giovedì 29 febbraio 2024

pc 29 febbraio - Basta vite operaie spezzate "Sicurezza sacrificata alla logica del profitto"

 A parole dice bene la Fiom ma poi nei fatti assistiamo ogni giorno alla connivenza per tenere in vita il  sistema scientifico di sfruttamento dei padroni che genera stragi sul lavoro e che necessità una guerra prolungata con una lotta su tutti i fronti posti di lavoro e territorio ma anche quelli dei tribunali dove opporsi alle sentenze che legittimano questa situazione.

Come l’esempio della Lamina che nel 2019 ha patteggiato nonostante siano state accertate mancanze dei sistemi di sicurezza, come se bastasse monetizzare avvallando che le stragi sono un danno collaterale da mettere in conto. Aumenta un clima in cui i  padroni si sentono impuniti e liberi di uccidere anche grazie al governo fascista che mette al centro l'impresa, la difesa dell'interesse nazionale ossia i profitti: sangue operaio ricchezza dei padroni . 

Fiom Cgil Milano: incidente alla Lamina, rotolo di acciaio di due tonnellate sul piede di un operaio

26 febbraio 2024

Il sindacato: è stato ricoverato d’urgenza al Niguarda e sottoposto a un lungo intervento. Nel 2018 in un

incidente persero la vita quattro operai (Arrigo e Giancarlo Barbieri, Giuseppe Setzu e Marco Santamaria). A denunciarlo è la Fiom Cgil di Milano. Lo scorso 26 febbraio - secondo quanto riferisce il sindacato - un rotolo d'acciaio di oltre due tonnellate di peso ha investito un operaio che lo stava movimentando. Il lavoratore, che è un delegato Fiom...

... ci preme ancora una volta sottolineare come la 'questione sicurezza’ non può essere sacrificata sull'altare del profitto e della produttività esasperata”. Il sindacato ha reso noto di assicurare al lavoratore e alla famiglia “tutta l'assistenza necessaria

Gli operai morti alla Lamina, titolare patteggia una pena di 22 mesi

di Redazione Milano online 2019

   Ha patteggiato 1 anno e 10 mesi, con pena sospesa, dopo aver risarcito le famiglie delle vittime e l’Inail per un totale di circa 4,5 milioni di euro, Roberto Sanmarchi, il titolare della Lamina, l’azienda metallurgica milanese dove il 16 gennaio 2018 morirono quattro operai a causa di una fuoriuscita di gas argon nella vasca di un forno. Lo ha deciso il gup di Milano Manuela Scudieri, accogliendo la richiesta della procura e dei legali Roberto Nicolosi Petringa e Elena Benedetti. L’accusa era omicidio colposo.

L’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Tiziana Siciliano e dai pm Gaetano Ruta e Letizia Mocciaro, aveva evidenziato una serie di falle nei sistemi di sicurezza della fabbrica, messi in luce da una complessa consulenza tecnica. Era stato accertato che nella fabbrica, infatti, non c’erano «procedure di sicurezza sulla utilizzazione della centralina di allarme del livello di ossigeno» e «sulla gestione della funzione di tacitazione» dell’allarme stesso che quel giorno suonò al mattino e venne probabilmente disattivato da uno dei quattro operai, che poi scesero nella vasca del forno e morirono uno dopo l’altro. 

Fiom Milano: “Attendiamo l’esito conclusivo del processo, ma diciamo fin d’ora che un eventuale patteggiamento non è accettabile perché affermerebbe il principio secondo il quale  a fronte della morte dei lavoratori sia sufficiente l’indennizzo per ridurre le responsabilità di chi ha determinato conseguenze tanto drammatiche”.

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