giovedì 2 dicembre 2010

pc quotidiano 2 dicembre - Un altro immigrato morto sul lavoro a Ravenna. 7 dicembre mobilitazione della Rete per la sicurezza

Un'altro infortunio mortale al porto. La vittima un senegalese 51enne schiacciato da sacchi di una tonnellata

La Rete per la sicurezza sul lavoro di Ravenna organizza un presidio il 7 dicembre davanti al centro immigrati e al centro per l'impiego

mercoledì 01 dicembre 2010

Nel primo pomeriggio un grave incidente sul lavoro si è verificato in un capannone di Marina Romea, zona porto, dove alcuni operai stavano movimentando grandi sacchi contenenti circa una tonnellata ognuno di una sostanza fertilizzante dalla consistenza sabbiosa.
Uno degli operai, D.G., classe 1959, originario del Senegal e da tempo residente nel Ravennate, era proprio intento a coadiuvare un collega alla guida di un muletto che doveva spostare tali grandi sacchi, predisponendoli per essere agganciati e movimentati.
Purtroppo, per cause ancora in corso di accertamento, alcuni dei sacchi impilati sono crollati addosso al malcapitato, causandogli gravi lesioni per le quali è deceduto immediatamente. Fortunatamente illesi gli altri operai e l'operatore del muletto, in quell'istante lontano qualche metro.
Sul posto i Carabinieri di Ravenna e la medicina del Lavoro per il primo sopralluogo e per accertare le cause della disgrazia e i vigili del fuoco.

comunicato Rete sicurezza sul lavoro in diffusione tra i lavoratori in questi giorni:

Ai lavoratori immigrati, a tutti i lavoratori

Gli infortuni, le morti sul lavoro sono in aumento tra i lavoratori immigrati. Le statistiche ufficiali già rivelano questo dato ma molti di più sono gli infortuni che non vengono denunciati perchè i lavoratori sono assunti in nero, oppure a giornata o a chiamata, ricattati dal legame lavoro/permesso di soggiorno, supersfruttati con paghe da fame.
La metà delle morti sul lavoro di lavoratori immigrati si concentra in 3 regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto.
A Ravenna ieri è morto al Porto un operaio immigrato, Diop Gougnao e proprio una settimana fa è morto in un cantiere Doka Besnik.
Come Rete abbiamo pure appoggiato la vertenza dei lavoratori immigrati dell’Akron-Hera/coop Omega di Imola che ha mandato gli immigrati a lavorare senza alcuna protezione tra i rifiuti speciali con salari da fame.
Queste sono solo alcune vicende recenti che nella provincia riguardano le condizioni di lavoro degli immigrati.
Più sfruttamento per i lavoratori, più infortuni e morti sul lavoro, più profitti per i padroni.

E’ ORA DI DIRE BASTA AL MODERNO SCHIAVISMO E ALLA MORTE SUL LAVORO DEI LAVORATORI IMMIGRATI!

La Rete per la sicurezza sul lavoro ha lanciato una campagna nazionale di mobilitazione contro le morti sul lavoro nella settimana dal 4 al 10 dicembre.

Il 7 dicembre a Ravenna iniziative

Ore 10 al Centro Informazioni per Immigrati del Comune (Via Alberoni, 16) e

ore 11 al Centro per l’impiego (Via Teodorico, 21)

Costruiamo una campagna contro le morti degli immigrati sul lavoro

Rete per la sicurezza sul lavoro-Ravenna
tel. 339/8911853 begin_of_the_skype_highlighting 339/8911853 end_of_the_skype_highlighting e mail: cobasravenna@libero.it

e mail nazionale: bastamortesullavoro@domeus.it
visita il blog: bastamortesullavoro.blogspot.com

settimana nazionale di mobilitazione 4-10 dicembre

dall'Appello della Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro

Le morti sul lavoro stanno crescendo, nonostante padroni, governo e i loro mass media dicano il contrario.
Dopo una settimana di agonia è morto uno dei 7 operai del rogo di Paderno Dugnano, bruciato come gli operai della Thyssenkrupp.
Questa morte si aggiunge alla strage infinita di lavoratori che, ad oggi, ha fatto più di 1000 morti dall'inizio dell'anno, da Capua e Napoli divenuta nuova capitali delle morti sul lavoro, al nord est, dalla Lombardia alla Sicilia, dal Trentino alla Puglia, soffocati nelle cisterne, caduti e schiacciati nelle fabbriche e nei cantieri, folgorati, travolti sulle rotaie..
Il 27% delle vittime sono operai edili, meridionali e immigrati soprattutto, impiegati nei subappalti nei cantieri del nord, e poi ci sono le morti che non rientrano nelle statistiche che avvengono sulle strade mentre i lavoratori vanno o tornano dai turni massacranti di lavoro.
L'intensificazione dello sfruttamento della "moderna" catena di montaggio, con in testa la Fiat, fa aumentare il rischio per la vita e la salute degli operai e aumentano le malattie professionali in tutte le fabbriche anche quelle non toccate dalla morte.Gli operai immigrati, i precari, non sono liberi di scegliere se accettare o meno il ricatto del padrone: le sue regole sono le catene per i moderni schiavi del profitto per cui anche la sicurezza sul lavoro non dev'essere un diritto. Ma troppe sono anche le morti anche per il non lavoro, il lavoro negato per i licenziamenti, com'è successo a Taranto e a Bologna, oppure per il futuro negato a tanti giovani con contratti precari, come a Palermo.
Il governo mette in campo tutta la sua politica e il suo odio di classe contro i lavoratori con il collegato lavoro, apripista per la cancellazione dello Statuto dei lavoratori, con il taglio ulteriore ai controlli ispettivi di apparati di vigilanza, controllo e prevenzione che devono "collaborare" con le aziende, con lo smantellamento pezzo-pezzo del Testo Unico sulla sicurezza, con la depenalizzazione e la riduzione delle sanzioni agli imprenditori colpevoli di infortuni o morti per e sul lavoro, con la cancellazione del registro degli infortuni.
Con la Finanziaria è stato soppresso un istituto come l' ISPESL, unico ente di ricerca nel settore della prevenzione della sicurezza del lavoro e ci ha voluto umiliare col vergognoso spot sulla sicurezza che scarica la responsabilità unicamente sui lavoratori.
La Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro è stata finora la più attiva realtà in grado di condurre questa guerra di classe come battaglia unitaria e nazionale con le lotte manifestazioni nazionali, è in ogni luogo in cui è stato possibile arrivare unendo operai, delegati rls, familiari, tecnici, medici, associazioni e ogni energia disponibile.
Serve lo sciopero generale nazionale e una manifestazione una nuova manifestazione nazionale di lotta e di combattimento nel senso letterale della parola, a partire da una settimana di mobilitazione nazionale che abbiamo lanciato dal 4 al 10dicembre da realizzarsi a livello territoriale e nei luoghi di lavoro
Manifestazioni e iniziative sono già programmate in tutta Italia tra cui a Ravenna il 7 dicembre
invitiamo ad aderire e partecipare

Rete nazionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro
bastamortesullavoro@gmail.com

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