domenica 28 novembre 2010

pc quotidiano 28 novembre - La (Contro)Manifestazione della Cgil: niente sciopero generale!

Ieri, 27 novembre, la Camusso ha avuto il suo bagno di folla. È subentrata ad Epifani. Il rito si è compiuto. E come avevamo già annunciato si è trattato solo di rito appunto, inutile sfilata cui sono stati costretti migliaia di anziani pensionati. Inutile per gli interessi dei lavoratori, degli operai, dei giovani.

Nonostante un look e un atteggiamento più “movimentista” rispetto all’imbalsamato Epifani, nella sostanza la Camusso ha fatto un discorso vuoto, un lamentoso elenco della spesa “delle cose che non vanno in questo paese”.

E con una frase vuota ha cominciato: “Abbiamo scioperato e continueremo a scioperare per il paese!”. Per il paese, appunto, e non per gli interessi di operai, lavoratori, quegli stessi giovani cui è stata intestata la manifestazione… i precari le donne e nemmeno per tutti quegli immigrati e studenti che stanno lottando da giorni, loro sì, contro il governo.

Proprio quei giovani studenti che a pochi passi dalla manifestazione protestavano contro la Gelmini con uno dei loro tanti cortei di questi giorni e mentre la Camusso chiacchierava dal palco hanno tenuto a precisare “non siamo con la Cgil”…

Nella sostanza la Camusso ha fatto il pesce in barile, tanto per farle un complimento, ha chiesto al governo di dare risposte per poi ammettere che questo governo non c’è, non è in grado di dare risposte! E quindi è una pura presa in giro…

Nel lungo discorso ha trattato diversi argomenti ma per ognuno di essi non ha detto niente di serio.

Sulla politica del governo appunto che in due anni non ha fatto niente.

Sulla Fiat una vera stupidata: mentre Marchionne mette ancora in chiaro il suo piano, che a Mirafiori vuole quel che ha preteso a Pomigliano, la Camusso dice: “Vogliamo avere i dettagli di un piano che viene annunciato un pezzettino alla volta…”, e ancora “abbiamo la sensazione che Fiat stia spostando sempre di più la sua testa negli Stati Uniti” grande lungimiranza da parte del segretario generale del più grande sindacato del paese.

Il piano per il sud: “vogliamo capire se è un elenco di buone intenzioni o è un piano concreto…”.

Su Confindustria: “Abbiamo fatto la nostra parte rinnovando i contratti. Ma continueremo a dire di no alle deroghe, perché il contratto nazionale è un diritto dei lavoratori” quanto la Cgil tenga alle deroghe e alla sostanza del contratto nazionale si è visto con la firma sull’ultimo contratto delle piastrelle e ceramica che i padroni hanno considerato buono perché ha introdotto ulteriore flessibilità.

Nemmeno un parola su Cisl e Uil.

La parola sciopero è stata quindi un trucco iniziale per catturare l’attenzione della platea, è stata pronunciata come pura formalità. Dello sciopero generale nemmeno l’ombra.

“Dopo questa manifestazione credo che il governo dovrà dare le risposte che gli abbiamo chiesto e soprattutto dovrà cominciare ad avere politiche di contrasto alla crisi che sinora non ha avuto” dice infine la Camusso che è davvero preoccupata per la crisi dei padroni, e qui è il momento della sincerità.

La Camusso ha quindi parlato in modo ambiguo, dire per non dire niente, minacciare senza concretizzare. E tutta questa ipocrisia è stata sintetizzata in una frase del vicepresidente della Confindustria, il falco Bombassei (abituato ad andare per le spicce quando si tratta di fare affari e conosce bene i suoi interlocutori) che ha detto un po’ infastidito: “La Camusso dice una cosa in privato e un’altra in pubblico”.


Nessun commento:

Posta un commento