Anonymous affonda il blog di Grillo
E il gruppo si divide: "Un errore"
roma
Il gruppo Anonymous Italia conferma via Twitter la
paternità dell’attacco al blog di Beppe Grillo. «L’attacco è vero, c’è
un comunicato sul blog del movimento Italiano», recita uno dei
cyberattivisti, che pure critica la scelta del movimento.
«L'attacco contro www.beppegrillo.it NON è opera di Anonymous - aveva scritto ieri Grillo - Chiedo aiuto alla Rete, e ovviamente anche ad Anonymous, per identificare il gruppo che ha bloccato il sito». Ma sul sito italiano di Anonymous campeggia una "rivendicazione" del gesto. «Salve Beppe Grillo - si legge nel messaggio - Anonymous oggi ha deciso di regalarti un po' della sua attenzione. Il semplice fatto che l'accesso alle tue liste sia proibito agli stranieri, che tu sia un populista che cerca di raccogliere consensi senza arte né parte e che per più volte ha magistralmente eseguito il saluto romano al tuo seguito e ai media, sostenendo la politica di repressione fascista, basterebbe per giustificare il perché di tanto accanimento». Ma anche altri motivi, spiegano gli hacker, «ci spingono a schierarci contro di te» (ad esempio, «il fatto che sostieni la medicina alternativa»), scrivono gli hacker nel messaggio, cui allegano una foto che immortalerebbe Grillo nell'atto di fare un saluto romano. «Ti ringraziamo per aver fatto tremare la politica italiana (seppur blandamente) - è la conclusione del messaggio - ma dovresti dare le chiavi del tuo movimento a chi porta avanti la causa, cioè al cittadino stesso, evitando di speculare e lucrare ancora sui tuoi spettacoli che di candido non hanno nulla ma sono sordidi di ipocrisia e menzogne».
L'azione è stata rivendicata anche sul sito di Anonymous Italia: «AnonOps - si legge - è una rete completamente autogestita il suo fine è mettere a disposizione di ognuno gli strumenti di protesta informatica, nessun utente può garantire del comportamento dell'altro, ognuno ha diritto a sviluppare liberamente il propio dissenso, purchè non sia manifestamente discriminatorio verso religione, etnie, orientamenti sessuali etc... etc... Riguardo al recente attacco al blog di Beppe Grillo questo non crea discriminazione alcuna verso minoranze o altro quindi è un'azione che può essere rivendicata dà anonymous e come tutte le azioni di anonymous è sostenuta da alcuni ma non da tutti»
L’attacco al blog ha determinato una frattura interna al gruppo. Il gesto è «contro uno dei principi che ci siamo posti all’inizio di questa avventura con i gruppi internazionali: cioè non attaccare media/blog», continua uno dei cyberattivisti su Twitter: «Quindi di conseguenza chi l’ha fatto non ha rispettato questa regola condivisa comunemente e ha solamente rovinato la reputazione di qualcosa più grande e profondo di un semplice attacco Ddos. Con questa penso che sia chiaro. Ora scrivete quello che volete. Cioè, scrivete quello che vi dicono di scrivere», conclude, rivolto a chi ha negato la paternità di Anonymous nel cyberattacco. «Speriamo che rinasca un nuovo Anonymous (in Italia), che riesca a farsi notare per qualcosa di più profondo, in fondo tutti siamo Anonymous e chiunque può fare la propria parte, ricordandosi che non è un gruppo individualista, che ci sono dei valori da rispettare, come in tutte le cose», si legge in uno dei blog del gruppo.
«L'attacco contro www.beppegrillo.it NON è opera di Anonymous - aveva scritto ieri Grillo - Chiedo aiuto alla Rete, e ovviamente anche ad Anonymous, per identificare il gruppo che ha bloccato il sito». Ma sul sito italiano di Anonymous campeggia una "rivendicazione" del gesto. «Salve Beppe Grillo - si legge nel messaggio - Anonymous oggi ha deciso di regalarti un po' della sua attenzione. Il semplice fatto che l'accesso alle tue liste sia proibito agli stranieri, che tu sia un populista che cerca di raccogliere consensi senza arte né parte e che per più volte ha magistralmente eseguito il saluto romano al tuo seguito e ai media, sostenendo la politica di repressione fascista, basterebbe per giustificare il perché di tanto accanimento». Ma anche altri motivi, spiegano gli hacker, «ci spingono a schierarci contro di te» (ad esempio, «il fatto che sostieni la medicina alternativa»), scrivono gli hacker nel messaggio, cui allegano una foto che immortalerebbe Grillo nell'atto di fare un saluto romano. «Ti ringraziamo per aver fatto tremare la politica italiana (seppur blandamente) - è la conclusione del messaggio - ma dovresti dare le chiavi del tuo movimento a chi porta avanti la causa, cioè al cittadino stesso, evitando di speculare e lucrare ancora sui tuoi spettacoli che di candido non hanno nulla ma sono sordidi di ipocrisia e menzogne».
L'azione è stata rivendicata anche sul sito di Anonymous Italia: «AnonOps - si legge - è una rete completamente autogestita il suo fine è mettere a disposizione di ognuno gli strumenti di protesta informatica, nessun utente può garantire del comportamento dell'altro, ognuno ha diritto a sviluppare liberamente il propio dissenso, purchè non sia manifestamente discriminatorio verso religione, etnie, orientamenti sessuali etc... etc... Riguardo al recente attacco al blog di Beppe Grillo questo non crea discriminazione alcuna verso minoranze o altro quindi è un'azione che può essere rivendicata dà anonymous e come tutte le azioni di anonymous è sostenuta da alcuni ma non da tutti»
L’attacco al blog ha determinato una frattura interna al gruppo. Il gesto è «contro uno dei principi che ci siamo posti all’inizio di questa avventura con i gruppi internazionali: cioè non attaccare media/blog», continua uno dei cyberattivisti su Twitter: «Quindi di conseguenza chi l’ha fatto non ha rispettato questa regola condivisa comunemente e ha solamente rovinato la reputazione di qualcosa più grande e profondo di un semplice attacco Ddos. Con questa penso che sia chiaro. Ora scrivete quello che volete. Cioè, scrivete quello che vi dicono di scrivere», conclude, rivolto a chi ha negato la paternità di Anonymous nel cyberattacco. «Speriamo che rinasca un nuovo Anonymous (in Italia), che riesca a farsi notare per qualcosa di più profondo, in fondo tutti siamo Anonymous e chiunque può fare la propria parte, ricordandosi che non è un gruppo individualista, che ci sono dei valori da rispettare, come in tutte le cose», si legge in uno dei blog del gruppo.
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