8-9 maggio
MOBILITAZIONE CONTRO LA RIFORMA DEL LAVORO – CONTRO IL GOVERNO
MONTI
Siamo qui per dire ai
lavoratori che è ora di dire basta alla macelleria sociale del
governo Monti: prima con la riforma delle pensioni ha buttato più di
350.000 persone nelle disperazione senza salario né reddito per una
vita dignitosa; con la riforma del lavoro ha aumentato la precarietà
portandola a livelli schiavistici; continua a bloccare i rinnovi
contrattuali, aumenta le tasse e non persegue gli evasori; con la
cancellazione dell’Art. 18 rende una chimera il diritto al posto di
lavoro. E il tutto favorito con la falsa opposizione di
Cigl-Cisl-Uil, che di fatto si guardano bene dall’indire uno
sciopero generale che blocchi il paese. Tutti questi provvedimenti
assumono sempre più la forma di una guerra di classe a fronte di
quanto successo col terremoto in Emilia. Dove a morire, in
maggioranza, sono stati operai e “grazie” (si fa per dire) alla
logica del profitto di imprenditori assassini, che non solo
costruiscono senza tutelare i lavoratori ma li costringono a
rientrare al lavoro durante le scosse.
Come lavoratori della
Sanità abbiamo qualche ragione in più per scendere in campo ed
organizzarci: questa è la Regione che più di altre ha devastato la
Sanità Pubblica tagliando i fondi per dirottarli nelle tasche di
imprenditori “illuminati” come don Verzé o Maugeri; questa è la
Regione col più alto numero di inquisiti per corruzione e che
proprio coi loschi affari nella sanità, ma non solo, ha visto
Formigoni - i suoi compari di Comunione e Liberazione e il sostegno
“dei ladroni a casa nostra” della Lega- pagarsi vacanze di
lusso-cene faraoniche- case per familiari e conviventi. Questa
impunità non ha avuto, né poteva averlo, un contrasto da parte
della cosiddetta opposizione, in particolare il PD, visto il
coinvolgimento nel famoso sistema Sesto del signor Penati.
Siamo qui per altre
due ragioni: 1) per consegnare una denuncia d’illegalità al
Presidente di questa Fondazione sulle carenze di personale,
materiale, attrezzature, e che stanno portando i metodi di lavoro e
cura indietro di 50anni; 2) per costruire una serie di iniziative in
vista dello sciopero del 22 giugno, indetto da alcune delle sigle del
sindacalismo di base.
Concludiamo col motto
di ‘Cetto la qualunque”
L’ARTICOLO 18 NON SI
TOCCA – NO ALLA RIFORMA DEL LAVORO – I SACRIFICI FATELI VOI!
Slai
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