venerdì 8 giugno 2012

pc 8 giugno - l'addio per tutti noi a roma per carla verbano - una lotta che continua oggi più che mai

ROMA: Oggi si sono tenuti i funerali di Carla Verbano. Migliaia di compagni hanno dato l’ultimo saluto alla mamma di Valerio

Un corteo lungo e silenzioso ha sfilato nella palestra popolare Valerio Verbano a Roma dove dalle 10.00 di stamattina è stata aperta la camera ardente per Carla Verbano, la madre del militante di estrema sinistra ucciso a 19 anni nel 1980 dai fascisti. Carla, come la chiamano tutti, è morta due giorni fa a 88 anni dopo una lunga malattia. Intorno alla sua bara arrivano continuamente fiori e corone a testimoniare l’affetto di molti verso una donna che non ha mai rinunciato a cercare i mandanti della morte di suo figlio. Presente anche una delegazione di No Tav della Val di Susa, che ha appoggiato uno striscione sotto la sua bara. Molti i giovanissimi “compagni” giunti da ogni parte della città per dirle addio. Fuori dalla palestra, un lungo striscione, con alle estremità la foto di Valerio e di sua madre, recita: “Nel vostro nome la lotta continua, ciao Carla”. “Adesso la bara verrà chiusa, chi non se la sente può uscire dalla palestra”. Così ha detto un “compagno” avvertendo le centinaia di persone accorse nella palestra dedicata a Valerio Verbano, dove si sta tenendo la camera ardente per la morte della madre Carla. Non è uscito nessuno, anzi, quelli che erano fuori sono entrati. C’é stato un lungo applauso. Chi non batteva le mani aveva il pugno sinistro alzato. Alle 12.05 è cominciato il ricordo collettivo di chi la conosceva e che continuerà la lotta di questa piccola grande donna per conoscere la verità sui mandanti dell’uccisione del figlio.
Fonte: Ansa

Addio a Carla Verbano: pugni chiusi e “Bella ciao” al suo funerale

Funerale Carla Verbano (Ansa)
Funerale Carla Verbano (Ansa)
ROMA, 7 GIU – Gli occhi chiusi e le mani giunte nella bara non rendono giustizia a una donna che per tutta la vita è stata una militante e ha cercato di scoprire chi fossero i mandanti dell’omicidio del figlio, ucciso davanti ai suoi occhi nel 1980, a soli 19 anni. A prendere in giro la morte allora c’è una sua gigantografia che la ritrae con un cappellino alla francese mentre fuma irriverente una sigaretta e guarda nell’obiettivo. E dietro la bara il ritratto, a tutta parete, di Valerio, del suo Valerio.
Se ne va così, tra pugni alzati e lacrime, Carla Verbano. A centinaia l’hanno salutata nella palestra che porta il nome del figlio, ucciso da un commando di estremisti di destra nel 1980, nel quartiere Tufello. Sono in tanti ad andare ad accarezzare il suo viso, quasi tutti giovani, quei giovani che lei non si è mai stancata di incontrare, quelli con cui chattava anche a 88 anni, quelli che parlavano con lei di politica, quelli che oggi dicono di aver perso ‘una mamma’. Sono venuti perfino i No Tav della Val Di Susa per portare uno striscione di addio ma anche dai comitati contro le discariche a Napoli.
E’ venuto il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti: ”Ora sta a noi continuare a impegnarci per la verità e la giustizia, cosi’ come ha fatto per tanti anni una donna coraggiosa come lei”. C’erano anche Paolo Cento, Marco Rizzo, ed erano assenti, come avevano chiesto dalla Palestra popolare, il sindaco Gianni Alemanno e la presidente della regione Lazio Renata Polverini.
Sulle note di Smoke get in your eyes la bara, coperta solo dalla corona di gerbere rosse’ è stata portata fuori. Poi un improvvisato corteo, dietro il feretro, accompagnato da Bella Ciao. Sarà cremata e, come era suo desiderio, le sue ceneri saranno disperse in un posto segreto. Un posto che ricordava a Carla la vita felice con il marito Sardo e il figlio Valerio, felice prima di quel maledetto giorno in cui le ammazzarono il figlio.

«Sia folgorante la fine»,

ROMA - «Sia folgorante la fine» è il titolo del libro scritto da Carla Verbano, la mamma di Valerio, edito da Rizzoli: uscito all'inizio del 2010, ripercorre sia la vicenda giudiziaria sia, soprattutto, gli ultimi trent'anni di storia italiana. Carla Verbano infatti oggi ha 86 anni e nessuna intenzione di morire senza aver scoperto la verità.



Il libro scritto da Carla Verbano con Alessandro Capponi
Il libro scritto da Carla Verbano con Alessandro Capponi
IN INTERNET PER LA VERITA' - Per questo, «per cercare gli assassini di mio figlio», a ottantatre anni ha aperto un blog e cominciato a usare internet. Tramite la Rete, da tre anni, scrive lettere e invita in casa sua i protagonisti di quegli anni: un giorno, apre le porte del suo appartamento anche a Francesca Mambro e a Valerio Fioravanti, i leader dei Nuclei armati rivoluzionari. Da loro, non ottiene alcun aiuto.
Non per questo si rassegna: nel libro Rizzoli, infatti, Carla Verbano (insieme con il giornalista del Corriere della Sera, Alessandro Capponi) mette in fila le ipotesi e i sospetti collezionati in trent'anni di silenzio. Senza mai autocommiserarsi, senza retorica, racconta anche le difficoltà di una donna che «negli anni Settanta non si occupava di politica» e che per quasi trent'anni è stata lasciata sola nella sua battaglia alla ricerca della verità.
22 febbraio 2010


Rosso Vivo - Compagnia teatrale indipendente Attrice Contro


ROSSOVIVOLOCANDINAA4_CONSPAZIO
ROSSO VIVO - La storia di Valerio Verbano liberamente tratta dal libro di Carla Verbano con Alessandro Capponi "Sia folgorante la fine"
di e con Alessandra Magrini
Sonorità, video, luci e aiuto regia: Francesco Marchese


ROSSO era l'ideale
ROSSO, come la passione di una madre che continua a lottare ogni giorno
ROSSO, come sangue e dolore che si fondono
ROSSO, come le scritte sui muri che urlano dal cemento
ROSSO, come il sole giovane che non può morire
ROSSO VIVO come Valerio, Valerio Verbano
Alessandra Magrini
"Via Monte Bianco, quarto piano, uscendo dall'ascensore a destra. Ma tanto la strada la conoscono. Aspetto gli assassini di mio figlio"
Valerio Verbano, diciannove anni, il 22 Febbraio 1980 viene ucciso con un colpo di pistola alla nuca, nella sua casa di Montesacro, un quartiere di Roma.
I genitori sono imbavagliati e legati nella stanza accanto.
Valerio, vicino all'area dell' Autonomia Operaia, stava compilando un dossier che dimostrava i collegamenti tra alcuni gruppi di estrema destra e gli apparati statali.
Carla Verbano, una madre lontana dalla vita politica nella quale suo figlio è attivista, si trova improvvisamente catapultata nella cruenta realtà di quegli anni.
Dopo la morte di Valerio: dossier riconsegnati a metà, giudici ammazzati, reperti mai restituiti alla famiglia.
Carla non si arrende all'assurdità degli eventi, mettendosi in gioco in prima persona, ricostruendo minuziosamente date, nomi e fatti.
Come Caronte, traghetta le nostre anime in un viaggio negli anni di piombo.
Irrompe come una lama di ghiaccio rovente, la rabbia di una madre che riesce con schiettezza e precisione a raccontare una storia che non dovrebbe mai essere dimenticata, nell' Italia dei segreti di stato, mostrata senza filtri.
In teatro, la storia di Carla tratta dal suo libro: una donna che a 50 anni ha imparato a sparare - estrema ratio contro le minacce; a 80 anni a navigare in internet- per cercare gli assassini, per incontrare i compagni di Valerio su facebook , la sera, davanti al suo PC, nella stanza dove ancora c'è lo stesso divano dal quale suo figlio la chiamò per l'ultima volta.
Alessandra Magrini, AttriceContro, ancora una volta si mette in gioco interpretando quello che la sua coscienza sociale le impone di trasmettere, convinta che il teatro sia strumento importante per istigare lo stimolo al cambiamento.
Insieme ai testi teatrali, all' interpretazione mai scontata, veloce e incisiva, ci sono le incursioni video a raccontare il dolore senza mai cadere nell'autocommiserazione.

Note di Regia
Dopo il successo del reading, "Rosso Vivo" debutta nella versione teatrale.
In scena una madre che trae dal suo dolore la forza di divenire una guerriera in cerca di giustizia.
Avvolto nelle luci di una camera oscura, una giovane ombra scatta fotografie, si tratta del giovane studente Francesco
Accanto, Carla cerca la verità, provando a sciogliere una matassa con nodi inconprensibili che la conducono in uno scontro frontale con la debolezza, con la forza, con l'ostinazione. Dopo 31 anni di domande insolute
per la prima volta la speranza assume concretezza, il caso di Valerio è stato riaperto ed è rispuntato fuori anche il dossier, di cui grazie ad un'articolo di Giovanni Bianconi, Carla riconosce la grafia del figlio.
In scena una performance di arti marziali a cura della palestra popolare Valerio Verbano, ci porterà indietro nel tempo, per ricordarci qual'era il clima di quegli anni e come i militanti si preparavano anche sportivamente per fronteggiare gli scontri.
Presente e passato sono li con le armi e silenziatori fatti a mano, anche Carla è presente ed oggi più che mai si mette in gioco anche sul palco per gridare ancora al mondo"giustizia per Valerio".
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