martedì 7 giugno 2011

pc 7 giugno - l'esercito contro i NOTAV

Il segretario alla Difesa Crosetto
"L'esercito per la Tav? E' pronto"Il sottosegretario alla Difesa e l'ipotesi che i militari presidino l'area del cantiere della Torino-Lione: "Il dialogo non può durare in eterno. Una minoranza non può fermare una grande opera"di MARCO TRABUCCO

"L'ESERCITO è uno strumento del Paese, se qualcuno chiede alle Forze Armate di intervenire, loro interverranno". Così, Guido Crosetto, sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto commenta la richiesta del Pd favorevole di creare un "sito di interesse strategico nazionale", quindi presidiato dall'esercito, nella zona dove si dovrebbero aprire i cantieri della nuova ferrovia Torino-Lione.

Crosetto, se ne deduce che lei è d'accordo con il Pd?
"Attenzione, io ho dato una risposta scontata e anche banale: i soldati obbediscono e se lo Stato chiederà loro di intervenire lo faranno. Non ho detto che voglio mandare l'esercito a Chiomonte".

Si tira indietro?
"Calma, distinguiamo tra la mia posizione politica e il mio ruolo istituzionale. Se mi chiede cosa penso della Tav le rispondo che la Torino-Lione è un'opera essenziale per l'Italia e che grazie ad essa, la Valle di Susa avrà uno sviluppo di economia e di lavoro come nessuna altra parte del Paese".

I valsusini però sembrano pensarla diversamente, non crede?
"E io sono stufo di vivere in un Paese in cui la democrazia non esiste: la Tav ne è un esempio evidente. Una minoranza blocca la volontà della maggioranza. È esattamente il contrario del sistema democratico, pensare che se l1 o anche il 5 per cento si arrabbia possa bloccare le decisioni della maggioranza".

Quindi i tanti problemi sollevati dagli oppositori di quell'opera non sono reali ?
"Stiamo parlando di fare una ferrovia non una fabbrica che lavora scorie radioattive o una discarica di rifiuti speciali, I problemi di salute sono stati esclusi, l'impatto dell'opera sul territorio ridotto al minimo. Ci saranno disagi, ma per questo ci sono le compensazioni. So benissimo che dicendo questo mi metto nell'occhio del ciclone perché c'è gente che vive questa vicenda in modo eccessivo".

Chi?
"Ho l'impressione che dietro i valsusini ci siano i professionisti dell''antitutto", i centri sociali e i no global che vogliono che la società in cui viviamo sia uccisa. Rispetto il loro diritto a dirlo, ma non mi interessa. Si sono tirati dietro persone normali. Ormai però sono anni che gli enti locali e lo Stato stanno trattando per evitare che ci sia qualcosa di negativo per le popolazioni locali. C'è un momento però in cui il dialogo finisce. Quando si sono provate tutte le mediazioni resta solo la forza giusta dello Stato. Se non ragioniamo così non andiamo da nessuna parte".

È il via all'intervento dell'esercito?
"L'ho già detto e lo ripeto: le forze armate si muovono quando c'è un ordine dello Stato. Ma è l'ultima ratio. Io non solo mi auguro che non sia necessario, ma continuo a sognare di poter vivere in uno Stato in cui un'opera così parte con solo un vigile urbano che controlla la sicurezza. Vivere in un paese in cui qualsiasi opera pubblica diventa un'emergenza nazionale, dove devono intervenire polizia, carabinieri, esercito, significa vivere in un paese che non ha futuro. Dopodiché le forze armate intervengono a Napoli per l'emergenza rifiuti, lo fanno in caso di calamità naturali, vanno in Afghanistam. Faranno anche quello anche se non rientra nei loro compiti. Il semplice fatto che ci dobbiamo porre il problema è già un una cosa assurda".

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