lunedì 26 febbraio 2024

pc 26 febbraio - Mario Draghi voce dell’imperialismo europeo: servono 500 miliardi l’anno per la competizione mondiale su transizione e guerra

Domani, 27 febbraio, Mario Draghi sarà alla Conferenza dei presidenti di commissione del Parlamento europeo, a Strasburgo, per parlare del suo prossimo rapporto sulla competitività dell’economia europea atteso per giugno e della necessità di un “cambio di paradigma” della politica e dell’economia dell’Unione Europea.

Non ci gira attorno l’ex presidente del consiglio italiano, Draghi, che in questo caso rappresenta la voce genuina dell’insieme dei paesi imperialisti dell’Europa, divisi e in lotta al loro interno per storia e livello di sviluppo capitalistico: il “cambio di paradigma” è necessario per “competere con gli Stati Uniti in un mondo sempre più armato e violento” (v. il Manifesto del 25 febbraio) ma anche con la Cina…

Per Draghi la differenza con gli altri paesi imperialisti è in tutti i settori: «nella produttività, nella crescita del Pil, nel Pil pro capite». «L’ordine economico globale in cui l’Europa ha prosperato è

scosso», dice, dall’alta dipendenza dall’energia russa, dalle esportazioni cinesi e dalla dipendenza per la difesa dagli Usa e dalla produzione industriale digitale.”

Per dare una svolta “servono investimenti colossali”! Solo nella transizione verde e digitale servono “500 miliardi l’anno, per pagare i costi del taglio del 90% delle emissioni entro il 2040 (800 miliardi all’anno, ha stimato la presidente Bce Lagarde; 75 miliardi da dare alla Nato e rispettare l’impegno del 2% di Pil all’anno in armi. Con i governi che hanno le mani legate dal patto di Stabilità, servirebbe mobilitare il risparmio privato per alimentare il capitalismo finanziario europeo. In Europa, avrebbe ricordato Draghi, prevale invece la frammentazione e 250 miliardi di euro all’anno s’involano verso Wall Street.”

Che l’aspetto della “difesa” sia quello principale, lo conferma Valdis Dombrovskis, vice-presidente lettone della Commissione Ue, e “uno dei committenti di Draghi”: “È chiaro che la difesa-sicurezza avrà un posto molto più importante nella nostra agenda – ha detto Dombrovskis – Abbiamo un cambiamento di paradigma dal modello di catena di fornitura basato sull’efficienza al modello di catena di fornitura basato sulla resilienza. Ed è chiaro che anche la resilienza e la sicurezza economica non arriveranno a costo zero. Ciò comporterà dei costi”.

“Costi”: soldi ma soprattutto come condizioni di vita e di lavoro che cadono e cadranno ancora di più sulle spalle del proletariato e delle masse popolari di tutta l’Europa!

Nonostante le cannonate delle guerre in corso, nonostante morti e feriti a migliaia, nonostante le distruzioni generalizzate i rappresentanti della borghesia non perdono di vista i loro interessi di classe! Ogni giorno devono trovare il modo per continuare a garantire il loro sistema sociale di morte e putrefazione… ogni giorno, quindi, il proletariato e le masse popolari hanno il dovere di trovare i modi per farla finita con questo sistema capitalista-imperialista.

ps.: di Mario Draghi questo diceva Joe Biden, dopo averlo insignito come “statista mondiale”: "Mi congratulo con il mio amico, primo ministro Mario Draghi", insignito del World Statesman Award, "per il suo lavoro nel far progredire i diritti umani nel pianeta. Draghi è stato una voce potente nel promuovere la tolleranza e la giustizia e lo ringrazio per la sua leadership".

La corretta visione su Draghi espressa in questo blog era invece questa: "uomo dell'anno più servo dei servi dell'imperialismo Usa", per il suo sfegatato sostegno/impegno per la guerra interimperialista, per l'aumento del finanziamento alla Nato, per il suo legame con i peggiori regimi reazionari del "campo Usa", dall'Egitto, alla Turchia, dall'India, alla Libia, massacratori dei diritti umani e oppressori dei loro popoli,  per la sua tolleranza verso fascisti, razzisti...”

https://proletaricomunisti.blogspot.com/search?q=mario+draghi&max-results=20&by-date=true

Nessun commento:

Posta un commento