martedì 30 novembre 2010

pc quotidiano 30 novembre - Così Antonio Napoleoni, capo di Europa Risorse, espropria gli aquilani della loro città


Napoleone: così compro i palazzi

L'AQUILA. Comprare Collemaggio (l'area ex psichiatrico, non la basilica). Costruire a ridosso delle aree Case per integrarle nel tessuto urbano. Eppoi fare un campus universitario alla Reiss Romoli. Questi i progetti sulla città dell'Europa risorse sgr di Antonio Napoleone, pescarese, l'uomo dei fondi immobiliari.

L'INTERVISTA. Napoleone, parlando davanti alla telecamera accesa di un free-lance a margine di un convegno, svela i progetti. Ecco la trascrizione contenuta nel dossier del comitato 3e32: «Ora vediamo di raccogliere i soldi con altri due fondi immobiliari che noi chiamiamo Aqr1 e Aqr2, con i quali vogliamo non comprare appartamenti da dare in affitto, bensì intervenire sulla ricostruzione direttamente. Cioè, comprare palazzi che gli aquilani vogliono vendere, rimetterli a posto e affittarli a chi ne ha bisogno; oppure intervenire su grandi progetti che noi abbiamo presentato al sindaco, delle idee nostre, non siamo noi che decidiamo cosa succede nella città...lo decidono le autorità ovviamente...ci sono dei bei progetti, uno su Collemaggio, un altro sul San Salvatore».

L'intervistatore lo sollecita: «Serve per far ripartire il discorso immobiliare al centro storico?». Napoleone risponde: «Esatto, esatto. Cioè sono denari privati perché anche se li mette un ente come l'Inail è denaro che dobbiamo considerare un investimento e non soldi dei contribuenti perché quelli sono soldi investiti che prima o poi dobbiamo ridare indietro».

I SOLDI. Poi il dialogo si sposta sulle risorse a disposizione. Vengono citati i 490 milioni messi a disposizione dall'Inail. Il capo di Europa risorse aggiunge: «Noi speriamo di essere in pole position, però non è detto che li prendiamo noi ovviamente, però chiunque li prende venga all'Aquila, e questo è importante. Io sono sempre felice quando qualcuno dice "lo faccio io al posto tuo" ma all'Aquila, guarda, venissero tutti a fare perché c'è tanto di quel lavoro per aiutare questa città che...».


A MACCHIA D'OLIO. Poi, di moltiplicazione in moltiplicazione, si raggiunge la quota di 2 miliardi dell'investimento Inail. Napoleone riprende affermando: «Queste sono cose interessanti. Ed è una maniera nuova di affrontare la ricostruzione, senza star lì solo a piangere che arrivano i soldi dei contribuenti. Certo quelli devono arrivare per le strade, le fogne, per i ponti, per le scuole, per le chiese...certo non sono investimenti privati, però la città può anche cominciare con attività dei privati e poi a macchia d'olio...». A questo punto l'intervistatore lo incalza: «Quindi questo, fondamentalmente, è concorrenziale allo Stato...». Pronta la risposta dell'ingegnere abruzzese: «Beh, concorrenziale non è corretto. Diciamo parallelo».

COLLEMAGGIO. Poi Napoleone spiega il funzionamento dei nuovi due fondi immobiliari: Aqr1 e Aqr2. «Noi proponiamo dei progetti...noi diciamo signori...al Comune, o certe volte alla Regione...per esempio, io ho fatto una proposta al sindaco, gli ho detto: se noi convinciamo la Asl, ovvero la Regione Abruzzo, a vendere Collemaggio...a vendere...oppure di fare un apporto in un fondo, cioè che ne resta proprietaria, e noi ci mettiamo i soldi per: lasciare qualche fabbricato e farlo più bello, qualcuno si demolisce e si fa...dopodiché tu ci dici, insieme al presidente della Regione, insieme a Gaetano Fontana, insomma tutti coloro che sono competenti per dirlo...decidono: noi cominciamo, ci vogliamo mettere il conservatorio, un teatro provvisorio, ci vogliamo mettere la sede del welfare, oppure ci vogliamo mettere gli uffici della prefettura...noi ce li mettiamo. Siccome chi fa gli investimenti di questi fondi sono investitori etici, nel senso che il rendimento è veramente basso...il fondo Aq ha un rendimento sotto il 3 per cento...noi possiamo dare degli affitti che sono molto più bassi degli affitti che oggi si pagano sui capannoni, in una sede dignitosa eccetera. Quando questi signori avranno i soldi, che sia la Provincia, che sia la Prefettura, si potranno comprare il fabbricato». A quale prezzo?», chiede il free-lance. «A prezzo che noi dichiariamo all'inizio più il 3 per cento all'anno, che poi ce lo danno come affitto, e loro lo prendono quasi vicino al costo». E se invece non hanno i soldi per comprarlo? «Noi», risponde Napoleone, «lo disinvestiremo con qualcuno interessato a comprarlo con un affitto...». «Quindi privatizzando?», chiosa l'intervistatore. Risposta affermativa: «Privatizzando, sì».

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