giovedì 7 giugno 2012

pc 7 giugno - mobilitazione a milano


8-9 maggio MOBILITAZIONE CONTRO LA RIFORMA DEL LAVORO – CONTRO IL GOVERNO MONTI
Siamo qui per dire ai lavoratori che è ora di dire basta alla macelleria sociale del governo Monti: prima con la riforma delle pensioni ha buttato più di 350.000 persone nelle disperazione senza salario né reddito per una vita dignitosa; con la riforma del lavoro ha aumentato la precarietà portandola a livelli schiavistici; continua a bloccare i rinnovi contrattuali, aumenta le tasse e non persegue gli evasori; con la cancellazione dell’Art. 18 rende una chimera il diritto al posto di lavoro. E il tutto favorito con la falsa opposizione di Cigl-Cisl-Uil, che di fatto si guardano bene dall’indire uno sciopero generale che blocchi il paese. Tutti questi provvedimenti assumono sempre più la forma di una guerra di classe a fronte di quanto successo col terremoto in Emilia. Dove a morire, in maggioranza, sono stati operai e “grazie” (si fa per dire) alla logica del profitto di imprenditori assassini, che non solo costruiscono senza tutelare i lavoratori ma li costringono a rientrare al lavoro durante le scosse.
Come lavoratori della Sanità abbiamo qualche ragione in più per scendere in campo ed organizzarci: questa è la Regione che più di altre ha devastato la Sanità Pubblica tagliando i fondi per dirottarli nelle tasche di imprenditori “illuminati” come don Verzé o Maugeri; questa è la Regione col più alto numero di inquisiti per corruzione e che proprio coi loschi affari nella sanità, ma non solo, ha visto Formigoni - i suoi compari di Comunione e Liberazione e il sostegno “dei ladroni a casa nostra” della Lega- pagarsi vacanze di lusso-cene faraoniche- case per familiari e conviventi. Questa impunità non ha avuto, né poteva averlo, un contrasto da parte della cosiddetta opposizione, in particolare il PD, visto il coinvolgimento nel famoso sistema Sesto del signor Penati.
Siamo qui per altre due ragioni: 1) per consegnare una denuncia d’illegalità al Presidente di questa Fondazione sulle carenze di personale, materiale, attrezzature, e che stanno portando i metodi di lavoro e cura indietro di 50anni; 2) per costruire una serie di iniziative in vista dello sciopero del 22 giugno, indetto da alcune delle sigle del sindacalismo di base.
Concludiamo col motto di ‘Cetto la qualunque”
L’ARTICOLO 18 NON SI TOCCA – NO ALLA RIFORMA DEL LAVORO – I SACRIFICI FATELI VOI!
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