giovedì 9 giugno 2011

pc 9 giugno - contro l'uso della forza poliziesca per imporre la TAV - Appello per la democrazia e il rispetto della legalità in Val di Susa

Appello per la democrazia e il rispetto della legalità in Val di Susa
Premessa
In questi giorni la Val di Susa sta vivendo momenti di tensione che ricordano quelli dell’autunno 2005 quando fu usata la forza per imporre l’apertura di un cantiere in vista della realizzazione del TAV Torino-Lione. Da allora nessun cantiere è stato aperto ma le promesse di governi di diverso colore di aprire un dialogo e un confronto con le istituzioni locali si sono dimostrate un inganno e le amministrazioni democraticamente elette, critiche sulla realizzazione della grande opera, non sono state riconosciute dal governo quali interlocutori affidabili e sono state estromesse dai tavoli di confronto.
Decine di migliaia di persone chiedono semplicemente di essere ascoltate, chiedono un confronto vero, pretendono che alle loro ragioni - scientificamente documentate - si risponda entrando nel merito. In cambio ricevono insulti e l’accusa di voler difendere il loro piccolo cortile, di volersi opporre al progresso, di non rispettare le regole: slogan e accuse infondate in risposta ad argomenti seri, a pratiche di protesta pacifica, all’utilizzo rigoroso di ogni spazio previsto da leggi e procedure.
L’opposizione al TAV Torino-Lione è diventata in questi anni un esempio di partecipazione democratica dal basso, di democrazia vera, di resistenza all’illegalità ed al sopruso in difesa dei beni comuni: un’opposizione popolare che può contare sul sostegno della comunità montana e di ben 24 consigli comunali.
Viceversa il governo e le potenti lobby che governano l’economia e la finanza, con l’appoggio di partiti di maggioranza e minoranza, non hanno esitato a stravolgere procedure, infrangere leggi e ingannare l’Unione Europea pur di assicurarsi un grande business da cui anche la grande criminalità organizzata e le mafie contano di trarre profitto. Hanno scatenato una grande campagna mediatica per nascondere le dimensioni e le ragioni dell’opposizione, per screditare il movimento notav presentandolo come covo di estremisti e sovversivi: la criminalizzazione del dissenso è un’arma micidiale a cui ricorre solo chi disprezza il confronto democratico e le regole condivise.
Oggi, fallito ogni tentativo di comprare il consenso e la benevolenza di cittadini e sindaci, il governo sta preparando una nuova prova di forza: il Prefetto assicura che “sarà il Questore a decidere tempi e modi” per installare il primo cantiere. E mentre la campagna di disinformazione si intensifica rispuntano le intimidazioni mafiose e le provocazioni che si ripetono puntuali dal 2005 ad oggi, dagli incendi dolosi dei presidi notav alle buste con le pallottole. In nessun caso indagini serie hanno portato a individuare i responsabili, ogni volta il movimento notav ha denunciato la natura mafiosa di tali gesti, ha riaffermato e rivendicato con orgoglio il carattere pacifico della propria lotta, ha invitato a cercare esecutori e mandanti tra chi ha interesse ad avviare i cantieri.
Se questo è il quadro non possiamo rimanere indifferenti, non possiamo rimanere in silenzio e ci rivolgiamo a singoli cittadini, associazioni, sindacati, movimenti, esponenti del mondo della cultura affinché si uniscano a noi in questo appello.
Appello per la democrazia e il rispetto della legalità in Val di Susa
Come singoli cittadini, associazioni, sindacati, movimenti, esponenti del mondo della cultura:

rifiutiamo l’idea che la realizzazione di una grande opera possa ridursi ad un problema di ordine pubblico

condanniamo senza riserve l’invito ad usare la forza e a militarizzare il territorio lanciato nei giorni scorsi da rappresentanti del popolo eletti in Parlamento, da alcuni partiti e da alcune associazioni di imprenditori

denunciamo il disprezzo delle più elementari regole della democrazia e pretendiamo dal governo il rispetto della legalità, il rispetto dei diritti dei cittadini, il rispetto nei confronti della amministrazioni locali democraticamente elette

respingiamo il ricatto e le strumentalizzazioni secondo cui chi si oppone al TAV non difende il lavoro: al contrario la realizzazione di questa grande opera inutile penalizzerebbe pesantemente le economie locali in cambio di pochi posti di lavorio precario e privo di tutele e di diritti, mentre un diverso utilizzo delle risorse pubbliche creerebbe numerose opportunità di nuova occupazione

le ragioni di chi si oppone a questa grande opera inutile, devastante, che sottrarrebbe enormi risorse economiche ai servizi pubblici di tutto il paese sono le nostra ragioni: non ci rassegniamo all’idea che il nostro futuro possa essere deciso da quell’intreccio perverso tra politica, affari e criminalità organizzata che governa ampie aree del nostro paese e inquina la nostra società.
Il nostro riferimento continua ad essere la Costituzione, quella Costituzione nata dalla Resistenza e oggi troppo spesso violentata. Per queste ragioni esprimiamo la nostra solidarietà alla resistenza notav e ci impegniamo a sostenerla concretamente. Invitiamo a diffondere questo appello e a raccogliere nuove adesioni (per aderire: www.notavtorino.org)
Torino, 7 Giugno 2011
Primi firmatari (tra i promotori a Torino di "Presidiare la Democrazia"):
Comitato notav Torino; Laboratorio per la Democrazia - Torino; Unione Culturale Franco Antonicelli - Torino; Ferico Bellono, segretario generale FIOM Torino; Emergency Torino; Pro Natura Torino e Piemonte; Centro Sereno Regis; Giuseppe Sergi, docente storia medievale Univ. Torino; Alessandra Algostino, docente Diritto costituzionale comparato Univ. Torino; Caffè Basaglia - Centro di animazione sociale e culturale delle comunità; CUB Piemonte; Ass. L'Interezza non è il mio forte; Fabionews; Officine Corsare; Associazione La Fonte Acquariana; Comitato di cittadinanza attiva Rivalta Sostenibile; MAG4; IK Produzioni; Mani Tese Torino

COMUNICATO STAMPA LISTE CIVICHE VALSUSA

Appresa notizia di una busta contenente un proiettile intercettata presso gli uffici postali e destinata all’Onorevole Stefano Esposito
Preso atto della strumentalizzazione di tale deprecabile circostanza e delle dichiarazioni dei vertici del P.D. provinciale e regionale in merito all’utilizzo della forza per il posizionamento di una recinzione in località Maddalena del Comune di Chiomonte in ambito realizzazione TAV TO-Lione;
Considerata la violenza mostrata contro una popolazione in lotta per il proprio futuro da parte di detti personaggi del P.D. e dell’Assessore Regionale Barbara BONINO.
Comunichiamo quanto segue :
1)Per capire la provenienza del proiettile è sufficiente chiedersi chi ne trae vantaggio. Non certo il movimento NO-TAV e tanto meno la Valle di Susa. Le uniche forze che possono utilizzare la pallottola spuntata inviata all’onorevole Esposito sono proprio quelle che il TAV lo vogliono fare a tutti i costi.
Altra possibilità è che sia il gesto di qualche sconsiderato per finalità che stanno tutte nella testa di una persona che può avere mille motivi o non averne nessuno in particolare.La Magistratura vaglierà e ci auguriamo verrà a capo del miserabile mistero. L’unica certezza è che il gesto non è ascrivibile al Movimento NO-TAV che può avere molti limiti ma di certo non quello dell’autolesionismo.
2)Nel rispetto delle reciproche posizioni in merito alle diverse e articolate vicende che ineriscono l’utilizzo di denaro pubblico, riteniamo inaccettabile che un qualsiasi partito chieda di risolvere problemi di conflittualità e opposizione con l’uso della violenza per di più giustificata con pratiche di mistificazione della realtà. La maggioranza della popolazione Valsusina e il movimento NO-TAV, dopo vent’anni di profondo studio del problema, continuano a ritenere che l’opera sia inutile, dannosa e affamatrice di denaro pubblico e di servizi. Ci può essere un’altra opinione ed è legittimo che ci sia. Chiedere però di militarizzare un territorio e di usare violenza a molti dei suoi abitanti al fine di dirimere una questione complessa e delicata per l’intera nazione, riteniamo sia atto violento, prevaricatore, inaccettabile e inquietante per l’intero impianto democratico che trova profonde e nobili radici nelle idealità dei Padri costituenti.
3)La popolazione NO-TAV della Valle di Susa che in questo momento è accusata di violenza, in vent’anni la violenza l’ha sempre subita. Le cronache sono oggettiva testimonianza di questa verità. Crediamo che a fronte di tale prevaricazione poche altre realtà hanno saputo dimostrare un così elevato livello di pazienza e determinazione ad utilizzare metodologie di lotta completamente incentrate sul concetto di non violenza. Non riteniamo debba essere considerata forma di violenza il porre pacificamente la propria persona inerme di fronte agli eventi contro cui ci si batte.
4)Chiediamo alle Donne e agli Uomini che si riconoscono nelle proposte politiche del P.D. di ragionare sulle stupidaggini urlate dai propri vertici. Personaggi come l’Onorevole Esposito che hanno fatto della politica il loro mestiere e che siamo convinti non sarebbero mai stati eletti in Parlamento se non fossero stati designati, non possono rappresentare i valori fondanti di un Partito come il P.D.
Il ruolo della politica deve essere quello di elemento mediatore tra interessi economici e interessi dei cittadini. I vertici regionali e provinciali del P.D. questo ruolo l’hanno dimenticato da tempo appiattendosi sugli interessi del potere economico. Un aspetto così importante per il futuro della libertà collettiva, al di là di come la si pensi sul TAV, l’hanno percepito moltissimi militanti, amministratori ed elettori P.D. della Valle di Susa. Persone che hanno continuato a praticare il partito rendendosi però autonomi dalle scelte imposte dall’alto e ragionando sulla specificità dei vari argomenti seguendo le linee valoriali che li hanno portati alla scelta di stare in quel partito.
5)Esprimiamo seria e fondata preoccupazione per l’evolversi della situazione e invitiamo le organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani ad essere presenti in Valle di Susa così come auspichiamo l’invio di osservatori neutrali da parte della Comunità Europea. Condanniamo, con tutta la forza derivataci dal mandato elettorale ricevuto da migliaia di cittadini, gli inviti all’uso della violenza esternati dai vertici regionali e provinciali del P.D. e da rappresentanti istituzionali regionali del P.D.L. Riteniamo pacifica, non violenta e legittima la protesta dei cittadini della Valle di Susa contro un’opera dannosa, inutile e inaccettabile dal punto di vista dei costi economici e sociali.
6)Proponiamo ricorso preventivo alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo di Strasburgo verso i comportamenti istituzionali tenuti dai Sigg.i BONINO Barbara, ESPOSITO Stefano, MERLO Giorgio, MORGANDO Gianfranco, SAITTA Antonio. Riteniamo infatti che le reiterate esternazioni e richieste di utilizzo della forza della violenza si configurino come una istigazione alla violazione delle norme previste all’articolo 2 comma 1 e all’articolo 14 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
Rimettiamo ai nostri legali mandato di adire querela nei confronti dei suddetti rappresentanti istituzionali per gravissime lesioni all’immagine del movimento NO-TAV. Lesioni rafforzate in riferimento a persone specifiche che si riconoscono e vengono riconosciute quali rappresentanti pubblici di tale movimento.
Chiediamo agli stessi rappresentanti istituzionali l’immediato ritiro delle richieste di uso della violenza contro il movimento NO-TAV e i cittadini della Valle di Susa e l’altrettanto immediata correzione di giudizi in merito all’attribuzione di eventi non ascrivibili al movimento stesso.
Siamo certi che solo il ripristino delle normali condizioni di rapporto dialettico proprio della politica possa scongiurare pericolose involuzioni anti democratiche che creerebbero precedente inquietante nel quadro dei rapporti tra cittadini e stato.
In assenza di risposte alle presenti considerazioni riteniamo i rappresentanti istituzionali sopra richiamati, direttamente e personalmente responsabili di qualsiasi atto di violenza che potrà avvenire in Valle di Susa in merito all’apertura del cantiere della Maddalena. Ci riserviamo in tal senso di adire tutte le vie legali per la salvaguardia dei cittadini da noi rappresentati e per eventuali imputazioni di responsabilità sugli eventi occorrendi.

Chiomonte Lì 06.Giugno.2011
Per il Coordinamento Liste
Civiche Valsusa

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