martedì 20 dicembre 2011

pc 20 dicembre - egitto regime militare assassino- sostegno ai giovani, donne, masse in lotta in piazza tahir

Il corpo trascinato tra i rifiuti
IL CAIRO - È di tre morti (quattro secondo alcuni testimoni) e 57 feriti il bilancio di nuovi, intensi scontri scoppiati all'alba a piazza Tahrir, al Cairo, nel quinto giorno consecutivo di proteste 1. Agenti in assetto anti-sommossa e soldati hanno sparato proiettili e lacrimogeni, oltre ad usare bastoni, in quello che gli attivisti hanno descritto come un vero e proprio raid contro il sit-in permanente dei dimostranti. Nella piazza è rimbombato il suono di pesanti sparatorie e un ragazzino di 15 anni sarebbe in gravi condizioni, ma secondo altre fonti di anni ne avrebbe 12 e sarebbe deceduto. Secondo il sito egiziano Al Wafd, due delle vittime erano studenti universitari. Su Twitter gli attivisti 2riportano il nuovo bilancio fornito dagli ospedali da campo della piazza: i morti sarebbero 15 mentre i feriti ammontano a 603 e gli arrestati a 230.

L'appello di el Baradei: "Basta violenza". Un appello al consiglio militare egiziano affinché dia l'ordine di fermare immediatamente l'uso della forza contro i manifestanti arriva dal candidato alla presidenza Mohamed el Baradei, che sollecita le forze armate a limitarsi alla protezione degli edifici pubblici. Il consiglio militare, afferma el Baradei, deve dare ''un segnale chiaro a tutti che esercito e polizia rispetteranno la legge e manterranno il sangue freddo'' e che i responsabili della sicurezza coinvolti negli scontri saranno giudicati.

Donne in corteo contro aggressione manifestante. Centinaia di donne, di tutte le età, velate e non, e anche qualche uomo hanno sfilato per le vie del centro del Cairo per protestare contro l'aggressione e
il denudamento in piazza Tahrir di una manifestante, le cui immagini hanno fatto il giro del mondo. ''Le nostre ragazze sono la linea rossa'' ha quasi gridato una signora velata, mentre un'altra ha accusato i Fratelli musulmani di non avere nemmeno preso posizione sull'accaduto. La ragazza denudata in strada, secondo quanto ha riferito un uomo intervenuto in suo aiuto sabato scorso in piazza Tahrir (VIDEO 3) è "in gravi condizioni": "Non esce più di casa, perché ha paura di essere arrestata". L'immagine della donna a busto scoperto, circondata da decine di agenti, che viene pestata dai militari e colpita con i bastoni, ha suscitato forte indignazione nel Paese e all'estero. Il candidato salafita alla presidenza egiziana Hazem Salah Abu Ismail ha chiesto sul suo sito internet una grande mobilitazione per ''difendere l'onore delle donne e il sangue dei deboli'' riferendosi alle recenti violenze a piazza Tahrir.

Leader liberale: "Denuncerò chi mi accusa". Intanto, il l leader liberale egiziano Ayman al-Nour, in un'intervista ad Aki - Adnkronos International ha annunciato che denuncerà "alla magistratura chi mi accusa di essere dietro gli scontri che si registrano in questi gironi in piazza Tahrir". Commentando quanto apparso oggi sulla stampa egiziana, dove fonti dei militari lo accusavano di essere il mandante degli scontri in corso al Cairo, ha affermato "si tratta di fantasia, di un vecchio film già visto. Io non ho alcun rapporto con quanto sta avvenendo". Il politico, considerato da tutti come futuro candidato alle presidenziali in Egitto, aggiunge che "si stanno vendicando contro di me per l'iniziativa che ho portato avanti nelle scorse settimane nella quale chiedevo la fine della giunta militare e il passaggio dei poteri a un organismo civile. Intendo querelare la giunta militare perché le parole usate contro di me sono pericolose e sono peggiori di quelle pronunciate ai tempi di (ex presidente Hosni, ndr) Mubarak".

Ancora scontri. "Centinaia di agenti e soldati hanno fatto irruzione nella piazza e cominciato a sparare pesantemente. Si sono scontrati con i manifestanti e hanno dato fuoco a ogni cosa che era sulla loro strada, incluse coperte e apparecchiature mediche", ha riferito un dimostrante, Ismail. Prima del blitz, la folla aveva tentato di abbattere un muro di mattoni eretto dall'esercito per bloccare l'accesso al Parlamento. I dimostranti accusano le forze della polizia e dell'esercito di aver usato proiettili veri. E, in effetti, la maggior parte dei morti degli ultimi giorni ha riportato ferite di arma da fuoco, mentre un uomo è morto per un trauma cranico mentre era in stato di detenzione. Lo ha detto il medico a capo del servizio forense egiziano, il dottor Ehsan Kamil Georgi, il cui rapporto getta un'ombra sulle dichiarazioni della giunta militare che aveva negato di aver fatto sparare sulla folla. Secondo le sue dichiarazioni, 9 manifestanti sono morti per colpi di arma da fuoco.

Ministero Interno invita esercito a moderazione. Il ministro dell'Interno egiziano Mohamed Ibrahim ha sollecitato la sicurezza centrale ad agire con la massima moderazione nei confronti dei manifestanti. Lo riferisce l'agenzia Mena. Facendo un sopralluogo in una delle strade centrali del Cairo il ministro ha affermato che il paese sta attraversando una fase critica e che la sicurezza e la stabilità vanno mantenute. Da venerdì scorso 4 manifestanti e forze dell'ordine si affrontano in scontri violenti nella zona di piazza Tahrir, provocando almeno 15 morti.

Militari indagati su scontri. La giustizia militare egiziana sta indagando su due casi che coinvolgono militari nelle violenze alla televisione pubblica a ottobre e nei test di verginità ai quali sono state sottoposte manifestanti durante e poco dopo la rivoluzione di gennaio. Lo ha riferito il capo della giustizia militare Adel al Morsi, il quale ha negato che non si stia procedendo in giustizia contro gli autori di queste violenze.

Parigi denuncia ancora violenze. Per la seconda volta in quattro giorni, la Francia ha denunciato oggi "l'uso sproporzionato" della forza contro i manifestanti in Egitto. Parigi ha deciso di inviare sul posto il suo incaricato per i diritti dell'Uomo, François Zimeray. "Condanniamo fermamente l'uso sproporzionato della forza contro i manifestanti a piazza Tahrir in Egitto e in particolare il suo uso deliberato contro le donne", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Affari esteri, Bernard Valero.

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