400 colpi, nasce il Comitato dei genitori.
A Firenze, alle Piagge il 5 giugno incontro e cena di solidarietà
«Sono la mamma di una delle ragazze del Gruppo 400 Colpi…»
Così iniziava la lettera che qualche giorno fa annunciava alla nostra redazione la nascita del “Comitato Firenze 4 Maggio”. 4 maggio 2001, data in cui un blitz delle forze dell’ordine ha colpito duramente lo “Spazio liberato 400 colpi”, a Firenze, subito etichettato dai media locali e nazionali come un covo di pericolosi anarchici e potenziali criminali. A seguito dell’operazione, 78 persone, per la maggior parte studenti universitari, hanno subito accuse pesantissime e misure repressive o cautelari enormi rispetto all’entità dei fatti contestati.
Da subito il nostro giornale ha preso le distanze da certi toni trionfali, nutrendo qualche dubbio su operazioni di questo tipo, che vanno a colpire gli esponenti più giovani e forse più ingenui di un movimento di protesta ormai diffuso in tutto il paese.
Come si legge nella lettera, «quei ragazzi, così criminalizzati su tanti giornali e televisioni, non si sono occupati solo della Riforma Universitaria, ma hanno cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica su problematiche che spesso vengono ignorate: la casa, gli sfratti, l’apertura dei CIE, l’immigrazione, il lavoro precario…». In breve, potremmo dire, questi ragazzi fanno politica, dal basso, in autonomia, discutendo sui problemi e cercando soluzioni, «e probabilmente è stata proprio questa loro attività che si è cercato di fermare», conclude.
Perché allora un comitato? Il “Comitato Firenze 4 Maggio”, costituito da un gruppo di genitori dei ragazzi coinvolti, nasce con lo scopo di raccogliere fondi per sostenere le spese legali e processuali, ma potrà anche, come da statuto, “presentare denunce come parte offesa nonchè costituirsi parte civile nei procedimenti penali conseguenti alle accuse di presunta associazione a delinquere” verso gli inquisiti. Il Comitato si propone anche di promuovere “la riflessione e sensibilizzazione delle forze politiche e sociali cittadine sui temi oggetto delle manifestazioni politiche degli indagati” e “iniziative volte alla tutela delle vittime della repressione da parte di chicchessia nell’esercizio della manifestazione del pensiero”.
Insomma, i genitori scendono in piazza a fianco dei figli in difesa del diritto al dissenso, perché credono in una società più giusta e nel dovere di lottare per costruirla.
Importante ricordare l’articolo 3: “Il Comitato è contrario ad ogni forma di violenza nell’espressione del proprio pensiero politico e ritiene che le manifestazioni di dissenso debbano avvenire in forma non violenta”.
Per conoscere il Comitato e contribuire al suo finanziamento, la prima occasione utile è domenica 5 giugno: al Centro sociale delle Piagge si terrà infatti un incontro di condivisione e riflessione sull’accaduto, seguito da una cena di solidarietà, a sottoscrizione. Per concludere, proiezione del bellissimo film di Truffaut “I 400 colpi”.
Per informazioni e prenotazioni,
Centro sociale Il Pozzo 055 373737
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