Dopo le lacrime e sangue della prima parte della manovra che toglie ai lavoratori e alle masse popolari, ai pensionati per difendere i capitali, i patrimoni, la casta del parlamento, arriva ora la fase due più politica e strategica della manovra: quella che deve togliere i diritti dei lavoratori, eliminare l’art. 18 e dare piena libertà ai padroni di licenziare, quando e chi vogliono.
In maniera perversa, questo governo porta avanti un paradosso (chiaramente solo apparente): da un lato con l’allungamento dell’età pensionabile, al solo fine di fare cassa, costringe lavoratori e lavoratrici a rimanere fino a quasi 70 anni al lavoro, dall’altra eliminando l’art. 18 dice ai padroni che possono cacciare gli operai.
Ma c’è soprattutto una maniera falsa e odiosa che il governo e la ministra Fornero stanno utilizzando per presentare l’intervento sulla riforma del mercato del lavoro e in particolare l’art. 18, come quello sulle pensioni, lo si spaccia come risposta ai problemi dei giovani, come favorevole all’ingresso dei giovani nel lavoro.
NON IN LORO NOME!
Con l’aumento dell’età pensionabile, si impedisce che nei settori del Pubblico Impiego vi sia un turn over che permetta nuove assunzioni – e questo sarebbe in nome dei giovani!
Con la intera manovra sulle pensioni, si condannano centinaia di migliaia di giovani precari, di giovani che tardi trovano lavoro, a non avere mai la pensione – e questo sarebbe in nome dei giovani!
Ora con la manovra sul mercato del lavoro e art. 18, oltre i lavoratori adulti, saranno tanti giovani che hanno finalmente trovato un posto di lavoro che potranno essere licenziati perché dopo i primi anni di benefici contrattuali e retributivi per le aziende non sono più convenienti – e questo sarebbe in nome dei giovani!
Ora le aziende che potranno licenziare operai a tempo indeterminato, e potranno assumere “carne fresca e a buon mercato” da sfruttare, pagando ai giovani un miseria di salario per poi, sempre, licenziarli – e questo sarebbe in nome dei giovani!
D’altra parte questa squallida ipocrisia sui “giovani” viene subito alla luce non appena sono proprio i giovani in prima fila a rivendicare con la lotta il loro futuro. Questo è successo il 15 ottobre, dove l’ipocrisia ha lasciato il posto alla realtà questa sì vera, fatta di lacrimigeni, cariche della polizia, arresti.
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