiamo quelle che ci hanno
toccato direttamente, con relativa occupazione dello stabilimento
SATA di Melfi.
La
tre giorni insieme agli operai di Termini Imerese e la lotta dei 21
giorni a Melfi.
In
quella situazione i burocrati della FIOM e del centro sinistra
(compreso il PRC ,allora unico partito con gli attuali SEL e PDCI)
hanno cercato di controllare la lotta, per poi riportarla alla
normalità.
Invece
di contribuire ad unire ed organizzare meglio i lavoratori per
elevare i livelli di coscienza e dello scontro tra capitale e lavoro
- magari aprendo una prospettiva di unità con il sindacalismo di
base, che negli ultimi anni si è andato affermando sulla scena della
fabbrica, superando le logiche dell’opportunismo personale, pur tra
tanti limiti e mille difficoltà - quando
sono stati organizzati scioperi dalle OO.SS confederali hanno sempre
appoggiato la logica delle semplici sfilate per aumentare solo ed
esclusivamente il peso della negoziazione per fini di carriera
personale.
I tempi di lavoro che
la FIAT periodicamente aumenta, inoltre, non sono mai stati messi in
discussione da lorsignori, nemmeno dalla stessa FIOM, nonostante il
contesto rappresentato dalla grande occasione della “lotta dei 21
giorni” della primavera del 2004.
Era necessario che
quella lotta continuasse in fabbrica, anche per cercare di far
maturare la coscienza fra gli operai di saper lottare per sé
come classe, imparando a difendersi e a lottare collettivamente.
Tutto è stato invece
lasciato tutto in mano alla FIAT ed ai loro numerosi leccapiedi, così
tantissimi hanno pensato di "vedersela singolarmente,"
accettando ricatti e compromessi. Le cose in seguito sono andate
peggiorando.
Domando ai
lavoratori, perché il Sig. Vendola sbraitava, quando la direzione
del PD elogiava Marchionne, accreditato come uno dei paladini della
ristrutturazione della FIAT con Fabbrica Italia e si assoggettava
insieme al parlamento Italiano a Monti?
Perché oggi
si ritrova come il più fedele alleato di Bersani?
E tutto questo
mentre i sigg. Ferrero e Diliberto continuano a mantenere le alleanze
con il centro sinistra nelle amministrazioni locali e cercano con
esso, con la copertura di Ingroia, un posto a tavola in un ipotetico
governo.
Non
abbiamo dimenticato le scelte dei governi di centro-sinistra operate
con l’avallo di Rifondazione (allora unico partito con gli attuali
SEL e PDCI), che hanno contribuito ad accelerare l’impoverimento e
l’esproprio dei diritti ai lavoratori!
Vendola
appoggiava queste scelte insieme all’allora gruppo dirigente di
Rifondazione!
Possiamo
dimenticare il pacchetto Treu che ha aperto la strada al lavoro
interinale e a termine? E la riforma delle pensioni e del Welfare
portata avanti da un ministro come Damiano, ex dirigente nazionale
della Fiom?
Non
dobbiamo dimenticare che quando le OO.SS. concertative
(CGIL-CISL-UIL) insieme al governo Berlusconi, firmando la Legge
Biagi – Maroni (legge che disarticolava e precarizzava il mercato
del lavoro e sottometteva definitivamente la classe lavoratrice)
Vendola, Diliberto e Ferrero, con l’appoggio al secondo governo
Prodi, non fecero nessuna seria e credibile resistenza per cercare di
eliminarla.
Per non parlare
dell’accordo del 23 luglio , quando CGIL, CISL E UIL e le
rispettive categorie dei metalmeccanici FIOM, FIM e UILM decretano la
concertazione.
La
concertazione ha determinato una riduzione degli stipendi dei
lavoratori a discapito dell’occupazione. L’accordo SATA-FMA ne è
un esempio, dove i sindacati confederali, oltre a discriminare
sindacati di base, li escludono da una serie di diritti.
Abbiamo
dimenticato che la riforma bipartisan del TFR, decisa prima da Maroni
e Tremonti con il governo Berlusconi e poi anticipata di un anno dal
governo Prodi, è stata uno dei tiri più mancini
tirati ai lavoratori italiani negli ultimi decenni. Grosso favore
al fondo privato Cometa di Cesare Damiani (ex FIOM ed oggi nel
PD).
Continuano ad occupare le televisioni, Vendola in testa, ormai, senza una cognizione precisa di proposta, tipo la cancellazione di tutte le leggi di precarizzazione, cancellazione dell’accordo del luglio del ’93, riduzione dell’orario lavoro.
Continuano ad occupare le televisioni, Vendola in testa, ormai, senza una cognizione precisa di proposta, tipo la cancellazione di tutte le leggi di precarizzazione, cancellazione dell’accordo del luglio del ’93, riduzione dell’orario lavoro.
Non possiamo
continuare ad avere la memoria corta e dimenticare il passato!
Se dovete sbagliare …
meglio non andare a votare!
Per la
FLMU-CUB Basilicata 6/2/2013
Tonino
Innocenti
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