Difendere i
valori della vita e della famiglia basata sul matrimonio tra uomo e donna:
questa la sintesi degli interventi della 3 giorni di papa Ratzinger a Milano, in
occasione del VII incontro mondiale delle famiglie.
In
particolare, nell'incontro con le autorità milanesi ha ricordato come lo Stato
debba essere “al servizio della difesa della vita e della famiglia la cui unica
identità è fondata sul matrimonio e aperta alla nascita di figli”, ma,
naturalmente, non poteva mancare nemmeno il leit motif della “libertà di
educazione”, che direttamente rinvia al finanziamento delle scuole private,
principalmente cattoliche.
Riportiamo di
seguito alcuni stralci degli interventi quanto mai illuminanti, perchè rimanda
all'urgenza che le femministe, le operaie, le giovani ribelli comprendano come
estremamente “terreno” e contingente il “candidarsi” da parte della Chiesa di
Ratzinger a guida “etica”, ma, in realtà, guida politica, ideologica, di azione
che, riteniamo, sarà dirompente sul piano, in primis, dell'autodeterminazione
delle donne, del ruolo e delle concezioni sulle donne che si vogliono imporre,
in questo paese e nel mondo, con l'esplicito invito ai rappresentanti delle
istituzioni ad “applicare” le indicazioni della chiesa.
"Laicità e
libertà". Il Papa ha dapprima
detto che la "laicità dello Stato" ha "uno dei principali elementi"
nell'"assicurare la libertà affinché tutti possano proporre la loro visione
della vita comune, sempre, però, nel rispetto dell'altro e nel contesto delle
leggi che mirano al bene di tutti". Per Ratzinger, poi, le leggi dello Stato
"debbono trovare giustificazione e forza nella legge naturale", basando su di
essa il loro fondamento "etico", nella prospettiva di "un ordine adeguato alla
dignità della persona umana". "Lo Stato - ha quindi detto il Papa - è a servizio
e a tutela della persona e del suo 'ben essere' nei suoi molteplici aspetti, a
cominciare dal diritto alla vita, di cui non può mai essere consentita la
deliberata soppressione". E per questo ha avvertito che "la legislazione e
l'opera delle istituzioni statuali debbano essere in particolare a servizio
della famiglia".
"La famiglia fondata sul
matrimonio". Secondo il
Pontefice, "lo Stato è chiamato a riconoscere l'identità propria della famiglia,
fondata sul matrimonio e aperta alla vita", come pure "il diritto primario dei
genitori alla libera educazione e formazione dei figli, secondo il progetto
educativo da loro giudicato valido e pertinente". "Non si rende giustizia alla
famiglia - ha aggiunto - se lo Stato non sostiene la libertà di educazione per
il bene comune dell'intera società". Nella sua densa e articolata
argomentazione, il Papa non ha mancato di definire "preziosa" la "costruttiva
collaborazione" dello Stato con la Chiesa, "non per una confusione delle
finalità e dei ruoli diversi e distinti del potere civile e della stessa Chiesa,
ma per l'apporto che questa ha offerto e tuttora può offrire alla società", in
particolare con le sue opere "al servizio del
popolo".
“La fede sia l'anima della politica” L'appello a che la
politica, "animata dalla fede", pensi realmente al "benessere" della famiglia,
"patrimonio principale dell'umanità". A fianco del Papa c'è il cardinale
segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che non sempre lo segue nelle trasferte
in Italia, ma la cui presenza era prevista fin dall'inizio in un viaggio come
questo, di respiro così internazionale: basti pensare alla presenza di circa 50
cardinali e 300 vescovi di varie parti del mondo. In questa prima di tre
giornate sotto la Madonnina, Ratzinger, che è stato accolto anche dai ministri
Andrea Riccardi e Lorenzo Ornaghi, Benedetto XVI ha affermato che la fede "deve
animare tutto il tessuto della vita, personale e comunitaria, privata e
pubblica, così da consentire uno stabile e autentico 'ben essere', a partire
dalla famiglia", da riscoprire "quale patrimonio principale dell'umanità" e
"segno di una vera e stabile cultura in favore dell'uomo".
Non è mancato anche un richiamo al fatto che "la singolare identità di Milano non la deve isolare né separare, chiudendola in se stessa", ha detto in piazza Duomo. "Al contrario - ha aggiunto - conservando la linfa delle sue radici e i tratti caratteristici della sua storia, essa è chiamata a guardare al futuro con speranza, coltivando un legame intimo e propulsivo con la vita di tutta l'Italia e dell'Europa". Nella chiara distinzione dei ruoli e delle finalità, "la Milano positivamente 'laica' e la Milano della fede sono chiamate a concorrere al bene comune".
Non è mancato anche un richiamo al fatto che "la singolare identità di Milano non la deve isolare né separare, chiudendola in se stessa", ha detto in piazza Duomo. "Al contrario - ha aggiunto - conservando la linfa delle sue radici e i tratti caratteristici della sua storia, essa è chiamata a guardare al futuro con speranza, coltivando un legame intimo e propulsivo con la vita di tutta l'Italia e dell'Europa". Nella chiara distinzione dei ruoli e delle finalità, "la Milano positivamente 'laica' e la Milano della fede sono chiamate a concorrere al bene comune".
Non poteva mancare il richiamo ad una
ricostruzione morale e alla necessità di una nuova
evangelizzazione.
Ma se Ratzinger ha rappresentato la voce pubblica
con una rilevanza mass mediatica mondiale, esprimendo sinteticamente i nuclei
dei concetti ideologici che dovranno guidare nei prossimi anni, è nel chiuso del
Congresso teologico pastorale, che ha visto seimila partecipanti, che si
preparano i “militanti” ,alla papa-boys maniera, in cui viene data base teorica
all'intervento concreto, capillare, quotidiano, combattente, di quello che non è
difficile definire il fondamentalismo cattolico, come appare chiaro
dall'intervento del card. Bagnasco:
“La
presenza a Milano delle famiglie provenienti da tutti i continenti è «una
profezia per il mondo», perché «diranno con la forza della testimonianza la
gioia della vocazione al matrimonio e alla famiglia, diranno sui tetti che la
famiglia è motore della vita, che è il cuore pulsante e patrimonio
dell’umanità». È un messaggio forte e chiaro quello che il cardinale Angelo
Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, invia dal VII
Incontro mondiale delle famiglie. Lo fa in apertura della seconda giornata dei
lavori con la sua riflessione alla lectio
divina.”
E, ancora:
“E lo
ribadisce a fine mattinata presentando il
libro I vescovi europei su demografia e famiglia in
Europa, che raccoglie
l’analisi e la ricerca condotta dal Consiglio delle Conferenze episcopali
d’Europa (Ccee), di cui lo stesso Bagnasco è vicepresidente.
«L’insistere della Chiesa sul tema della tutela della famiglia – chiarisce il cardinale Bagnasco – non nasce per una sorta di fissazione monotematica, ma piuttosto per la consapevolezza del valore che è questa ineguagliabile e spesso maltrattata struttura antropologica (la famiglia), l’unica che ci consenta di proiettarci nel futuro». Già perché su questo punto il presidente della Cei è molto chiaro. «Se la società distrae l’attenzione dalla famiglia, va anche contro se stessa perché indebolisce la coesione, la serenità e il suo futuro». Ecco allora l’invito, sempre più pressante, «non solo di sostenere l’istituto familiare», ma anche a essere consapevoli dell’urgenza «di ricuperare la "cultura della famiglia", vale a dire un modo di pensare comune, dove la bellezza e la dignità della famiglia naturale siano percepiti come il nucleo generatore dell’umano e del vivere insieme». Insomma una «cultura che guardi con particolare stima alla famiglia fondata sul matrimonio, che la sostenga in ogni modo riconoscendola come la propria matrice più profonda e vitale». Una questione culturale, come lo è il calo delle nascite, che «nasce anche da una povertà culturale e morale, che ha di molto preceduto l’attuale crisi economico-finanziaria che attanaglia l’Europa».
Una preoccupazione che accomuna, ricorda il presidente della Cei, «tutti i vescovi europei, che proprio per questo inverno demografico del Vecchio Continente hanno voluto fare una verifica della situazione demografica nella consapevolezza che l’evoluzione della popolazione del continente è strettamente legata alla questione della famiglia». Lo dimostrano anche i risultati offerti dalla ricerca promossa dalla Ccee e illustrati dai curatori del volume, Giancarlo Blangiardo e Simona Maria Mirabelli.
Ma forte, secondo l’auspicio del cardinale Bagnasco, deve essere anche il messaggio che parte dal VII Incontro mondiale. «È necessario che i cattolici – dice – sappiano, con l’ausilio di una fede più consapevole e vissuta, valutare con senso critico la cultura dominante, che ha messo in discussione valori come la vita umana, la persona nella sua struttura oggettiva, la libertà come responsabilità morale, la fedeltà, l’amore e la famiglia». Un compito nel quale «saremo rafforzati dalla presenza di Benedetto XVI» che giungerà oggi pomeriggio nel capoluogo lombardo. E per il Papa, «Milano prepara un grande abbraccio» annuncia il cardinale Bagnasco, che rivolge un pensiero e una preghiera anche alle famiglie colpite dal recente terremoto in Italia. Un impegno in favore di una cultura della famiglia, al quale «siamo sollecitati – aggiunge il presidente della Cei nella lectio divina del mattino –, ma senza dimenticare che esistono dei limiti che nessuna fatica può superare. Perdere il senso del limite – avverte – ha portato il mondo su strade sbagliate e dannose». I risultati sono sotto gli occhi di tutti: «Il progresso, la libertà, la competizione, il consumo senza misura, prima o poi, si ritorcono contro l’uomo». Ancora di più la famiglia diventa il luogo ove «dare testimonianza della bellezza» dei valori ad essa legati.”
«L’insistere della Chiesa sul tema della tutela della famiglia – chiarisce il cardinale Bagnasco – non nasce per una sorta di fissazione monotematica, ma piuttosto per la consapevolezza del valore che è questa ineguagliabile e spesso maltrattata struttura antropologica (la famiglia), l’unica che ci consenta di proiettarci nel futuro». Già perché su questo punto il presidente della Cei è molto chiaro. «Se la società distrae l’attenzione dalla famiglia, va anche contro se stessa perché indebolisce la coesione, la serenità e il suo futuro». Ecco allora l’invito, sempre più pressante, «non solo di sostenere l’istituto familiare», ma anche a essere consapevoli dell’urgenza «di ricuperare la "cultura della famiglia", vale a dire un modo di pensare comune, dove la bellezza e la dignità della famiglia naturale siano percepiti come il nucleo generatore dell’umano e del vivere insieme». Insomma una «cultura che guardi con particolare stima alla famiglia fondata sul matrimonio, che la sostenga in ogni modo riconoscendola come la propria matrice più profonda e vitale». Una questione culturale, come lo è il calo delle nascite, che «nasce anche da una povertà culturale e morale, che ha di molto preceduto l’attuale crisi economico-finanziaria che attanaglia l’Europa».
Una preoccupazione che accomuna, ricorda il presidente della Cei, «tutti i vescovi europei, che proprio per questo inverno demografico del Vecchio Continente hanno voluto fare una verifica della situazione demografica nella consapevolezza che l’evoluzione della popolazione del continente è strettamente legata alla questione della famiglia». Lo dimostrano anche i risultati offerti dalla ricerca promossa dalla Ccee e illustrati dai curatori del volume, Giancarlo Blangiardo e Simona Maria Mirabelli.
Ma forte, secondo l’auspicio del cardinale Bagnasco, deve essere anche il messaggio che parte dal VII Incontro mondiale. «È necessario che i cattolici – dice – sappiano, con l’ausilio di una fede più consapevole e vissuta, valutare con senso critico la cultura dominante, che ha messo in discussione valori come la vita umana, la persona nella sua struttura oggettiva, la libertà come responsabilità morale, la fedeltà, l’amore e la famiglia». Un compito nel quale «saremo rafforzati dalla presenza di Benedetto XVI» che giungerà oggi pomeriggio nel capoluogo lombardo. E per il Papa, «Milano prepara un grande abbraccio» annuncia il cardinale Bagnasco, che rivolge un pensiero e una preghiera anche alle famiglie colpite dal recente terremoto in Italia. Un impegno in favore di una cultura della famiglia, al quale «siamo sollecitati – aggiunge il presidente della Cei nella lectio divina del mattino –, ma senza dimenticare che esistono dei limiti che nessuna fatica può superare. Perdere il senso del limite – avverte – ha portato il mondo su strade sbagliate e dannose». I risultati sono sotto gli occhi di tutti: «Il progresso, la libertà, la competizione, il consumo senza misura, prima o poi, si ritorcono contro l’uomo». Ancora di più la famiglia diventa il luogo ove «dare testimonianza della bellezza» dei valori ad essa legati.”
In proposito
riportiamo uno stralcio dall'opuscolo dell' mfpr : Ratzinger: il ritorno
dell'infamia originaria, abbiamo scritto:”...cosa c'è di realmente innovativo in
questo documento di ratzinger?
...Dall'altro,
invece, la novità c'è, perchè non di mera riproposizione dei “valori” di sempre
si tratta, ma di una chiesa protagonista/combattente nella fase attuale di nuova
reazione di tutti i paesi imperialisti occidentali e di marcia verso il moderno
fascismo del governo italiano.
Ratzinger,
Ruini e quindi la Chiesa ufficiale nei suoi massimi esponenti, e chiaramente il
Papa anche se non più efficiente, stanno compiendo un'operazione a 360° che
interviene sopratutto nel campo filosofico, dei valori morali, ma che ha
immediati riflessi, fino ad interventi diretti nel campo della
politica...”
Pertanto, ci
sembra importante analizzare le presenze, le dichiarazioni di politici, ma anche
rappresentanti di associazioni, nel corso di questo evento.
Intanto, ad
accogliere Ratzinger all'aeroporto c'era il ministro Riccardi, che in aprile si
era inorgoglito nel presentare quello che ha definito un piano organico, per la
prima volta in Italia, di politiche per la famiglia ha detto
il Ministro Riccardi, «..altri interventi sulla conciliazione tra lavoro e
famiglia, interventi per i genitori, per i nonni: insomma, noi dobbiamo aiutare
la famiglia perché questo è un momento in cui sulla famiglia si scaricano tante
tensioni e troppe responsabilità».
Da un lato,
Ratzinger, intervenendo alla CEI, aveva sollecitato i vescovi italiani a
dialogare con le istituzioni, dall'altro le istituzioni rispondono, come abbiamo
ben visto, con i molteplici interventi di questo governo che pesantemente
attaccano le condizioni di vita, di lavoro e di non lavoro, in primis delle
donne. Anche in termini ideologici con il richiamo“femminista” alla condivisione
del lavoro di cura. Ma all'interno della famiglia, sia chiaro!!
Sempre dall'
opuscolo riportiamo:”..sì le donne possono anche essere presenti nel mondo del
lavoro ma in modo che ciò non comprometta il loro ruolo di mogli e di madri
nella famiglia, che deve essere prioritario...”
Il sindaco di
Milano, lasciandosi andare ad un accesso di cameratismo con Ratzinger,\ nel suo
saluto di accoglienza, ha tenuto a sottolineare come la famiglia è amore,
rispetto, solidarietà. “Da laico, sottolineo come la famiglia sia il primo
mattone della società...è, in piccolo, la nostra società”. Condividendo, nei
fatti, la concezione della famiglia cellula della società e, quindi, il ruolo in
essa delle donne. D'altra parte, è stato un governo di cosidetto centrosinistra
che ha introdotto un ministero ad hoc per la famiglia.
Nell'incontro
con le istituzioni locali non poteva certo mancare Formigoni a cui Ratzinger
avrebbe rivolto brevi parole che non potevano non essere illuminanti! Conoscendo
quanto la formighiniana regione Lombardia abbia fatto da battistrada in tema di
politiche familiste, di attacco al diritto d' aborto, con l'istituzione dei
cimiteri per i feti, non dubitiamo che queste “brevi parole” produrranno
ulteriori “fatti”.
E, infine,
alla messa Monti si è trovato in buona compagnia con tanti che non mancheranno
di dare il loro contributo concreto. Oltre all'immancabile Riccardi c'erano la
Bindi, ma sopratutto Bonanni della Cisl, Cisl in prima fila nell'invocare
sostegni alle famiglie, ma già sostenitrice del “Family day”
A questo
evento si è cercato di dare visibilità ad un'opposizione, sopratutto sul fronte
dell'anticlericalismo, della lotta all'omofobia con una lodevole iniziativa, che
come mfpr abbiamo sostenuto, un presidio anticlericale, appunto, che ha animato
il pomeriggio del 2 giugno piazza XXIV Maggio.
Lodevole
perchè impensabile sarebbe stato, infatti, il silenzio totale.
Pensiamo,
però, che sul fronte femminista, tranne poche eccezioni, ma anche semplicemente
di chi lotta sul fronte del lavoro, dei diritti, ci sia stata una
sottovalutazione, di vedere in questo incontro mondiale delle famiglie, una mera
riproposizione routinaria dei valori da sempre al centro dell' intervento della
Chiesa.
Sfuggono,
evidentemente, la serie di convegni su famiglia-economia; lavoro delle donne e
conciliazione con il lavoro di cura e, quindi, famiglia, ma, sopratutto, la
oscurantista “marcia per la vita” di gruppi di neonazi e integralisti cattolici,
anche qui con la “benedizione” delle istituzioni, in particolare del sindaco di
Roma, appena due settimane fa e, proprio su questo, la Chiesa lancia una
campagna perchè a livello europeo venga assunta la salvaguardia della vita “sin
dal suo concepimento”, sfugge, dicevamo il ruolo attivo della Chiesa ideologico,
pratico, politico di intervento attivo, di guida.
Riprendendo
stralci degli interventi di questi giorni appare chiaro che nessun campo, nessun
aspetto della vita delle donne (mai viste in quanto donne, ma sempre in funzione
della famiglia), dei giovani, del lavoro e del riposo siano tralasciati o
trascurati, in quella che Ratzinger ha definito necessaria “ricostruzione
morale”, in realtà la Chiesa si fa attiva sostenitrice di questo sistema sociale
e richiama la politica a formulare “.. programmi concreti..”, “..la legislazione
e l'opera delle istituzioni statuali debbono essere in particolare al servizio
della famiglia”.
Movimento
femminista proletario rivoluzionario- Milano
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