Alla Effer, azienda
metalmeccanica di Taranto è in atto un'azione combinata azienda
sindacati contro gli operai che si sono organizzati nello slai cobas
per il sindacato di classe.
L'azienda sta usando il
sistema “della “carota e del bastone”: questa settimana, mentre
il giorno prima aveva comunicato la sua volontà di incontrare nella
prossima settimana il Cobas Effer, e il rientro dal 18 giugno al
lavoro di una parte di operai da mesi in cigs; il giorno dopo, ha
inviato a due operai in cigs iscritti allo slai cobas e i più attivi
e riconosciuti del cobas, due gravissimi provvedimenti disciplinari
che raramente in una lotta sindacale vengono fatti: i due operai sono
stati immediatamente sospesi dallo stipendio e dal lavoro! Una sorta
di preavviso di licenziamento!
Si può immaginare cosa significherebbe questo per operai con famiglia che già con l'indennità di cassintegrazione di 900 euro non ce la fanno neanche a pagare il mutuo...
Motivo: sarebbero responsabili, in occasione di un presidio/assemblea alla fabbrica contro una cassintegrazione illegittima e discriminatoria, di aver bloccato con la loro macchina il cancello della Effer il 29 maggio. Una cosa assolutamente falsa e ridicola, visto che il cancello era chiuso dall'interno dalla stessa azienda e solo l'azienda poteva azionarlo.
Si può immaginare cosa significherebbe questo per operai con famiglia che già con l'indennità di cassintegrazione di 900 euro non ce la fanno neanche a pagare il mutuo...
Motivo: sarebbero responsabili, in occasione di un presidio/assemblea alla fabbrica contro una cassintegrazione illegittima e discriminatoria, di aver bloccato con la loro macchina il cancello della Effer il 29 maggio. Una cosa assolutamente falsa e ridicola, visto che il cancello era chiuso dall'interno dalla stessa azienda e solo l'azienda poteva azionarlo.
Il giorno 29 maggio vi fu
una bella assemblea esterna alla fabbrica, durante la quale la
totalità degli operai si fermò spontaneamente, non entrò al
lavoro, e restò per l'intera mattinata sul piazzale fuori dai
cancelli. In quell'occasione tantissime macchine degli operai
stazionarono davanti alla fabbrica, e a nessuno che avesse voluto
entrare era impedito di farlo, ma perchè nessuno voleva entrare!
Quella mattina vi è fu una grande dimostrazione di unità e di solidarietà tra operai, all'insegna della parola d'ordine: "Se colpiscono i diritti di alcuni operai, prima o poi l'azienda colpisce i
diritti di tutti"; una unità di classe niente affatto scontata sia in generale, sia nello specifico per l'azione di capi e OO.SS di dividere gli operai, fare opera di discriminazione sulla cassintegrazione, contrapporre operai a operai.
Quella mattina vi è fu una grande dimostrazione di unità e di solidarietà tra operai, all'insegna della parola d'ordine: "Se colpiscono i diritti di alcuni operai, prima o poi l'azienda colpisce i
diritti di tutti"; una unità di classe niente affatto scontata sia in generale, sia nello specifico per l'azione di capi e OO.SS di dividere gli operai, fare opera di discriminazione sulla cassintegrazione, contrapporre operai a operai.
A questo, invece, gli operai quella
mattina e nei giorni a seguire hanno risposto in gran numero
cancellando le loro iscrizioni precedenti a uilm, fiom, fim, e
sostenendo il Cobas Effer, che è diventato in poco tempo il primo
sindacato nell'azienda per iscritti. Anche il delegato Rsu uilm, in
critica con la sua segreteria, ha disdetto la sua tessera e sta
sostenendo attivamente la battaglia dello slai cobas per il sindacato
di classe.
Questa situazione ha chiaramente tolto
il terreno da sotto i piedi ai funzionari di fim, fiom, uilm, che
sono diventati isterici, e ha messo in discussione gli equilibri tra
azienda e sindacati confederali che finora avevano solo sostenuto la
linea aziendale: hanno permesso una esternalizzazione di attività
lavorativa; hanno permesso una cassintegrazione illegale, non
motivata da effettiva crisi aziendale e in cui è continuata più di
prima la esternalizzazione, hanno condiviso un utilizzo
discriminatorio della stessa cigs e ora stanno permettendo che in
piena cigs l'azienda faccia doppi turni per aumentare la produzione;
tutto questo, mentre nascondono agli operai che in realtà la Effer
vuole procedere alla mobilità per almeno 20 operai su 92 e vuole via
via sostituire operai con contratto a Tempo Indeterminato con operai
presi a termine da agenzie interinali – fatto che dimostra più di
tante parole che in realtà la crisi lamentata dall'azienda e la cigs
hanno il solo obiettivo di un risparmio sui costi del lavoro per
mantenere intatti o aumentare i profitti padronali, e di un segnale
verso le banche, di taglio del personale, per usufruire di
finanziamenti. Per questo si devono tenere fuori gli operai che hanno
alzato la testa, quelli dello Slai cobas, che vogliono vederci
chiaro!
Ma non bastava. Ora, soprattutto Fim e
Fiom, sono impegnati in una vigliacca campagna terroristica verso gli
operai, che ha aperto la strada ai gravi provvedimenti disciplinari
dell'azienda e alla sua azione di evidente intimidazione ricattatoria
verso tutti gli operai.
Prima questi sindacati hanno fatto una
sorta di falso referendum in fabbrica in cui gli operai dovevano dire
“Si o No” alla chiusura della fabbrica!!
Poi, vanno dicendo in giro che “i
cobas vogliono far chiudere la fabbrica”, l'Rsu Fim, Giuseppe
Marinelli va dicendo tra gli operai che chi si iscrive al Cobas Effer
rischia di essere licenziato, ed altre falsità del genere – tra
l'altro in una realtà come quella di Taranto in cui lo slai cobas
per il sindacato di classe negli anni ha fatto lotte che hanno creato
centinaia di posti di lavoro (dagli ex Lsu, ai forestali, e ultime
nella raccolta differenziata) e difeso posti di lavoro e reddito per
tanti altri, vedi lav. pulizie, ecc.
Solo la Uilm, per l'azione di pressione
del delegato, è stata costretta a dissociarsi da questa campagna
terrorista e a chicdere formalmente all'azienda di far rientrare gli
operai in cigs.
Tutto questo conferma una questione,
che è generale: gli operai per difendere le loro condizioni di
lavoro e di vita hanno di fronte un nemico: i sindacati confederali.
E, gioco forza, se si vuole fare una vera lotta sindacale di classe,
il primo e principale fronte di lotta è contro cgil, cisl, uil, fim,
fiom, uilm.
Ma conferma anche, e di questo devono
avere fiducia gli operai stessi, che l'azione terrorista di azienda e
soprattutto dei sindacati confederali dimostra che LORO hanno paura,
che gli operai organizzati nello Slai cobas per il sindacato di
classe fanno paura, perchè sono nel giusto.
E che quindi LORO potranno forse
vincere delle scaramucce ma non possono e devono vincere la guerra
di classe.
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