sabato 9 giugno 2012

pc 9 giugno - 6 luglio processo a 46 compagni NO TAV. Sono padroni, governo, partiti che vogliono la TAV che vanno incriminati e processati !


"Processo per 46 attivisti"
I reati ipotizzati dalla Procura sono resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale:         -              udienza preliminare il 6 luglio
Sotto accusa due date. Il 27 giugno e il 3 luglio 2011. Due date miliari nella lotta No Tav contro il cantiere della Torino Lione, a Chiomonte, con scontri, blocchi e feriti. Per quegli episodi la Procura di Torino ha chiesto ieri il rinvio a giudizio di 46 persone, accusate di resistenza, violenza, lesioni a pubblico ufficiale.

Tutti alla sbarra. L’udienza preliminare, di fronte al Gup Edmondo Pio, si terrà il 6 luglio. L’inchiesta, scaturita dalle indagini della
stampaDigos, si regge sulle immagini riprese in valle, sulle testimonianze delle forze dell’ordine a presidio dell’area attorno alla Maddalena e sulle ricostruzioni fatte dai magistrati, attraverso il sequestro di pietre, fionde, fromboli, punte ferrate, estintori, secchi di vernice, bombe carta, razzi segnaletici. Il punto di svolta in questo braccio di ferro tra gruppi No Tav e forze dell’ordine era stato segnato lo scorso 26 gennaio, con l’arresto di 26 attivisti. L’ordinanza ottenuta dalla procura, firmata dal gip Federica Bompieri, conteneva inizialmente 41 indagati. Poi diventati 46 nel corso delle indagini preliminari.

Al momento sono quattro le persone ancora detenute in carcere. Si tratta di Michele Del Sordo, 29 anni; Marcelo Damian Jara Marin, 26 anni; Paolo Ferrari, 66 anni (definito come uno dei fondatori delle Brigate Rosse, milanese, scarcerato dopo 30 anni nel 2004, un «irriducibile» della lotta); Juan Antonio Fernandez Sorroche, 35 anni. Sottoposti agli arrestati domiciliari, Giorgio Rossetto, 40 anni, Luca Cientanni, 38 anni; Zeno Rocca, 20 anni, Gabriele Filippi, 25 anni. L’ultimo a costituirsi, nei giorni scorsi, era stato il siciliano Nicola Arboscelli, 37 anni, tornato dal Brasile. Per lui il gip ha disposto l’obbligo di dimora a Cefalù (Palermo), dove risiede.
«Entrambe le giornate - si legge negli atti d’indagine - sono state caratterizzate dal ricorso a una violenza protratta nel tempo; il primo giorno, finalizzata ad impedire alle forze dell’ordine di recuperare il territorio occupato da alcuni aderenti alla Libera Repubblica della Maddalena e quindi ad ostacolare l’apertura del cantiere; mentre il 3 luglio per assediare ed “espugnare” il cantiere che nel frattempo era stata allestito». In particolare, su quest’ultima giornata, il gip aveva osservato: «L’azione violenta è stata concertata, organizzata e, sul posto, addirittura coordinata. I gruppi si sono alternati nello sferrare l’attacco alle forze dell’ordine sì da consentire a “forze fresche” di dare il cambio a chi era stato in prima linea».
il «Legal Team» No Tav, composto da oltre una ventina di avvocati.  sostiene  «Per alcuni accusati - afferma battagliero l’avvocato Gianluca Vitale - ci sono i presupposti per discutere il proscioglimento in sede di udienza preliminare. Per gli altri invece si vedrà. Discuteremo nel merito». Lo «scontro» giudiziario proseguirà in successive udienze, già fissate al 9, al 13 e al 18 luglio.

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